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Il contributo dell’Osservatorio alla pastorale giovanile

Group of people cheering, arms raised in joy generated by artificial intelligence

I missionari Comboniani, in occasione della Assemblea provinciale della Pastorale giovanile e vocazionale che si terrà a Verona tra l’8 e il 12 aprile, si avvarranno del contributo scientifico dell’équipe dell’Osservatorio Giovani che approfondisce i temi della spiritualità giovanile. Saranno presenti Rita Bichi, Paola Bignardi e  Cecilia Cremonesi.

Credere domani. Tre giorni di formazione per gli educatori dei giovani

Waiting for a while is not a problem for us

Il Laboratorio Giovani “Credere domani”, promosso dagli Istituti Superiori di Scienze Religiose di Verona e dell’Emilia, è una iniziativa residenziale rivolta ai responsabili delle diocesi coinvolte, alle persone impegnate nella pastorale giovanile e nell’annuncio, alle associazioni impegnate in ambito educativo. Prevede un triennio di lavoro.

Il primo appuntamento estivo si svolgerà dal lunedì 26 agosto al giovedì 29 agosto 2024 presso la Casa di spiritualità San Fidenzio di Verona.
L’obiettivo è riflettere sulla fede e sulla spiritualità delle attuali generazioni, offrendo un contributo di riflessione teologico pastorale alle comunità ecclesiali nelle loro iniziative con i giovani e più in profondità nel modo di intendere e mettere in atto la fede cristiana nel contesto culturale attuale.

Infatti i giovani, sia la minoranza degli appartenenti sia la maggioranza che ha lasciato la Chiesa, chiedono più o meno esplicitamente una nuova figura di cristianesimo e di fede che risponda alla loro ricerca di spiritualità.
Il laboratorio può contare su l’indagine qualitativa coordinata da Paola Bignardi e Rita Bichi, nel solco della ricerca decennale dell’Osservatorio Giovani del Toniolo, ente fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, condotta tramite interviste personali di un centinaio di giovani che hanno lasciato la Chiesa e tramite focus group con altrettanti giovani che ancora frequentano la comunità cristiana; l’ascolto di alcune tra le pratiche più significative di pastorale giovanile delle due regioni implicate.

Locandina

Formazione teologica e fede dei giovani

Business trainer in suit and shirt is greeting group of adult business people students in modern office spreading his arms asides. People sitting at desks backs to camera. Adult education concept.

La Scuola Diocesana di Formazione Teologica di Trento (SDFT) organizza un incontro pubblico – in occasione della consegna dei diplomi ai suoi studenti – con Paola Bignardi, curatrice insieme a Rita Bichi del volume Cerco, dunque credo? (Vita e Pensiero). Si discuteranno i risultati della ricerca svolta dall’Osservatorio sulla fede dei giovani, sia di quelli che ancora frequentano la Chiesa sia di quelli che se ne sono allontanati.

Locandina

5 aprile 2024. In Cattolica la presentazione della nuova ricerca sulla spiritualità dei giovani

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Il 5 aprile in Università Cattolica è stato presentato il volume Cerco, dunque credo? I giovani e una nuova spiritualità, a cura di Rita Bichi e Paola Bignardi.

Sono intervenuti Paola Bignardi, Gianpiero Palmieri (vescovo di Ascoli Piceno e vicepresidente Cei), Riccardo Pincerato (responsabile del Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile – Cei), Lucia Vantini (docente di Filosofia della Religione – ISSR di Verona e presidente Coordinamento Teologhe Italiane).

«Perché vi siete allontanati dalla Chiesa?». Da questa domanda, posta a cento giovani tra i 18 e i 29 anni, ha preso le mosse la nuova indagine qualitativa condotta dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo.

Rivedi l’evento

Locandina

Qui la presentazione di Paola Bignardi.

L’Intelligenza Artificiale richiede umani più responsabili

AI, Machine learning, Hands of robot and human touching on big data network connection background, Science and artificial intelligence technology, innovation and futuristic.

di Elena Beccalli, Avvenire 28 dicembre 2023

Il nuovo anno, come già è avvenuto nel 2023, avrà nell’intelligenza artificiale (IA) uno dei maggiori elementi di rischio e opportunità. A sottolineare quanto il tema sia rilevante è anche l’ AI Act, l’accordo raggiunto lo scorso 9 dicembre da Parlamento, Commissione e Consiglio europeo, in cui si propone per la prima volta l’adozione di una regolamentazione dell’intelligenza artificiale, con norme differenti secondo i diversi livelli di rischio alcuni dei quali considerati inaccettabili. La rilevanza di questo accordo – purtroppo solo europeo – sta nel riconoscere che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale comporta dei rischi che, se non debitamente governati, possono avere conseguenze negative a livello individuale e sociale. Sul tema rischio, sono di particolare interesse alcune analisi che saranno presentate nel Rapporto giovani 2024 dell’Istituto Toniolo. Basate su un’indagine internazionale realizzata con interviste condotte nel 2023 su un campione di 6.003 ragazzi, rilevano che un grado più elevato di conoscenza dell’intelligenza artificiale è associato a una maggiore percezione del suo rischio. La crescita nell’utilizzo delle applicazioni dell’IA implica invece una minore percezione del loro rischio e uno speculare aumento delle opportunità attese. Questi risultati suggeriscono quanto sia necessario agire sulla conoscenza degli strumenti di IA poiché essa accresce la consapevolezza dei giovani in merito ai rischi e alle opportunità che ne possono derivare. Da questo punto di vista, le evidenze emerse dallo studio confermano la validità dell’approccio dell’ AI Act, che propone una regolamentazione dell’intelligenza artificiale basata proprio sui rischi a essa legati. Ritornando al Rapporto giovani 2024, è interessante anche notare la relazione tra la percezione del rischio dell’IA e alcune caratteristiche socio-demografiche. Innanzitutto, il genere ha un suo impatto: le intervistate mostrano una percezione del rischio maggiore rispetto agli intervistati di genere maschile cui si associano una conoscenza e un utilizzo minore. Fa la differenza anche il livello di istruzione: se questo è superiore, si rileva una percezione del rischio maggiore, una migliore conoscenza nonché un minor utilizzo. Evidenti sono infine le eterogeneità per aree geografiche, con un posizionamento di italiani e spagnoli – rispetto a tedeschi, francesi e britannici – in assoluto inferiore in termini di percezione del rischio, cui si associa una conoscenza più limitata ma un utilizzo analogo. Ciò indica che soprattutto nel nostro Paese per affrontare in maniera consapevole le sfide imposte dall’intelligenza artificiale l’educazione riveste un ruolo cruciale. Nel messaggio per la 57esima Giornata Mondiale della Pace, Papa Francesco pone il tema dell’intelligenza artificiale come prioritario per il nuovo anno, riconoscendone «entusiasmanti opportunità e gravi rischi». Interrogandosi in merito alle conseguenze dell’IA, suggerisce come lo sviluppo di tecnologie al servizio della dignità umana abbia evidenti implicazioni per le istituzioni educative e per i metodi di insegnamento. I giovani vanno innanzitutto educati al pensiero critico per essere in grado di discernere nell’uso dell’enorme quantità di dati e contenuti resi disponibili dall’intelligenza artificiale. Inoltre, le scuole e le università sono chiamate ad aiutare gli studenti ad approfondire gli aspetti sociali ed etici dello sviluppo e dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Tema quest’ultimo ricorrente nel pensiero di Papa Francesco, che già in occasione del convegno della Pontificia Accademia per la Vita del febbraio 2020, si era pronunciato in questo senso: «Il rapporto tra l’apporto umano e il calcolo automatico va studiato bene perché non sempre è facile prevederne gli effetti e definirne le responsabilità». Numerosi gli studi che di recente affrontano il tema dell’accountability, vale a dire dell’attribuzione della responsabilità all’uomo piuttosto che alla macchina. In alcuni contesti, come ad esempio i sistemi di guida autonoma assistita da un copilota umano, l’attribuzione della responsabilità agli esseri umani può avvenire coinvolgendo l’utente finale, con una sua partecipazione attiva e consapevole alle decisioni e azioni dell’algoritmo. A volte però, come nel caso delle strategie di gestione di portafogli finanziari, gli algoritmi di intelligenza artificiale sono “imperscrutabili”, cioè assumono decisioni complesse sulla base di un’elevata mole di informazioni e con sofisticate tecniche di analisi tali da rendere impossibile o inefficiente una ricostruzione analitica del processo decisionale e una partecipazione dell’utente finale. In tali situazioni la responsabilità non può che essere fatta risalire fino ai soggetti coinvolti nello sviluppo degli algoritmi, anche per scelte non direttamente effettuate da loro. Lo snodo centrale, dunque, riguarda il modo in cui gli esseri umani possono essere resi responsabili, ovvero la cosiddetta attribuzione di responsabilità che non può limitarsi alla costruzione dell’algoritmo oggi ma che deve spingersi alle sue future capacità di apprendimento e alle decisioni che ne deriveranno.

Avvenire

Avvenire pag.16

Cerco, dunque credo? I giovani e una nuova spiritualità

Shoes and arrows pointing in different directions on asphalt floor

In libreria dal 22 marzo e già disponibile sul sito di Vita e Pensiero il libro Cerco, dunque credo. I giovani e una nuova spiritualità, a cura di Rita Bichi e Paola Bignardi.

«Perché vi siete allontanati dalla Chiesa?». Da questa domanda, posta a cento giovani tra i 18 e i 29 anni, ha preso le mosse l’indagine, condotta dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo.
A questi giovani è stato chiesto di raccontare la propria personale storia religiosa e la propria idea di spiritualità, il pensiero sulla Chiesa, la posizione rispetto alla fede.
Ad altri che, invece, sono attualmente impegnati nel contesto ecclesiale, è stato chiesto: «Perché voi siete rimasti?». Le risposte degli uni e degli altri lasciano intravedere un mondo giovanile sorprendente: l’abbandono della pratica religiosa e della comunità cristiana non significa necessariamente distacco dalla fede, così come l’essere rimasti non esprime adesione a tutto ciò che la Chiesa pensa e propone. Negli uni e negli altri vi è una ricerca quasi sempre inquieta e sofferta: di una fede personale che esprime anche l’aspirazione a una vita bella e buona; di una spiritualità che abbia le proprie radici nella profondità della coscienza.

Connettere i punti. Un convegno sulla pace

Il Settore Giovani dell’Azione Cattolica di Acqui Terme (AL) organizza un convegno articolato in una mattinata di lavori di gruppo sui temi della pace, del lavoro, della partecipazione, dell’ambiente e un pomeriggio di riflessione con il supporto dei dati del Rapporto Giovani.

I lavori saranno guidati da Cristina Pasqualini, ricercatrice di Sociologia generale in Università Cattolica, del Comitato scientifico dell’Osservatorio Giovani.

Locandina

Gli scout si formano con il Rapporto Giovani

Relax adventure and lifestyle hiking travel idea concept. Young Man Traveler with backpack relaxing outdoor.

Il 25 febbraio a Roma sarà protagonista il Rapporto Giovani al workshop SGUARDI E APPROFONDIMENTI SULLA REALTÀ GIOVANILE , attività di formazione  promossa a livello nazionale e rivolta ai capi Scout.

Interverrà la dott.ssa Dalila Raccagni, collaboratrice dell’Osservatorio Giovani.

Locandina

Cerco, dunque credo?

Giovedì 22 febbraio alle 18, all’Istituto superiore di Scienze religiose di Reggio Calabria in collaborazione con l’Ufficio della Pastorale giovanile e della Pastorale scolastica, Paola Bignardi presenterà l’ultima ricerca dell’Osservatorio Giovani dal titolo: «Cerco, dunque credo?». L’indagine condotta è basata sull’ascolto di quasi 200 giovani di tutta Italia che hanno raccontato la loro esperienza di Chiesa, le ragioni del loro allontanamento, i motivi per cui sono rimasti, la personale idea di Dio.

Qui il programma.

Leggi l’articolo diAvvenire.

Del lavoro e della persona

L’Ateneo del Sacro Cuore e l’Arcidiocesi di Milano organizzano il 21 febbraio in Aula Pio XI un convegno sui giovani e il lavoro.

Tra i relatori il coordinatore dell’Osservatorio Giovani Alessandro Rosina e Rita Bichi, membro del Comitato scientifico.

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