Studiare il mondo è già cambiarlo è stato il tema della 93a Giornata per l’Università Cattolica, celebrata il 30 aprile.
Leggi il messaggio di Papa Francesco al Regina Coeli del 30 aprile
L’impegno nella formazione superiore non può e non deve avere un fine egoistico, ma spingere “fuori” da se stessi. O meglio, la soddisfazione e il compimento delle aspirazioni personali che guidano il giovane nel percorso degli studi superiori, si attuano pienamente solo quando lo sguardo, l’interesse, l’azione, si volgono verso l’altro, gli altri, il mondo. Così che l’ansia di giustizia, di verità, di bellezza che pervade ogni cuore umano spinge al cambiamento, a costruire risposte per un mondo più giusto e più vero. Per maturare in questo percorso umano e intellettuale gli anni dell’università sono decisivi.
Al centro della GU vi è il desiderio positivo dei giovani a diventare protagonisti della vita pubblica, a farsi carico del proprio futuro e con esso del futuro del Paese, a vivere la formazione lo studio come l’inizio di una responsabilità da esercitare per il bene comune. Riconoscendo e incoraggiando la spinta ideale delle nuove generazioni, troppo spesso infondatamente dipinte come rassegnate e pigre (cfr. Rapporto Giovani), l’Università rinnova l’impegno che è alla base della sua stessa ragione d’essere.
“Studiare il mondo è già cambiarlo” si situa nella stessa direzione. Con una maggiore sottolineatura verso ciò che i giovani sentono con grande urgenza (è sempre il Rapporto a dircelo): la spinta ad una società più giusta e accogliente, ad un mondo migliore. Del resto è un argomento continuamente echeggiato da Papa Francesco in ogni incontro con i giovani di ogni parte del mondo. Nel binomio studiare-cambiare vediamo così radicarsi sia il tema della serietà (e del sacrificio) necessaria per il compiersi di una formazione di alto livello, sia il tema dell’impegno verso il reale ad ogni livello, vero e proprio coronamento della conoscenza. In questo senso si può intendere quel “già”: non c’è un prima e un dopo, quasi che il cammino universitario sia una sorta di preliminare, poiché studiare è “già” vivere, il sapere è “già” immergersi nel reale.
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