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I giovani e il post voto

RISULTATI SALIENTI  POST VOTO – ISTITUTO TONIOLO
Risultati dell’indagine Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo realizzata in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo su 1009 giovani di età 20-35 rappresentativi a livello nazionale.
I dati confermano un processo di espressione del voto su cui ha pesato una forte indecisione che però non si è trasformata in astensione. Lo scioglimento del dubbio, anche in modo non convinto, è avvenuto per molti indecisi solo poco prima del voto.
Oltre 1 su 3 degli intervistati ha deciso solo qualche giorno prima del voto (27,0%) o andando a votare (10,8%).
I giovani intervistati già orientati verso uno dei partiti e movimenti già prima delle elezioni sono poco meno del 40%. Per gli altri è l’occasione delle elezioni che ha portato a dover maturare un’idea sull’offerta dei vari partiti e a schierarsi.

 

Indicativamente quando hai deciso per chi votare?
In cabina al momento del voto    10,8%
Qualche giorno prima del voto    27,0%
Qualche settimana prima del voto    22,4%
Mesi prima    39,8%

IL VOTO DEGLI INDECISI
Quando hai deciso chi votare? Per partito/movimento votato

A ridosso del voto    Qualche settimana prima    Mesi prima
Partito Democratico     35,5%                   21,7%                               42,8%
Movimento 5 stelle      36,5%                   17,3%                               46,2%
Più Europa                    74,2%                   22,6%                               3,2%
Liberi e Uguali              45,2%                    42,9%                              11,9%
Forza Italia                    32,7%                    20,5%                              46,8%
Lega                              28,3%                    27,6%                              44,1%
Fratelli d’Italia               53,8%                    38,5%                               7,7%

Quasi il 40% degli intervistati ha deciso chi votare qualche giorno prima o a ridosso del voto.
I maggiori partiti sono quelli più conosciuti e con un bacino di consensi già consolidato prima della campagna elettorale.
I partiti più piccoli sono tendenzialmente meno conosciuti e più nuovi, sono quindi quelli che si sono dovuti maggiormente guadagnare consensi durante la campagna delle elezioni del 4 marzo.
La Lega è il partito che meno ha conquistato voti dagli incerti dell’ultima ora, mentre chi era in crescita e avrebbe forse avuto più possibilità di guadagnare ulteriormente se ci fosse stato più tempo è “Più Europa”.  La decisione dell’ultimo momento è in parte anche dovuta a elettori non convinti dai grandi partiti ma schierati sull’asse destra e sinistra, che hanno poi optato per simboli minori come Liberi e Uguali e Fratelli d’Italia.

VOTO MA SENZA CONVINZIONE
Il 40% ha votato ma senza una solida convinzione (Tabella 3). Per il 22,2% si è trovato a scegliere alla fine il “meno peggio” e il 18,7% a votare soprattutto per non far prevalere altre forze politiche considerate dannose per il Paese (ovvero, per quasi uno su 5, è più forte quello in cui non ci si riconosce che quello in cui ci si riconosce).
Tabella 3
Cosa ti ha spinto ad andare a votare?

Perché è il partito che meglio rappresenta i miei valori e la mia ideologia politica    24,7%
Perché ho fiducia nel leader che lo rappresenta    12,5%
Perché me lo ha consigliato la mia famiglia/amici    2,0%
Perché ho letto il programma e mi ha convinto    12,5%
Perché mi è piaciuto il modo in cui ha condotto la campagna elettorale    6,2%
Perché è il meno peggio    22,2%
Perché non volevo vincesse un’altra forza politica che ritengo dannosa per il paese    18,7%
Altro    1,2%

I molto convinti di quello che hanno votato sono il 43,9% (Tabella 4). Prevalgono quindi nel complesso i “non del tutto convinti” del simbolo scelto, con una forte concentrazione su “abbastanza”. Segnale di campagna elettorale che ha appassionato poco e che non ha restituito convinzioni forti.

Tabella 4
Quanto sei convinto del voto dato?

Per niente    1,4%
Poco    11,8%
Abbastanza    42,9%
Molto    43,9%
Nel complesso prevale una insoddisfazione sugli esiti finali. Circa il 55% (Tabella 5) dei giovani intervistati si dichiara poco o per niente soddisfatto dei risultati ottenuti. Solo una minoranza si riconosce nel quadro post elezione.

Tabella 5
Quanto sei soddisfatto dell’esito di queste elezioni politiche?

Per niente    22,3%
Poco    32,3%
Abbastanza    37,8%
Molto    7,6%

SI POTRA’ FORMARE UN GOVERNO?
Solo meno del 20% pensa che si riuscirà a ottenere un governo stabile in grado di durare. Il 25% non ha una idea su cosa potrà accadere. Mentre la netta maggioranza ritiene che si dovrà tornare presto alle urne (55,8%).
Tabella 6
Si riuscirà a creare un governo stabile che durerà tutta la legislatura    19,2
No, non si riuscirà a formare un governo stabile e si tornerà presto alle urne per rivotare    55,8
Non so rispondere    25,0

Gli elettori della coalizione di centrosinistra e di LeU sono convinti che non si riuscirà a formare un governo stabile e che presto di ritornerà a votare.
C’è perplessità sulle possibilità di costituire un governo anche in parte degli elettori di centrodestra di Forza Italia e Fratelli d’Italia, che si mostrano negativi o indecisi.
Leggermente più possibilisti sono gli elettori 5 stelle.
Quelli decisamente più convinti che sia possibile formare un governo sono gli elettori della Lega: solo il 35.7% dei leghisti vede un ritorno alle urne, mentre quasi un elettore leghista su due pensa ad una soluzione duratura e stabile, contro poco più del 20% del totale dell’elettorato.

Secondo te si riuscirà a creare un governo stabile o si dovrà tornare presto alle urne per rivotare? (PER PARTITO VOTATO e solo tra chi ha votato)

Tabella 7
(Vedi testo comunicato)

GIUDIZIO SUI LEADER
Il giudizio degli intervistati sui leader dei partiti principali su come hanno condotto la campagna elettorale (Tabella 8) evidenzia un forte riconoscimento all’impegno di Silvio Berlusconi molto concentrato sugli elettori di Forza Italia (è quello con maggior supporter al proprio interno).
Matteo Salvini ottiene invece riconoscimenti alti e trasversali su tutta la coalizione di centro-destra. In parte ciò avviene anche per Giorgia Meloni.
Luigi di Maio, oltre che dal M5S risulta apprezzato soprattutto da chi ha votato Forza Italia (in parte Fratelli d’Italia) con il voto più basso assegnato da chi ha votato PD. Questi ultimi (votanti PD) sono i più critici nei confronti di tutti i leader, con modesto apprezzamento anche rispetto al leader del partito che hanno votato (Renzi) superato da Gentiloni.

Tabella 8
Giudizio sulla campagna elettorale dei Leader (scala 1-10)
(Vedi testo comunicato)

COMMENTO

“La campagna elettorale e l’offerta politica non sono state tali da suscitare passione e portare i giovani al voto con entusiasmo – queste le parole di Alessandro Rosina, coordinatore scientifico del Rapporto Giovani, docente di Demografia e Statistica sociale all’Università Cattolica – La grande maggioranza è rimasta tiepida rispetto alle promesse elettorali, mostrando poco affidamento soprattutto verso i partiti tradizionali, poco in grado di mettersi in sintonia con le nuove generazione e a realizzare efficaci politiche di miglioramento della propria condizione. Molti sono rimasti indecisi fino agli ultimi giorni e la grande maggioranza ha votato senza convinzioni forti. Anche l’esito, coerentemente, lascia in larga parte insoddisfatti. Prevale nettamente l’idea che non si riuscirà a formare un esecutivo duraturo, con i votanti della Lega nettamente i più decisi a voler vedere tale partito governare. I meno convinti sono coloro che hanno votato nell’area di centrosinistra, lontani dalle forze che si candidano a governare ma anche freddi nei confronti dei propri leader”.
***

Nota metodologica
Sondaggio realizzato da Ipsos PA per Istituto Giuseppe Toniolo presso campione casuale rappresentativo dei giovani residenti sul territorio italiano nati dal 1982 al 1997 stratificato per quote di genere per età, livello di scolarità, condizione lavorativa per area geografica di residenza, area geografica di residenza per dimensione del comune di residenza. Sono state realizzate 1.009 interviste (su 2.145 contatti), mediante metodologia CAWI, dal 5 al 6 marzo 2018. Il documento informativo completo riguardante il sondaggio sarà inviato ai sensi di legge, per la sua pubblicazione, al sito www.sondaggipoliticoelettorali.it

Cosa succede dopo la laurea?

A Radio Maria intervengono sul tema “Cosa succede dopo la laurea?” il prof. Paolo Branca, direttore del Master “Ebraismo, cristianesimo e Islam, le religioni di Abramo” in Università Cattolica;  Chiara Luisa Cantù, direttore del master Account e Sales Management dell’Università Cattolica  nato  dalla collaborazione fra Almed (Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo), Centrimark (Centro di Ricerca di Marketing);  Simonetta Saracino, coordinatrice del master  Media Relation e Comunicazione d’Impresa dell’Università Cattolica;  Matteo Pedrini, è professore associato di Corporate Strategy presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. È responsabile della ricerca di ALTIS-Alta Scuola Impresa e Società della medesima università;  Valentino Magliaro, 25 anni Public Relations Manager del Gruppo Spaggiari Parma e Ambassador di TEDxYouth Bologna, coordina il Talent Board di Fondazione HExMa ed è stato selezionato tra i Civic Leader nel Mondo dal 44° Presidente Usa, Barack Obama, per la Obama Foundation. Ha la visione di diventare il Presidente del Consiglio Italiano nel 2029; Riccardo Buscarini, coreografo che è impegnato nella danza contemporanea e nelle arti visive.

Ascolta la puntata integrale

 

 

 

7×1: la passione che diventa lavoro

Nella nuova puntata di 7×1 incontriamo Valentino Magliaro, Civic Leader Italy Fondazione Obama e PR Gruppo Spaggiari Parma.
Valentino è un altro esempio di come la passione possa diventare lavoro, il suo obiettivo è quello di aiutare le scuole perché creino progetti sostenibili per le loro comunità territoriali e quindi di trovare chi voglia collaborare e portare un valore.
“La sfida della scuola di oggi è comunicare con chiunque. Il problema della scuola è che prepari a un dialogo costante con ogni tipo di generazioni. Non possiamo perdere la capacità di relazione”.
Ascolta la puntata integrale:

 

Generazione Z. Guardare il mondo con fiducia e speranza

Questo libro, a cura di Paola Bignardi, Elena Marta e Sara Alfieri presenta alcuni dati emersi dalla prima rilevazione della ricerca longitudinale Generazione Z, promossa dall’Istituto Toniolo di Studi Superiori in 36 scuole distribuite sul territorio nazionale, che ha coinvolto circa 6000 studenti. L’indagine, grazie al Positive Youth Development Approach, si propone di guardare alle risorse e alle capacità degli adolescenti piuttosto che ai loro limiti.

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NEETwork per rimettersi al lavoro

NEETwork è il progetto di Fondazione Cariplo volto a sostenere l’attivazione o riattivazione sul piano formativo, professionale e motivazionale dei giovani che per svariati motivi hanno precocemente abbandonato gli studi e che si ritrovano esclusi dal mercato del lavoro. L’intervento prevede di offrire a circa 1.000 giovani tra i 18 e i 24 anni la possibilità di fare un’esperienza di tirocinio remunerato di 4-6 mesi presso un ente non profit. Investire sui giovani significa costruire un domani migliore.

“Nel momento in cui non credevo più di riuscire in qualcosa è arrivata questa opportunità!”. Sono le parole di Domenica, che aveva rinunciato a studiare e lavorare per prendersi cura della sua bimba. Grazie al progetto NEETwork #conFondazioneCariplo, ha svolto un tirocinio retribuito presso l’Associazione San Vincenzo: un’esperienza formativa ma anche una nuova speranza per ritrovare fiducia nel futuro. La storia di Domenica:

Il lavoro per i giovani nei programmi elettorali

Il docente Alessandro Rosina, coordinatore scientifico dell’Osservatorio Giovani, ha letto i programmi dei partiti e ha individuato dove e come trattano il tema del lavoro per i giovani. Leggi qui

Il vento favorevole, 10 marzo, Piacenza

Il prossimo 10 marzo dalle 9.30 alle 17, al Centro Congressi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore,  si terrà l’incontro “Il vento favorevole” verso il Sinodo dei giovani. Si tratta di una giornata di incontro e ascolto per educatori e giovani.

I temi trattati saranno: Accompagnare, Ricercare, Condividere, Organizzare.

Prevista anche la diretta streaming.

Programma e locandina

Il futuro della fede nell’educazione dei giovani la Chiesa di domani

Quale futuro per la fede? E per le comunità cristiane? Dopo l’indagine che ha coinvolto 150 giovani di tutta Italia sul loro rapporto con la religione (Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia, a cura di R. Bichi e P. Bignardi, Vita e Pensiero, 2015), l’équipe di ricerca dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo si è convinta che il futuro della fede – ma anche dell’umanità e della società – passi anche attraverso l’educazione, perché è generato nella coscienza delle persone in cui, nella libertà, si realizza l’intreccio tra umano e divino, tra ciò che si riceve e la spinta a reinterpretarlo. Da qui l’esigenza di conoscere meglio l’ispirazione, i temi, le motivazioni dei protagonisti – genitori, sacerdoti, insegnanti, suore, catechisti, animatori – che, con un’azione spesso poco riconosciuta, contribuiscono a iniziare i giovani al rapporto con il trascendente.

Il volume

I giovani italiani chiedono una politica diversa

I GIOVANI ITALIANI CHIEDONO UNA POLITICA DIVERSA. IL 53% BOCCIA QUELLA ATTUALE, MA PER IL 74% È POSSIBILE MIGLIORARLA CON IMPEGNO IN PRIMA PERSONA

La campagna elettorale per il voto del 4 marzo è oramai conclusa. Ora a parlare saranno soprattutto i risultati sia relativi all’affluenza sia del consenso ottenuto dai vari partiti. Ma al di là del voto, rimane aperto l’interrogativo sulla fragilità del rapporto tra nuove generazioni e politica.

La metà dei giovani italiani (53%) boccia la politica italiana attuale perché sentita lontana, non in grado di mettersi in piena sintonia con le nuove generazioni e poco efficace nell’affrontare i temi che li riguardano.

Esistono però rilevanti differenze per titolo di studio e in particolare rispetto alle condizioni in cui i giovani si trovano. Gli studenti, non ancora confrontati con le difficoltà del mondo del lavoro e con aspettative ancora alte sul proprio futuro, tendono ad essere molto più favorevoli (voto positivo per circa il 60%, anche se solo 1 su 5 promuove con voti elevati).

Chi ha un lavoro (spesso non del tutto coerente con la propria formazione e con retribuzioni medio-basse) è molto più critico (i voti positivi scendono al 46% circa). I Neet (chi non studia e non trova lavoro) sono i più severi: solo il 36% promuove la politica italiana attuale. Per oltre il 40% è da bocciare senza appello.

È quanto emerge da un’indagine promossa dall’Istituto Toniolo nell’ambito del Rapporto Giovani e realizzata da Ipsos dall’1 al 9 febbraio su un campione rappresentativo di 2.225 residenti italiani tra i 20 e i 35 anni (generazione dei Millennials) in collaborazione con Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo.

Se si passa però dal considerare l’attuale quadro politico italiano all’atteggiamento più in generale rispetto al valore e alla funzione della politica in sé, si ottengono risultato molto più positivi.

Solo il 7,8% degli intervistati considera la politica totalmente inutile, irrimediabilmente pensata come esercizio del potere e non a favore del bene comune. Il 21,5% non è del tutto negativo, ma è poco convinto sulla possibilità che possa migliorare il paese. Prevale in ogni caso chi considera la politica potenzialmente uno strumento utile (49,8%) a cui si aggiunge oltre uno su cinque (20,9%) ne è pienamente convinto.

I valori sono ancora più incoraggianti tra gli under 25 si sale vicino all’80% di rispondenti che vedono nella politica uno strumento utile per migliorare il paese in cui vivono.

I giovani intervistati chiedono una politica attenta e aperta verso le nuove generazioni. Secondo il 26,2% i partiti attuali non offrono alcun vero spazio di partecipazione e azione delle nuove generazioni. Per quasi il 50% ciò avviene solo in modo limitato. Meno di uno su quattro pensa che opportunità vere di coinvolgimento vengano offerte da almeno una forza politica.

La percezione di apertura più bassa è presentata dalle classi sociali più svantaggiate.

Se però una apertura autentica ed effettiva ci fosse nei confronti dei giovani che vogliono impegnarsi, l’opinione per molti intervistati diventerebbe più favorevole. In tal caso la visione della politica migliorerebbe “abbastanza” per la metà degli intervistati, e “molto” o “moltissimo” per il 24,3%. Il riconoscimento del miglioramento con un maggior coinvolgimento dei giovani aumenta sensibilmente con il titolo di studio.

Un’ ampia maggioranza di giovani è quindi aperta verso la possibilità di un maggior coinvolgimento e di un miglioramento della politica. Lo conferma il fatto che alla domanda “Anche se è molto difficile, è ancora possibile per tutti impegnarsi in prima persona per cercare di far funzionare meglio le cose in Italia”

quasi tre giovani su 4 concordano. Anche chi ha titolo di studio basso concorda in quasi il 70% dei casi, ma si sale al 78% tra i laureati.

“Questi dati confermano” – afferma Alessandro Rosina, coordinatore scientifico del Rapporto Giovani – “come guardando oltre le difficoltà della propria condizione e la bassa credibilità della politica attuale, i giovani italiani non risultino disinteressati e individualisti, come vengono spesso ritratti. Mostrano un grande desiderio di contare sulle

decisioni pubbliche che hanno ricadute sul loro futuro e sul contesto in cui vivono.

Desiderano farsi parte attiva di un paese che nonostante le difficoltà, ha grandi potenzialità di crescere e ha grande voglia di riscoprirsi in sintonia con i processi più virtuosi di cambiamento e crescita di questo secolo. Perché questo desiderio possa esprimersi concretamente e con forza, serve però accesso ad informazione adeguata, consapevolezza del valore del proprio ruolo sociale ed esperienze positive di confronto e partecipazione. Il rischio è però che dopo il voto del 4 marzo si torni a parlare di tutt’altro”.

comunicato stampa 

7×1: Parrocchia 2.0

Eccoci con una nuova puntata del 7×1. Interviene Maria Grazia Cazzaniga, dell’ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Milano, per parlarci di un nuovo percorso di formazione che avrà luogo a partire dal 17 Marzo e si chiamerà”La Parrocchia comunica con i Social Media”. Le Parrocchie e le altre realtà associative connesse conoscono l’uso e le potenzialità dei Social Media? Quanto davvero possono essere utili questi mezzi di comunicazione per le Diocesi? Sette minuti per un incontro. 7×1 è la la rubrica a cura dell’Istituto Toniolo in onda su Radio Marconi il sabato alle 18.40 e domenica in replica alle 13.00.

 

Ascolta la puntata integrale:

Ascolta l’anteprima:

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