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In mostra i manichini di de Chirico, fino al 17 ottobre

Per la prima volta a Milano i costumi di scena disegnati dall’artista per l’allestimento che aprì il Maggio Musicale Fiorentino nel 1933, rivoluzionando l’estetica scenica de I Puritani di Bellini. Dal 19 settembre al 17 ottobre nella sede di via Nirone.

Arrivano per la prima volta a Milano i costumi di scena che Giorgio de Chirico disegnò per l’opera I Puritani di Vincenzo Bellini allestita a Firenze il 25 maggio 1933. Gli abiti, utilizzati per la prima stagione del Maggio Musicale Fiorentino nel 1933 rivoluzionarono l’estetica scenica dell’opera del compositore catanese.

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L’alternanza scuola-lavoro su 7×1

Ascolta la puntata integrale di 7×1. E’ solo il primo dei tre appuntamenti sul progetto alternanza scuola-lavoro, introdotto dalla legge Buona scuola. Incontriamo la professoressa Manuela Cantoia, collaboratrice del centro e servizio Spaee dell’Universtà Cattolica del Sacro cuore, che racconta l’inquadramento strutturuale e giuridico del progetto. “L’alternanza prevede che gli studenti degli ultimi tre anni di scuola si confrontino con il mondo del lavoro. 400 ore nel triennio per i tecnici, 200 ore per i licei.  E’ un’occasione per imparare facendo e anche un’occasione di orientamento”.

 

 

Ecco l’anteprima

 

Una mostra da visitare, una mostra tutta da guardare: i Papi in soggettiva

Un consiglio per una mostra che ha appena inaugurato a La Triennale sulla figura dei Pontefici della storia e in particolare sul loro rapporto con l’audiovisivo: in quale misura la Chiesa si è servita anche di cinema e televisone per trasmettere il proprio messaggio? Come questi mezzi di comunicazione hanno raccontato la storia della Chiesa e dei Pontefici. A queste domande vuole rispondere la mostra, aperta fino al 18 ottobre, “Papi in soggettiva, i Pontefici, il cinema, l’immaginario”.  7×1, in onda domani su Radio Marconi alle 18.30 e domenica in replica alle 13.00, ha incontrato il prof Gianluca della Maggiore, curatore della mostra.

 

Ascolta la puntata integrale

 

 

Ascolta l’anteprima di 7×1

 

Qual è il rapporto dei giovani con la fede?

Intervista in onda domani su Radio Marconi alle 18.40 e in replica alle 13.00 domenica.

In questa puntata affrontiamo un tema molto delicato: il rapporto dei giovani con la fede. Lo spunto è un’indagine sulla vocazione, tema centrale del Sinodo 2018. Abbiamo incontrato la docente Paola Bignardi, coordinatrice dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo. Parleremo con lei anche delle sfide dei giovani sul mondo del lavoro.

Ecco che cosa ci ha detto, ascolta l’anteprima:

 

Famiglia: il 71% delle donne italiane under 34 sogna di averne una con almeno due figli, ma chiede politiche più attente

Essere madre e lavoratrice oggi in Italia risulta ancora molto difficile. Nonostante questo, il 71% delle donne italiane tra i 20 e i 34 anni mira ancora ad avere almeno due figli, mentre soltanto il 7% è disposto a rassegnarsi a non averne. Inoltre nell’ipotesi di avere un figlio entro i prossimi anni meno di uno su quattro ha risposto che si sentirebbe “Insicuro” e “Non all’altezza”, mentre oltre tre su quattro si sentirebbero soprattutto “fieri” e “con più senso nella vita”.

Sono alcuni dati emersi da una indagine di approfondimento del Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo (svolta a luglio 2017) e presentati dal prof. Alessandro Rosina, Demografo dell’Università Cattolica e coordinatore dell’Indagine Rapporto giovani, in occasione della Terza Conferenza Nazionale sulla Famiglia, in corso oggi e domani a Roma presso il Campidoglio. Il Rapporto Giovani è un’indagine curata dall’Istituto Toniolo in collaborazione con Ipsos e il sostegno di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo.

L’indagine del Toniolo evidenzia che le difficoltà nelle condizioni abitative (critiche per più del 50% degli intervistati) e soprattutto il lavoro e la situazione economica (con percentuali costantemente sopra il 60%) sono i  freni maggiori rispetto alla nascita del primo figlio.

Anche in questo caso i più penalizzati sono ovviamente i Neet e i lavoratori con contratto a tempo determinato, con uno scarto ancor più netto (circa 15 punti percentuali) rispetto alle altre categorie (lavoratori autonomi e occupati a tempo indeterminato).

Bassa fecondità e ritardo nell’uscita dalla casa dei genitori per via dei bassi salari e del precariato continuano, dunque, a rappresentare una criticità irrisolta del contesto italiano.

Sempre secondo il Rapporto Giovani il lavoro e la situazione economica generale rappresentano per oltre il 70% dei giovani italiani elementi che hanno pesato abbastanza o molto, nell’ultimo anno, nell’impedire l’uscita dalla casa dei genitori. A conferma dell’importanza dei fattori oggettivi, la categoria più penalizzata risulta, come era logico attendersi, quella dei Neet, per la quale lavoro e congiuntura economica sono stati ostacoli rilevanti in più dell’80% dei casi (83% per il lavoro, 84,6% per la situazione economica).

“La carenza di politiche adeguate – dichiara Alessandro Rosina – ha portato le famiglie italiane a chiudersi in difesa, con conseguente crescita degli squilibri demografici e interdipendenza negativa con dinamiche economiche e sociali. Questa mancanza di misure efficaci a favore della famiglia (in particolare quelle fiscali) ha portato le coppie, da un lato, alla scelta di ridurre il numero di figli desiderato, e dall’altro, all’aumento del rischio di povertà per quelle che sono andate oltre il secondo figlio. La carenza di politiche di conciliazione, invece, ha portato chi ha un lavoro alla rinuncia ad avere figli, e per chi ha figli alla rinuncia ad un lavoro”.

“L’insufficienza – aggiunge Rosina – di politiche attive del lavoro e valorizzazione del capitale umano, porta i giovani a scegliere di andare all’estero e quelli che rimangono a rivedere al ribasso le proprie ambizioni e i propri progetti di vita. Ci troviamo, di conseguenza, ad essere uno dei paesi con maggior combinazione negativa tra: bassa natalità, alto rischio di povertà per le giovani famiglie con figli, bassa occupazione femminile, alta dipendenza dei giovani dai genitori, saldo negativo di laureati verso l’estero. Tutto questo entra in un circuito vizioso con le possibilità di crescita economica del paese, con la mobilità sociale e con disparità di genere e territoriali. Non a caso il Sud Italia è la parte del Paese entrata in maggior sofferenza anche dal punto di vista demografico, con difficoltà delle donne e dei giovani, nel realizzare le proprie scelte di vita, ancora più accentuate. Le specificità positive della famiglia italiana si sono trovate imbrigliate in difesa e vincolate verso il basso. La forte e intensa relazione tra genitori e figli, in carenza di misure efficaci, è diventata iperprotezione dei genitori verso figli sempre più unici, è diventata carico eccessivo di accudimento dei figli adulti verso i genitori anziani non autosufficienti, è diventata rifugio nelle reti di relazioni strette e sfiducia verso le istituzioni”.

Giovani e Londra – l’inchiesta della Rai

La serie racconta i ragazzi di oggi in momenti ordinari o straordinari della loro vita, attraverso il loro rapporto con Londra, la religione, lo sport e il sesso. Una formula narrativa inedita nel panorama nazionale, quasi observational, attraverso la quale il conduttore racconta i suoi protagonisti con accuratezza, neutralità, senza dare giudizi ma lasciando che sia il pubblico a formarsi unopinione. La morte di Gloria Trevisan e Marco Gottardi nel rogo della Grenfell Tower ci ha tristemente ricordato come molti giovani italiani siano costretti allespatrio per trovare un lavoro adeguato alle loro competenze, coltivare un sogno, investire nel proprio talento. A Gloria e Marco è dedicato questo primo episodio di Giovani e Londra

Guarda la prima puntata

 

 

7×1, insieme per una cultura non ostile

Ascolta l’anteprima di 7×1,  il programma del’Istituto Toniolo che in sette minuti incontra una personalità che racconta una novità. A Radio Marconi in onda il sabato alle 18.40 e in replica domenica alle 13.00. In occasione della terza edizione del Cortile di Francesco ad Assisi, alla presenza del Ministro Valeria Fedeli, è stato siglato pubblicamente un protocollo d’intesa tra l’ATS Parole Ostili – formata dall’Associazione Parole O_Stili, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Istituto Giuseppe Toniolo – e il MIUR, (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per promuovere una cultura della rete non ostile che sia propedeutica a una maggiore consapevolezza dell’utilizzo degli strumenti digitali, funzionali alla costruzione di un vero e proprio diritto alla cittadinanza digitale. Ci racconta di cosa si tratta Antonella Sciarrone Aliprandi, Prorettore Università Cattolica del Sacro Cuore.

“Il protocollo è il punto di partenza per intraprendere un percorso a supporto dei docenti di ogni ordine e grado per individuare nuove metodologie per comunicare in modo non ostile sul web in partnership con l’associazione Parole Ostili, Università Cattolica del Sacro Cuore e Istituto Toniolo. Il ministero dell’Istruzione vuole collaborare per un uso consapevole del web”, dice la Sciarrone.

L’Università è coinvolta perché fondamentale per la ricerca che si svolge. La Cattolica fa anche parte di un gruppo di ricerca “You Kids on line” che monitora il comportamento sul web da parte dei ragazzi dai 9 ai 16 anni.

 

 

StudentWork@EDUCatt

EDUCatt offre agli studenti una nuova possibilità lavorativa. Primo in Italia, si tratta di un vero e proprio contratto di lavoro a tempo determinato ideato per offrire un’occasione di sostegno allo studio per quanti non potranno beneficiare di altri tipi di aiuti economici. Requisito preferenziale per la selezione è risultare idonei non beneficiari di borse di studio e di non avere altri contratti o essere destinatari di altre forme di sovvenzioni. Il tipo di collaborazione è pensato con tempi e modi tali da non compromettere il tempo da dedicare allo studio e alla frequentazione dei corsi accademici.

Il progetto nasce nel 2012 a seguito della decisione di Regione Lombardia pe runa politica più strigente rispetto alla borse di studio. La modifica normativa avviene in corso d’anno accademico. Molte famiglie si ritrovano in emergenza. L’idea di Fondazione Educatt non è semplicemente di erogare fondi agli studenti, ma di stipulare con chi intende impegnarsi un vero e proprio contratto di lavoro a tempo determinato part-time per 18 ore a settimana lungo quattro giorni.Quest’anno in 45 saranno impegnati nel lavoro con e per Educatt. Un buon numero e in crescita se si pensa che all’inzio erano solo 13 i posti disponibili.

Leggi qui le condizioni

Il 49% dei giovani del Sud pronto ad andare a lavorare all’estero, solo il 34% è economicamente soddisfatto

I giovani del Sud Italia sono più insoddisfatti dei coetanei al Nord, ma allo stesso tempo sono molto dinamici e orientati a mettersi in gioco per favorire un cambiamento positivo del proprio destino. Infatti, se da un lato la soddisfazione nei confronti della propria situazione finanziaria è nettamente inferiore ai giovani del Nord (34% di soddisfatti al Sud rispetto al 47% del Nord e al 44% del Centro), dall’altro, però, i giovani del Sud sono maggiormente disposti a spostarsi in Italia e all’estero pur di migliorare la propria condizione economica. Infatti, il 49% accetterebbe di andare fuori dall’Italia (contro il 40% del Nord e il 44% del Centro), il 21% sarebbe disposto a spostarsi in qualsiasi regione pur di rimanervi, il 15% si sposterebbe solo all’interno della propria regione, mentre solo il 15% non è disposto ad affrontare spostamenti.

Le condizioni per le quali i giovani del Sud accetterebbero una nuova proposta di lavoro sono: la remunerazione con il 33% (37% Nord e Centro), la coerenza con la propria formazione con il 25% (21% Nord e 23% Centro), e la possibilità di conciliare il lavoro e la famiglia con il 24% ( 29 % al Nord e 32% al Centro).
È questo il quadro che emerge dalla base dei dati che ha permesso la realizzazione del RAPPORTO GIOVANI 2017 (RG2017), realizzato dall’Istituto Toniolo con il sostegno di Intesa Sanpaolo e della Fondazione Cariplo. Gli aspetti principali dell’indagine sono raccolti nel volume “La condizione giovanile in Italia – Rapporto Giovani 2017” edito da Il Mulino. Il RG2017 si è basato su un campione di oltre 6172 giovani tra i 19 e i 34 anni.

Il focus sul sud si concentra anche sul processo di transizione all’età adulta; i giovani del Sud, inoltre, dichiarano che sono costretti a ritardare l’uscita da casa dei genitori a causa principalmente della situazione economica (82%) e del lavoro (78%). Queste sono le stesse cause che impediscono loro di affrontare la paternità o la maternità (70% per cause economiche e il 72 % per motivi lavorativi). I giovani del Sud, inoltre, sono attenti ed interessati al mondo del volontariato, tanto che il 40% dichiara di avere avuto esperienze in tale settore (con risultati del tutto in linea con quelli del Nord e del Centro). Particolare attenzione anche all’esperienza del Servizio Civile  con il 28% degli intervistati che ha affermato di avere presentato la domanda di partecipazione (Nord 13%, Centro 17%). Lontano, invece, l’interesse per i movimenti politici, anche se superiore comunque a quello rilevato nel Centro Nord: il 20% dichiara di aderire o avere aderito ad un partito politico (Nord 13%, Centro 14%).

Il presidente della Repubblica rimane un punto di riferimento per il 39% dei giovani del Sud (35% al Nord e 34% al Centro). Percentuale che si abbassa di molto per quanto riguarda la fiducia nei partiti che si attesta al 20% (17% Nord e 18% al Centro per i partiti) per i giovani fra i 19 e i 34 anni. Discorso a parte per le istituzioni locali e per l’Unione Europea per le quali la fiducia aumenta al 30% per quelle comunali, al 27% per quelle regionali e al 35% per la UE.
Dal RG2017 emerge anche come i giovani del Sud mantengano più saldo il proprio orientamento religioso: il 56% degli intervistati riferisce di appartenere alla religione cristiana cattolica contro il 48% Nord e il 46% per il Centro.

WeFree Days, Comunità San Patrignano, Rimini 10-11 ottobre

La Comunità di San Patrignano porta avanti da anni il progetto “WeFree”, un’ampia rete d’interventi di prevenzione sul territorio nazionale incentrati sulla “peer-to-peer education”, con il coinvolgimento di alcuni ragazzi della comunità.

Il “WeFree Days”, evento pensato e realizzato grazie al contributo dei ragazzi della comunità, il 10 e 11 Ottobre a San Patrignano e rappresenta l’apertura annuale di questa attività. Si tratta di due giornate dedicate ad approfondire tematiche relative alla tossicodipendenza e al disagio sociale giovanile. L’obiettivo è stimolare un dialogo costruttivo che proponga delle alternative alla dilagante tendenza ad affrontare con superficialità il problema della droga.

All’evento hanno preso parte circa 2.700 studenti provenienti da istituti superiori di tutta Italia, accanto a rappresentanti italiani e internazionali delle Istituzioni, esponenti di associazioni attive in ambito sociale unitamente a personaggi del mondo dello sport, della cultura e dello spettacolo.
Il WeFree Days è suddiviso in quattro aree tematiche: Forum, Theatre, Forumio ed Experience.

Nella giornata dell’11 ottobre ha partecipato la docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, Elena Marta, intervistata anche dal TgR.

Programma WeFree Days

 

 

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