Il 19,4 % degli studenti italiani ha assistito ad atti di bullismo a scuola, mentre il 12,1% è stato testimone del consumo di stupefacenti da parte di coetanei o addirittura di episodi di spaccio di droga all’interno delle aree scolastiche.
E’ quanto emerge dal focus dedicato alla scuola italiana dal Rapporto Giovani 2016 che è realizzato dall’Istituto Toniolo di Milano con il sostegno di Intesa Sanpaolo e della Fondazione Cariplo. Il Rapporto Giovani 2016 è il frutto di una nuova fase di ricerca e mappatura che è partita nell’autunno 2015 con un rinnovato campione di 9.000 giovani tra i 18 e i 32 anni. I temi chiave sono: lavoro, felicità, istituzioni, scuola, Europa e figure di riferimento.
Il Focus scuola del Toniolo evidenzia che nella scuola, purtroppo, non mancano neppure atti illegali. Ha assistito frequentemente allo spaccio o al consumo di sostanze stupefacenti il 12,1% degli alunni, con una percentuale più alta nei giovani che hanno frequentato l’istruzione o la formazione professionale (16,2%) e residenti nel Centro Italia (14,5%) o nel Nord-Ovest (14,4%). Oltre il 7,4% ha assistito frequentemente ad atti di furto (e solo il 48,6% mai), anche in questo caso con una prevalenza dei giovani che hanno svolto i percorsi di istruzione e formazione professionale (11,1%) e di chi vive nel Nord-Ovest (8,7%) e nel Centro (7,5%).
Dal Rapporto Giovani 2016 emerge che per quanto riguarda gli atti di prepotenza tra alunni, il 19,4% dei giovani, con una prevalenza dei maschi (20,4%) rispetto alle femmine (18,3%) ha dichiarato di avervi assistito frequentemente, mentre solo il 35,5% ha risposto «mai».
Differenze significative si registrano in base alla scuola superiore frequentata, mentre infatti i giovani che hanno studiato negli istituti professionali e nei tecnici hanno dichiarato nel 26,3% dei casi di avere assistito a gravi atti di prepotenza tra alunni, negli studenti che hanno frequentato altri indirizzi questa percentuale scende al 19,3% per arrivare al 16,1% nei licei.
Tra gli studenti delle superiori i liceali sono in testa (19,4%); seguono gli studenti degli istituti professionali (18,1%) e quelli degli istituti tecnici (16%).
Non vi è invece una grande distanza tra le zone del paese anche se i giovani che dichiarano maggiormente di avere assistito ad atti di grave prepotenza sono quelli del Sud e delle Isole (20,3%), mentre all’ultimo posto si collocano i giovani del Nord-Est con il 17,6%.
I giovani però dichiarano anche, nel 10,3% dei casi, di aver assistito frequentemente ad atti di grave prepotenza da parte di docenti o dirigenti nei confronti degli alunni e solo il 52,4% dichiara di non avervi assistito mai.
La percentuale delle donne che ha risposto «frequentemente» (11,0%) è in questo caso superiore a quella dei maschi (9,7%).
Anche in questo caso sono maggiormente i giovani che hanno frequentato i percorsi di istruzione e formazione professionale (12,3%) ad affermare di aver assistito spesso ad atti di prepotenza di docenti o dirigenti, seguono poi i liceali (10,6%) e gli studenti dei tecnici (8,5%).
Più della grave prepotenza, però, secondo i giovani, è presente nella scuola la discriminazione. Il 23,6% dei giovani (il 25% delle femmine e il 22,1% dei maschi) ha dichiarato di aver assistito ad atti di discriminazione tra gli alunni; il 15,7% (il 16,6% delle femmine e il 14,8% dei maschi) inoltre, ha assistito con frequenza a comportamenti discriminatori da parte dei docenti e dei dirigenti.
“Nel contesto scolastico – spiega PIERPAOLO TRIANI, docente di scienze della formazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore e uno dei curatori del Rapporto Giovani – non mancano, come in ogni ambiente sociale, le difficoltà e le criticità. Accanto all’attenzione si può trovare il disinteresse, al rispetto la prepotenza, al dialogo la chiusura alle ragioni dell’altro, all’osservanza delle regole il tentativo di eluderle, alla collaborazione l’imposizione. Sebbene, fortunatamente, prevalgano gli aspetti positivi, i racconti quotidiani degli alunni e degli insegnanti e gli studi di settore ci parlano di difficoltà relazionali a scuola che possono trasformarsi e assumere anche caratteri di forte gravità”.
“In questi anni, a tal proposito, – aggiunge TRIANI – è andata crescendo (non senza punte di esagerazione) l’attenzione nei confronti del bullismo tra i ragazzi, fenomeno senz’altro presente nella scuola”.
“Nonostante che i dati sugli atti di prepotenza o di illegalità a scuola siano preoccupanti – conclude TRIANI – la scuola è considerata dagli studenti italiani un luogo positivo di socializzazione e per costruire solidi rapporti. Per questo motivo su questo tema erroneamente definito come bullismo occorre evitare indebite generalizzazioni”.