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Scarica gratuitamente il nuovo quaderno “Giovani, scuola, università”

Dopo aver inaugurato una nuova collana dedicata ad alcuni approfondimenti dell’indagine sulla condizione giovanile con il quaderno Giovani e lavoro, l’Istituto Toniolo (con la casa editrice Vita e Pensiero) ha pubblicato un nuovo ebook dal titolo “Giovani, scuola, università” .

 

Il testo presenta sia i dati sul rapporto tra le nuove generazioni e gli istituzioni scolastiche e universitarie, sia gli interventi tenuti di Paola Bignardi, Mario Giacomo Dutto, Michele Faldi, Claudio Giuliodori, Alessandro Rosina. Alcune schede, in appendice, hanno inoltre lo scopo di stimolare la discussione di questi e altri dati sul mondo della formazione soprattutto nei gruppi giovanili e di offrire spunti di riflessione agli insegnanti.

 

Puoi scaricare gratuitamente il pdf del quaderno direttamente qui e dal sito dell’Istituto Toniolo oppure nel formato pdf e epub dal sito dell’editrice Vita e Pensiero.

“Studio e lavoro, quali dinamiche?”. Incontro a Seveso

Seveso- Il Servizio Giovani ha proposto  anche  agli educatori dei 18/19enni e dei giovani (laici, persone consacrate e sacerdoti) un Osservatorio sabato 22 febbraio presso il Centro Pastorale Ambrosiano (Via S.Carlo 2) per indagare le dinamiche dello studio e del lavoro con riferimento alla condizione giovanile. Nel corso dell’incontro è intervenuto anche il professor Alessandro Rosina, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e curatore del “Rapporto Giovani 2013” dell’Istituto Toniolo.

il Rapporto Giovani a San Marino

San Marino- Venerdì 23 maggio nella sala Montelupo a Domagnano si è tenuto l’incontro dal titolo “I giovani nella crisi”, organizzato dalle Segreterie di Stato Istruzione e Cultura e Turismo e Politiche Giovanili dello Stato di San Marino, con il sostegno dell’Istituto Toniolo e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nonché della Comunità Salesiana di San Marino. All’incontro hanno partecipato:

Monsignor Andrea Turazzi, vescovo di San Marino-Montefeltro

Giuseppe Maria Morganti, Segretario di Stato Istruzione e Cultura

Teodoro Lonfernini, Segretario di Stato Turismo e Politiche Giovanili

Pierpaolo Triani, docente Università Cattolica e membro del Gruppo Operativo Rapporto Giovani

Presentazione del Rapporto Giovani a Firenze

Firenze – Mercoledì 28 maggio, alle 18.30, all’Aula Magna di via del Ghirlandaio 40, si è tenuta la presentazione del Rapporto Giovani, a cura della professoressa Paola Bignardi.

Giovani e comunicazione

NUOVE GENERAZIONI E COMUNICAZIONE: AFFIDABILI GIORNALI ON LINE E SITI DI INFORMAZIONE (VISITATI DAL 68% DEI GIOVANI), MENO BLOG E SOCIAL NETWORK.
MOLTO BASSO IL LIVELLO DI FIDUCIA VERSO I DIBATTITI TELEVISIVI.
PER IL 62% DI LORO LE NUOVE TECNOLOGIE HANNO AUMENTATO IL LIVELLO DI INFORMAZIONE.
Grado di fruizione dei vari mezzi di informazione
Secondo i dati rilevati, la quota di chi vede i telegiornali più di una volta a settimana risulta pari all’81,5%. I giornali online e i siti di informazione sono visitati dal 68% dei giovani (si sale all’82% nella classe 25-29). Più bassi i valori per la radio (46%) e la carta stampata (31%; si sale al 36% nella fascia 25-29).

L’uso di internet è elevato soprattutto nelle giovani generazioni. Viceversa la fruizione di informazione cresce con l’età stabilizzandosi dopo 25 anni. La combinazione di questi due diversi fattori fa sì che l’informazione su web tocchi i valori più elevati nella fascia 25-29, arrivando oltre l’80%).

La lettura dei quotidiani su carta si ferma a meno della metà rispetto all’online (solo circa uno su tre li legge più di una volta a settimana).

Alta rimane, invece, la fruizione dei telegiornali, favoriti dal fatto che la gran parte dei giovani vive con i genitori e la visione dei tg ha spesso carattere familiare negli orari in cui la famiglia è riunita.

Inoltre, maggiore risulta la fruizione dei siti di informazione e dei giornali online per chi ha il padre laureato: dal 67% sull’intero campione sale al 72% tra chi ha padre con titolo alto. Questo vale sia se l’accesso a tali canali di informazione è effettuato attraverso pc che attraverso tecnologie più recenti come smartphone o tablet.

Il passaggio ai canali tecnologicamente più avanzati di diffusione dell’informazione, con corrispondente riduzione degli altri, risulta accentuato nelle classi sociali più alte.

 

Il Rapporto Giovani 2014

Questo volume costituisce il secondo appuntamento di un osservatorio continuo sulla condizione giovanile che, a partire da una solida base empirica longitudinale, si propone come uno dei principali punti di riferimento in Italia su analisi, riflessioni, politiche in grado di migliorare conoscenza e capacità di intervento sulla complessa e articolata realtà delle nuove generazioni. Il libro tocca i temi cruciali del lavoro e della formazione, della famiglia e del rapporto con i genitori, dei valori e della fiducia nelle istituzioni, della partecipazione e dell’impegno sociale. Le analisi proposte confermano come siano parziali e semplicistiche le interpretazioni che cercano di spiegare solo attraverso i fattori economici o, in contrapposizione, solo tramite motivazioni di natura culturale, le difficoltà dei giovani nel realizzare i propri obiettivi di vita e nel diventare attori della produzione di un nuovo benessere economico e sociale.

Un sacerdote ci domanda: “Sui Neet cosa possiamo fare?”.

 

 

 

Sfiducia e infelicità dilagano tra i Neet gli under 30 che non studiano né lavorano

Non studiano, non lavorano, ma sono anche molto più infelici dei loro coetanei: è questa la condizione dei cosiddetti Neet, che nel 2013 secondo i dati Eurostat hanno raggiunto quota 2,4 milioni, pari al 26 % dei giovani tra i 15 e i 29 anni (erano il 19% nel 2007: solo Bulgaria e Grecia presentano valori peggiori dei nostri). Un esercito che rischia ormai la marginalizzazione cronica, caratterizzata non solo da deprivazione materiale e carenza di prospettive ma anche di depressione psicologica e disagio emotivo.

 

I nuovi dati del Rapporto Giovani, la grande indagine curata dall’Istituto Toniolo in collaborazione con Ipsos e il sostegno di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo, esplorano la preoccupante condizione di questa fascia di giovani anche in relazione ai loro coetanei. L’indagine è stata condotta tra fine 2013 e inizio 2014 su un campione di 2350 giovani di età 19-29 anni.

 

Il tema “felicità” appunto. Mentre i “non Neet” si dichiarano abbastanza o molto felici in misura di tre su quattro, tra i Neet il valore precipita: oltre uno su tre tra le donne e quasi uno su due tra gli uomini si dichiara per nulla o poco felice.

A conferma di questo dato vengono le risposte sulla “fiducia nelle persone”. In generale è poca per tutti giovani, ma se tra le “non Neet” meno di una su tre afferma che gran parte delle persone è degna di fiducia, tra le Neet si scende a una su quattro. Nelle donne il senso di isolamento è particolarmente avvertito. Meglio la situazione tra i maschi, ma non di molto (64%).

Se si chiede di esprime il grado di fiducia verso le persone più vicine e con le quali più si interagisce nella propria quotidianità l’80% dei “non Neet” si dichiara fiducioso, mentre tra i Neet i valori sono di ben 10 punti percentuali più bassi: 70,4% tra i maschi, 67,7% tra le femmine. Questo sta ad indicare che nonostante le difficoltà oggettive e un quadro sociale considerato sfavorevole, la realtà meno logorata resta quella della comunità più stretta, le relazioni amicali e familiari. Sono queste l’unico vero sostegno, ma per quanto ancora?

 

Il grado di fiducia viene poi richiesto in relazione alle istituzioni. Il dato è molto basso tra tutti i giovani, ma anche qui, con una sensibile differenza tra Neet e “non Neet”. Su una scala da 1 a 10 è stato chiesto ai giovani di esprimere un voto di tipo scolastico: le istituzioni politiche “ottengono” 2 dai Neet e 2,8 dal gruppo “non Neet”; 2,9 e 3,5 comuni e regioni; 3,1 e 4,1 l’Europa; 4 e 4,8 scuola e università; 4,8 e 5 le Forze dell’ordine.

 

Da questi dati si comprende che chi non studia e non lavora tende ad avere una opinione meno favorevole del sistema formativo. L’Europa si trova in posizione intermedia, vicina alle amministrazioni locali. La sua posizione più favorevole rispetto alle istituzioni politiche italiane deriva dal fatto che la responsabilità maggiore di quanto non funziona viene imputata più alle carenze e alle inadempienze delle politiche nazionali che a quelle locali o europee.

 

“In Italia non solo si sta allargando la condizione di Neet – osserva il prof. Alessandro Rosina tra i curatori dell’indagine – ma, come conseguenza delle difficoltà del ceto medio, anche le famiglie si trovano sempre più in difficoltà a svolgere il ruolo di ammortizzatore sociale nei confronti dei giovani”.

 

“Nel perdurare della crisi economica, – aggiunge Rosina– in combinazione con la cronica carenza di politiche attive (siamo al quartultimo posto in Europa come investimenti su tale voce), questo segmento della popolazione rischia non solo di allargarsi sempre di più ma anche di scivolare sempre più in profondità in una condizione che mescola frustrazione personale e risentimento sociale. La politica, soprattutto su questa fascia di giovani, deve agire in tempi brevi e in modo incisivo”.

 

Tab. 1 – Grado di fiducia verso le istituzioni. Voto da 1 a 10. Valori medi.

 

          Neet          Non Neet
Istituzioni politiche

2

2.8

Comune e regione

2.9

3.5

Unione europea

3.1

4.1

Scuola e università

4

4.8

Forze dell’ordine

4.8

5

 

Fig. 1 Percentuale di giovani 19-29 anni che è abbastanza o molto in accordo con l’affermazione “Gran parte delle persone è degna di fiducia”.

 

Fig. 2 Percentuale di giovani 19-29 anni che è abbastanza o molto soddisfatto del rapporto che ha avuto con le persone che li circondano.

 

Fig. 3 Percentuale di giovani 19-29 anni che si ritiene abbastanza o molto felice.

Il professor Rosina al convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria

Santa Margherita Ligure – Sabato 7 giugno nell’ambito del 44° Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, si è tenuto un confronto pubblico tra Giulia Innocenzi e Alessandro Rosina, dal titolo “Bella forza”. Argomento? Quello che c’è di “bello” e “forte” ad essere giovani oggi in Italia. Nel corso dell’incontro il professor Rosina ha citato i dati del Rapporto Giovani, la più approfondita indagine sul mondo giovanile, di cui è coordinatore.

Elezioni

Il rapporto tra giovani italiani e politica non è dei più felici. Troppe le promesse mancate e le inadempienze nel fornire risposte credibili e solide per migliorare il presente e il futuro delle nuove generazioni. Fra poco si andrà a votare.
Come valutano le nuove generazioni l’attuale offerta politica? Qual è il loro orientamento di voto? Quale contributo di partecipazione alla vita politica sono disposti a dare? Credono ancora nella possibilità di un cambiamento positivo e in spazi per un loro ruolo da protagonisti?
Il Rapporto giovani fornisce alcune risposte a queste domande attraverso un’indagine che approfondisce l’atteggiamento delle nuove generazioni verso la politica e la partecipazione elettorale.
In aggiunta ai risultati dell’indagine principale, tra la fine del 2012 e l’ inizio del 2013, è stato sottoposto a un campione di 1200 giovani rappresentativo a livello nazionale un questionario di approfondimento sui temi della politica e della partecipazione elettorale.

Risultati
Oltre la destra e la sinistra

Il 30% dei giovani si colloca nel centrosinistra, Il 17% nel centrodestra, 14,5% si posiziona attorno al centro. Vince però chi non vuole collocarsi rifiutando la logica destra/sinistra: pari al 38,5%.
A collocarsi nel centrosinistra sono di più le femmine, ma anche chi vive nel centro Italia e chi proviene da famiglia con status sociale medio-alto. Viceversa a posizionarsi nel centrodestra sono, in senso relativo, di più i maschi, chi vive nel Nord e con origini sociali basse.

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