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Speciale giornata universitaria – Lettera del Segretario di Stato Vaticano Card. Parolin al Card. Scola

Domenica 4 maggio la Chiesa italiana celebra la 90° Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dal titolo “Con i giovani, protagonisti del futuro”. Il segretario di Stato Vaticano card. Piero Parolin ha inviato una lettera per l’occasione al cardinale Angelo Scola, presidente dell’Istituto G. Toniolo di Studi superiori.

 

Nel suo testo il cardinale Parolin esprime a nome di Papa Francesco “il più vivo apprezzamento e il più sentito incoraggiamento all’Università Cattolica del Sacro Cuore, affinché, sostenuta dall’ Istituto Giuseppe Toniolo di studi Superiori, ente fondatore e promotore, possa continuare ad essere testimonianza viva ed efficace dell’impegno della Chiesa verso le nuove generazioni. L’Ateneo, anche avvalendosi di indagini approfondite, come il recente “Rapporto Giovani”, manifesta la sua volontà di comprenderle e accompagnarle in modo creativo ed efficace nell’ affrontare le grandi sfide del tempo presente”.

 

Il cardinale Parolin, ricordando inoltre i cinquant’anni dalla Fondazione del Policlinico Gemelli, espressione dall’ Università Cattolica, scrive: “sono lieto di comunicarle che il Santo Padre accoglie volentieri l’invito a visitare il “Gemelli” e incontrare i malati e il personale”.

 

Il cardinale Angelo Scola ha inviato, per la stessa occasione, un messaggio agli studenti: “Attenti e sensibili all’invito pressante di Papa Francesco a «non farsi rubare la speranza» i giovani non cercano scorciatoie o soluzioni magiche, chiedono piuttosto di essere messi in grado di affrontare i problemi con una rigorosa formazione professionale, animata dalla perenne ricerca del senso del vivere. Fin dalla sua nascita l’Università Cattolica si è fatta interprete della missione educativa della Chiesa e oggi, ancor più che negli anni passati, è chiamata ad essere luogo fecondo di dialogo tra la fede e i diversi campi del sapere per offrire alle nuove generazioni quella sapienza del conoscere e del vivere la cui fonte primaria è Gesù Cristo, principio di ogni autentica saggezza umana”.

Speciale giornata universitaria

Per vedere il video sulla Giornata Universitaria per l’Università Cattolica clicca sul link sottostante

 

Civiltà Cattolica cita i dati del Rapporto Giovani

Civiltà Cattolica, rivista della Compagnia di Gesù e tra le più antiche e importanti nel panorama culturale italiano, ha pubblicato un articolo (all’interno del Quaderno N° 3932 del 19/04/2014) dal titolo “I giovani italiani e il dramma del lavoro”, citando in diversi passaggi il Rapporto Giovani, la ricerca promossa dall’Istituto Toniolo sulla condizione giovanile in Italia. Ecco un breve sunto dell’articolo:

 

di Francesco Occhetta S.I

 

Il ritratto che i giovani italiani hanno fatto su se stessi, in un recente studio curato dall’Istituto Toniolo (ente fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) smentisce molte delle narrazioni degli adulti che li ritraggono come apatici, schizzinosi, svogliati e poco impegnati. I giovani diventati maggiorenni dopo il 2000, definiti millenials, non solamenti sono consapevoli della crisi economica e sociale che preclude loro di cullare sogni e desideri, ma in mezzo al “deserto delle opportunità” sono in grado di sperimentare nuove vie, sorprendendo genitori ed educatori. Imparano nuove lingue, diventano presto artigiani digitali, sono autodidatti: attraverso i social network si confrontano con i loro coetanei di diverse parti del mondo e si raccontano non più attraverso scritti o libri, ma con foto e brevi messaggi, in una sorta di connessione continua. E’ il loro modo di vivere il tempo: i giovani investono progetti e risorse nell’eterno presente, senza agosciarsi del futuro. Ne è prova la loro reattività positiva e la voglia di spiccare il volo. Sono tutt’altro che passivi e defilati.

 

(…)

 

Partiamo da un dato. Alla domanda: “Quale dimensione umana può realizzare la tua vita?”, i giovani rispondono mettendo al primo posto la famiglia. Questo dato vale sia per la famiglia di origine sia per quella che desiderano formare. Anzi, la sognano numerosa, con almeno due figli. Soltanto una minoranza di loro (il 5,5% delle ragazze e il 9,3% dei ragazzi) confessa di non volerne sentire parlare. Per il 76,5% dei 9.000 giovani intervistati, la famiglia è concepita come la cellula della società che ha ancora un senso, sia affettivo sia sociale, nonostante essi abbiano sperimentato in prima persona la crisi del fallimento o della ricomposizione delle loro famiglie di origine. Per l’84% di loro la propria esperienza familiare è stata di aiuto nel coltivare le proprie passioni e nell’affermarsi nella vita. L’87,8% trova nella famiglia di origine un sostegno nel perseguire i propri obiettiv. Il tempo di permanenza nella famiglia si allunga. E’ un dato che sembra paradossale, se si pensa che, come scrivono i curatori, “entro una società e una cultura che enfatizza l’autonomia, è divenuto più difficile staccarsi dai legami primari”.

 

 

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Tavola rotonda sul Rapporto Giovani a Radio Maria

Il Rapporto Giovani al centro di una tavola rotonda organizzata da Radio Maria: per riascoltare il programma radiofonico basta cliccare sul link sottostante

 

“Caro prof, sai che mi fido? L’alleanza educativa è già qui”. Intervista di Avvenire al prof.Triani

Di Enrico Lenzi

Le indagini e le ricerche  internazionali “spesso riferiscono di una scuola sfiduciata” e di giovani “che non si ritrovano”. Ma altre indagini, come il Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo,  dimostrano che “sostanzialmente  i giovani si fidano dei loro professori e della scuola”. E’ una sottolineatura in controtendenza quella che fa Pier Paolo Triani, docente di didattica  generale all’Università Cattolica e direttore  del mensile Scuola e didattica.

 

Si fidano dei professori e della scuola – aggiunge – perché ritengono che abbiano qualcosa da dire loro.  E apprezzano  i professori perché  sentono che  sono adulti che si dedicano a loro”. E proprio per questo  tra le sette parole  chiave proposte nel cammino verso il 10 maggio, il professor Triani  pone al primo posto “l’alleanza educativa”.

 

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Radio Vaticana riprende i dati sui Neet del Rapporto Giovani

di Luca Collodi

 

La questione della povertà in Italia fatica ad entrare nell’agenda politica ed è spesso oggetto di misure inadeguate lasciate dallo Stato agli Enti locali. Da sempre concentrata nelle regioni del Sud, si legge nel Rapporto Caritas su ‘Il bilancio della crisi’, oggi tocca anche il Nord e colpisce le famiglie ritenute fino a qualche anno fa “poco vulnerabili”, famiglie con almeno un genitore che lavora. Le politiche economiche e sociali varate nel periodo della crisi, sottolinea Francesco Marsico di Caritas Italiana, “non hanno dato” risposte concrete ai poveri: “manca in Italia una misura nazionale contro la povertà assoluta”. La crisi colpisce in particolare i giovani. Il Rapporto Giovani, indagine curata dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con Ipsos e Università Cattolica di MIlano, rileva come un esercito di giovani rischi la marginalizzazione sociale. Non studia, nè lavora. Sono i ‘Neet’, che si dichiarano anche “infelici” sulle opportunità di vita. “In Italia, osserva il prof. Alessandro Rosina, curatore della ricerca, non solo si allarga la condizione di ‘Neet’ ma anche le famiglie del ceto medio si trovano sempre più in difficoltà a svolgere il ruolo di ammortizzatore sociale”.

 

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E’ In libreria il volume del rapporto giovani

 

 

E’ uscito in libreria il volume dal titolo “La condizione giovanile in Italia- Rapporto Giovani 2013” (“Il Mulino”, 232 pagine, 20 euro), promosso dall‘Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e la Fondazione Cariplo.

 

Suddiviso in quattro parti (“Vita nella famiglia di origine e rapporto con i genitori”, “Lavoro e conquista dell’autonomia”, “Partecipazione politica e consumi mediali”, “Valori, opinioni e atteggiamenti”) il volume costituisce il primo Rapporto pubblicato a partire dai dati dell’indagine, che si propone come uno dei principali punti di riferimento in Italia su analisi, riflessioni, politiche utili a conoscere e migliorare la condizione dei giovani.

 

“Dalla possibilità di realizzare pienamente e con successo il passaggio alla vita adulta dipendono il benessere e la prosperità della società stessa. Se le nuove generazioni non riescono a trovare un lavoro e a formare una propria famiglia con figli, il problema non riguarda solo loro, è il paese che mina strutturalmente le basi del proprio futuro. Nel dibattito pubblico è sempre presente il tema generazionale, ma poco si fa poi in concreto per dare vere risposte. Proprio perché mancano adeguati strumenti di conoscenza e interpretazione della realtà, il rischio è quello di alimentare luoghi comuni e fornire letture parziali che costituiscono un alibi alle carenze dell’azione pubblica” (estratto dalla quarta di copertina)

 

Il libro è disponibile in formato tradizionale (presso tutte le principali catene e le librerie indipendenti) e in versione e-book (14,99 euro) sui principali store online (Ibs, Apple) e direttamente sul sito della casa editrice “Il Mulino“.

 

Gli autori de “La condizione giovanile in Italia- Rapporto Giovani 2013” sono:

 

– Sara Alfieri

– Rita Bichi

– Fabio Introini

– Elena Marta

– Daniela Marzana

– Mauro Migliavacca

– Cristina Pasqualini

– Alessandro Rosina

– Eugenia Scabini

– Emiliano Sironi

– Pierpaolo Triani

“Con i giovani protagonisti del futuro”- Convegno nazionale con presentazione del Rapporto Giovani

Dal Rapporto Giovani emerge «un quadro del mondo giovanile meno fosco di quanto non si voglia far credere in cui restano alti gli ideali di vita, l’attaccamento alla famiglia, la ricerca di relazioni autentiche, la disponibilità a mettersi in gioco per affrontare l’attuale momento di crisi economica e del lavoro. Viene alla luce una grande potenzialità fatta di disponibilità ad intraprendere strade nuove, a mettersi in gioco fin da ora: dal presente per costruire un futuro migliore»

Sono le parole dell’ Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, presidente dell’ Istituto Toniolo, ente fondatore dell’Università Cattolica, pronunciate questa mattina, nella sede dell’Ateneo, in occasione del convegno Con i giovani protagonisti del futuro”, organizzato dall’ Istituto Giuseppe Toniolo, in preparazione della 90esima Giornata per l’Università Cattolica (domenica 4 maggio 2014 – www.giornatauniversitacattolica.it).

«Davanti ad un simile profilo il compito di una istituzione educativa come l’Università Cattolica – ha aggiunto Scola – è quello di affiancare i giovani proponendosi come ambiente familiare e capace di fornire le competenze necessarie a diradare le nubi che si addensano sul loro futuro professionale senza perdere di vista la loro compiuta realizzazione personale».

La mattinata è stata aperta da Franco Anelli, Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e da monsignor Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale«In continuità con le finalità perseguite da Padre Agostino Gemelli – ha aggiunto Scola – e dai suoi collaboratori, l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha registrato una costante crescita fino ad essere annoverata tra le più prestigiose istituzioni accademiche del Paese e a raggiungere il primato tra le Università Cattoliche in Europa. Questo successo non è casuale e deriva da una molteplicità di fattori. Il più significativo dei quali è certamente da attribuirsi alla sua originale proposta educativa. Originale perché “origina”, cioè scaturisce da una peculiare visione della persona umana colta nell’insieme delle sue dimensioni costitutive. Fin dal suo inizio l’Università Cattolica infatti non si è limitata ad una qualificata formazione accademica, ma si è posta come un ambito educativo, ossia di crescita integrale della persona».

Compito e l’impegno dell’Istituto Toniolo «è quello di sostenere studenti, ricercatori, docenti, personale addetto, in una parola la communitas universitaria in questa integrale prospettiva educativa – ha proseguito Scola -. Al cuore di questa proposta educativa, come ci ricorda Papa Francesco nel Primo capitolo dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, sta la testimonianza dell’incontro personale con Gesù Cristo, come verità vivente che avvicina la libertà dell’uomo. Le inestirpabili domande circa il senso e il destino della propria vita non possono in Università restare marginali ma debbono attraversare ogni insegnamento e disciplina, ovviamente nel rispetto del loro statuto proprio».

La sessione mattutina è stata dedicata proprio al Rapporto Giovani (www.rapportogiovani.it), la ricerca che, con la collaborazione dell’Università Cattolica e il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, il Toniolo ha avviato nel 2012, su un campione iniziale di 9000 giovani fra i 18 e i 29 anni, della durata di cinque anni. Sono intervenuti Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica sociale e curatore della ricerca, (“ Caratteristiche e aspettative delle nuove generazioni: i dati del Rapporto Giovani”), quindi hanno preso la parola i curatori della ricerca Elena Marta (“La transizione all’età adulta tra legami familiari e legami sociali”), Pierpaolo Triani (“ Giovani e fiducia: la dimensione personale e istituzionale”), Rita Bichi (“ Giovani e partecipazione: i motivi di una distanza”).

Cosa emerge dal Rapporto Giovani?

L’85% degli intervistati vorrebbe essere autonomo per mettersi alla prova con stesso, il 57% per non sentirsi più un peso per la famiglia, ma il 70% dei giovani, dopo un periodo fuori casa (per studio o per lavoro), torna dai genitori. Il millennial italiano, pur di lavorare, per il 47% dei casi si adegua ad una retribuzione insoddisfacente e i l 46,5% si adatta a svolgere una attività non pienamente coerente con proprio percorso di studi. Un dato della ricerca ha particolarmente colpito il cardinale Scola, che lo «ha “ferito” per la componente di giudizio su quanto non riusciamo a trasmettere alle nuove generazioni. Mi riferisco alla costatazione della «prevalenza delle posizioni “sospettose” (58,9%) rispetto a quelle “fiduciose” (41,1%)» nei confronti delle persone; e al prevalere dei «“pessimisti moderati” (48,1 %)» riguardo al futuro, i quali insieme ai «“pessimisti” (23,1 %)» risultano essere una grande maggioranza. I dati ci parlano dunque di una generazione “moderatamente disincantata”. L’incremento del fenomeno dei cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training) costituisce forse in questo senso un segnale significativo». E rispetto all’Unione Europea, il giudizio dei giovani, secondo quanto emerge dall’indagine, risulta meno negativo rispetto a quello dato verso le istituzioni nazionali dell’Italia. Se infatti alla richiesta di assegnare un voto da 1 a 10, la maggioranza boccia sia i partiti che il Parlamento italiano, “solo” il 44% dà un’insufficienza all’operato della Ue.

Ha chiuso i lavori della mattinata mons. Guy-Réal Thivierge, segretario generale della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche e direttore del Centro di coordinamento e ricerca (Parigi). Il pomeriggio si è concentrato incentrato sul progetto culturale dell’Università Cattolica

“La famiglia infinita”: Repubblica intervista Alessandro Rosina, coordinatore del Rapporto Giovani

Alessandro Rosina, coordinatore del Rapporto Giovani, è stato intervistato dal quotidiano “La Repubblica” in merito a un tema strettamente attuale, ossia la permanenza prolungata di un numero sempre maggiore di giovani italiani all’interno della famiglia di origine. Complice la crisi, ma anche la paura di saltare nell’ignoto, nel nostro paese ben sette milioni di under 35 continuano a coabitare con mamma e papà, rimandando sine die quel distacco che già in passato avveniva in età adulta.

 

“I genitori italiani considerano naturale occuparsi dei propri figli fino a qualunque età- ha sottolineato Rosina- nel senso che a differenza dei genitori anglosassoni o scandinavi non rivendicano una loro autonomia di coppia, o spazi finalmente liberi, a privilegiano piuttosto una solidarietà interfamiliare che non si interrompe mai”. Un accudimento assiduo, che varia dalla cena pronta alle camicie stirate, ai soldi quando ce n’è bisogno, ma nel piacere, arcaico e tutto mediterraneo, del tenere i figli con sé. “C’è una bassa conflittualità in questi clan di adulti, dove può capitare che ci siano addirittura quattro generazioni insieme. E’ evidente che tutto viene rinegoziato, la vita sessuale, il dormire fuori, a volte i figli danno un contributo economico, a volte no. Il dato collettivo- aggiunge Rosina- è che i giovani in famiglia si sentono liberi, nessuno si sogna di proibire che un fidanzato dorma in casa o di imporre orari di pranzi e cene. L’altro dato è che i genitori si fanno carico quasi di tutto”. Un forte sostegno alle nuove generazioni, “ma anche un condizionamento affettivo che non spinge certamente all’uscita, al salto nel mondo”.

 

Un realtà fotografata anche dal Rapporto Giovani, che ha certificato come anche in Lombardia la famiglia rappresenti l’unica certezza per la generazione dei “millennials”, vale a dire chi è diventato maggiorenne nel nuovo millennio. A volte la famiglia è una certezza che diventa un vero e proprio ammortizzatore sociale, soprattutto nel caso delle giovani donne: è il 10,1% che è stato costretto a tornare da mamma per difficoltà economiche (il dato si abbassa per i coetanei all’8,2%). Rispetto al resto degli italiani, i giovani lombardi lasciano la famiglia di origine più per sentirsi indipendenti (16,4% contro 12,9%), meno per motivi di studio (29,1% contro il 35,9%). Ma per migliorare le opportunità lavorative sono disposti anche a trasferirsi all’estero: il 45,9% contro il 42% del dato nazionale. Anche una quota rilevante di chi ha già un lavoro si dichiara disposto a trasferirsi oltre confine. Il valore è più alto per chi ha un contratto a tempo determinato (il 42,4% in Lombardia e il 38,2% come media italiana), ma che rimane rilevante (circa 1 su 3) anche tra chi ha un lavoro più stabile.

Tasso di disoccupazione giovanile al 42,3%: a febbraio sono 678mila i ragazzi in cerca di lavoro

La disoccupazione a febbraio vola al nuovo tasso record del 13%: si tratta del livello più alto rilevato dall’Istat sia dall’inizio delle serie mensili, nel gennaio 2004, sia delle trimestrali, a inizio del 1977. A preoccupare è il numero di disoccupati cresciuti del 9% rispetto lo scorso anno a quota 3,3 milioni di persone (+0,2% su gennaio). Tra i giovani sono in cerca di occupazione 678mila ragazzi, con un tasso di disoccupazione pari al 42,3%, sostanzialmente immutato rispetto a gennaio (-0,1%).

 

Secondo quanto rilevato dall’Istituto Nazionale di Statistica, a febbraio 2014 sono occupati 923 mila giovani tra i 15 e i 24 anni, in diminuzione dell’1,4%  rispetto al mese precedente (-13 mila) e del 10,4% su base annua (-107 mila).  Il tasso di occupazione giovanile, pari al 15,4%, diminuisce di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,7 punti nei dodici mesi.
Il numero di giovani disoccupati, pari a 678 mila, è in calo dell’1,6% nell’ultimo mese (-11 mila) ma  in aumento del 4,2% rispetto a dodici mesi prima (+27 mila).

 

L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età  è pari all’11,3% (cioè più di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza diminuisce di 0,2 punti percentuali nell’ultimo mese ma cresce di 0,5 punti rispetto allo scorso anno. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli
attivi (occupati o disoccupati), è pari al 42,3%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento di 3,6 punti nei dodici mesi. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono pertanto esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, ad esempio perché impegnati negli studi.  Il numero di giovani inattivi è pari a 4 milioni 393 mila, in aumento dello 0,5% nel confronto congiunturale (+20 mila) e dell’1,1% su base annua (+46 mila).  Il tasso di inattività dei giovani tra i 15 e 24 anni, pari al 73,3%, sale di 0,4 punti percentuali nell’ultimo mese e di 1,2 punti nei dodici mesi.

 

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