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Orientamento professionale, dalle Superiori all’Università

Orientamento professionale: fase di transizione tra Superiori e Università con Roberta Felici, Anna Borando, Fabio Capri.
Ascolta la puntata su Radio Maria:
http://www.radiomaria.it/archivio.aspx?cat=1b636303-da7e-4c2a-bb98-c0c274d40165

Servizio civile, volontariato e giovani: ne parliamo con Ivan Nissoli

A 7×1 abbiamo dialogato con Ivan Nissoli, responsabile servizio volontariato dela Caritas ambrosiana.

Nel decreto del servizio civile universale si dà la possibilità a tutti i ragazzi che in un modo volontario vogliono aderire. Un elemento che sembra in contrasto con la previsione del ministro Pinotti di poter rendere di nuovo obbligatorio il servizio civile.

Oggi il servizio civile prevede un contributo economico. L’anno di servizio è capace di accompagnare il passaggio dalla libertà personale alla consapevolezza che c’è un contesto territoriale e una comunità, e quindi l’assunzione di una responsabilità.

Ascolta la puntata integrale:

 

 

 

Shape your Job – Cerchi un lavoro o cerchi il tuo lavoro? 14 giugno

Evento  14 giugno 2017
Aula: Servizio Stage e Placement –  Ore: su appuntamento
Largo A. Gemelli, 1, Milano

logo Prospera

Consulenti di Prospera saranno a tua disposizione per un colloquio di orientamento che ti aiuterà ad identificare i requisiti personali e professionali maggiormente significativi per impostare la ricerca del tuo lavoro.
In particolare, verrà posta attenzione a due aree distinte ma complementari: la conoscenza di sé e la comprensione del settore in cui si desidera operare nel futuro.

L’iniziativa è organizzata dal Comitato Università Mondo del Lavoro in collaborazione con PROSPERA, ed è riservata agli studenti e ai laureati dell’Università Cattolica.

L’iniziativa è gratuita: per fissare un appuntamento è necessario effettuare l’iscrizione on line.

I giovani vogliono rimanere o uscire dall’Unione europea?

Il Rapporto Giovani 2017 ha posto ai giovani italiani, francesi, tedeschi, polacchi, spagnoli una domanda sull’uscita del proprio paese dall’Europa per sondare le intenzioni di voto dei giovani intervistati. Come evidente nella tabella 12, il Remain vincerebbe con grande ampiezza di consensi in tutti e cinque i paesi coinvolti, anche se la quota di indecisi, come ormai i sondaggi politici
ci hanno abituato a constatare, è tanto alta da lasciare aperta qualsiasi situazione, salvo che in Spagna, dove l’adesione all’Unione sembra non correre rischi.

 

 

L’ipotesi di un atteggiamento positivo nei confronti dell’Unione europea da parte delle nuove generazioni trova conforto nella diffusa opinione della necessità di una forza militare, una politica internazionale, una politica sociale e di gestione dei processi migratori comune a tutti gli stati (tab. 7). Le percentuali vedono una sicura prevalenza di questa disposizione in tutti gli stati presi in considerazione, con una particolare rilevanza per l’Italia, per la quale i valori positivi (uguali o maggiori di 6 su una scala da 1 a 10) arrivano a volte a superare i due terzi della popolazione
intervistata. Valori molto alti anche per la Spagna, come ci si poteva attendere, ma anche per gli altri paesi i giudizi positivi riguardano sempre più della metà del campione, salvo che alla voce «i flussi migratori dovrebbero essere regolati dall’Unione europea e non dai singoli stati membri», per la quale l’attualità, anzi l’impellenza del tema e le discussioni (anche mediatiche) a cui ha dato vita hanno sicuramente influenzato le risposte, in particolare, anche se di segno diverso, quelle dei giovani britannici, italiani, polacchi.

 

 

Qual è il sentimento di cittadinanza europea? Rispondono i giovani spagnoli, polacchi, i tedeschi, i francesi, gli italiani e gli inglesi.

I giovani italiani sono mobili – i dati di Rapporto giovani 2017

La mobilità umana, come le cifre confermano, è un fenomeno che vede il protagonismo delle generazioni più giovani, che viaggiano – oltre che per ragioni di forza maggiore − per lavoro, per studio e per svago. Tra chi ha risposto alle domande della survey, l’esperienza dichiarata di trasferimento per studio, lavoro e servizio civile è abbastanza elevata (fig. 1) nonostante la giovane età e, per questo, prevalgono le ragioni di studio su quelle di lavoro. Gli italiani sono quelli che hanno più largamente usato questa possibilità (32,8%) e i polacchi quelli che hanno viaggiato per
studio meno di tutti (16,6%), ma anche lavorato all’estero più degli altri (30,2%), mentre il servizio civile al di fuori dei propri confini non sembra ancora attirare i giovani. I giudizi su queste esperienze sono molto buoni, gli spagnoli e gli italiani, in particolare, apprezzano l’esperienza di studio insieme agli spagnoli, ma anche quella lavorativa è giudicata positivamente dalla maggior parte degli intervistati, con percentuali meno elevate per i tedeschi.

 

I giovani dicono addio alla “bussola” per antonomasia della politica: destra e sinistra

Leggi l’articolo pubblicato da Repubblica con i dati di Rapporto giovani e in collaborazione con Fim Cisl e Cisl nazionale

Per il programma 7×1 abbiamo chiesto al docente Giancarlo Rovati, direttore del dipartimento di Sociologia all’Unievrsità Cattolica del sacro cuore,  di dialogare con noi sul tema giovani e politica. I giovani ne parlano con gli amici? Firmano una petizione? Partecipano a manifestazioni non autorizzate?

Teddy, la terra della crescita del personale. Le storie di Irene e Francesco

33 anni, originaria di Fidenza, ora lavora a Piacenza. Un percorso di studi da maestra d’asilo, con esperienze estive, la allena ad accorgersi del bisogno dell’altro. Una caratteristica preziosa anche per chi deve fare attenzione al cliente. Come le richiede il suo lavoro ora. Irene Cosenza è store manager del negozio di Piacenza. Lavora in Teddy dal 2013 mentre prima era dipendente di un affiliato del Gruppo. Teddy commercializza quattro marchi: Terranova, uno dei più importanti marchi di moda giovane low cost in Europa; Rinascimento, marchio Made in Italy al femminile; Calliope, il brand che rappresenta il glamour quotidiano e Miss Miss, marchio al passo con gli ultimi trend. Nel punto vendita Irene coordina 13 colleghi con i quali continuare ad imparare. “Sono la più anziana del team” ammette ridendo. L’età media è molto bassa. “Il maggior numero di assunzioni riguardano giovani che conosciamo grazie a due scuole professionali della zona che formano addetti alla vendita. Lo stage può realmente essere una concreta possibilità occupazionale”. Descrive la Teddy come una realtà molto dinamica in cui il tempo passa e non ci se ne accorge. “Mi ritengo fortunata ed è quello che comunico ai più giovani. Vengono richieste volontà, voglia di imparare e curiosità. E un po’ di inglese non guasta”. Il Gruppo favorisce la crescita del personale come dimostra la storia di Irene.

Ne è conferma anche la vita di Francesco Pisoni, che ha iniziato a lavorare in Teddy alla fine degli anni ’90 e ora è supervisore commerciale Terranova Medio Oriente. Francesco definisce il suo percorso di studi molto breve, dopo il diploma di ragioneria ha iniziato subito a lavorare. Il colloquio di lavoro in Teddy, come magazziniere, non è stato di tante parole. La prova pratica di mezza giornata è stata sufficiente. A 23 ani incomincia a collaborare nel punto vendita di Ancona. “Le competenze che venivano richieste erano l’umiltà di voler imparare, il sacrificio e la voglia di fare”. Trascorre sei mesi in questo ruolo. Una delle due settimane di ferie il suo primo anno la impegna nell’aiutare uno dei responsabili del Gruppo a far visita a vari punti vendita. Dopo due mesi la proposta: diventare responsabile visual dei negozi. Francesco accetta. “Capivo che quel che potevo fare contribuiva a cambiare le cose, anche in termini di maggior guadagno per l’azienda. Mi sentivo appagato”. Per otto anni ricopre questo ruolo. Finché, per un incontro fortuito, si ritrova in un delicato appuntamento di lavoro con il patron Tadei. Ne nasce una profonda stima. “Per quell’uomo dietro ogni maglietta c’era il lavoro di migliaia di persone, c’era un mondo dietro. Rimase colpito da come piegavo le magliette. Qualche mese dopo mi chiese di sviluppare un nuovo marchio, Rinascimento. Ho aperto 17 negozi e poi sono tornato a Terranova”. Gli viene affidato il compito di ricercatore per Calliope, individuare nel mondo gli stili e le tendenze e portare i campioni in azienda. Dopo due anni una nuova richiesta: supervisore commerciale Terranova Medio Oriente. “Posso dire di aver vissuto l’azienda a pieno in tutte le sue sfumature. Ai giovani dico che non devono demordere. Bisogna cercare di  guardare avanti. Ci sono aziende che generano un senso di appartenenza che fa crescere”.

Il Gruppo Teddy Spa ha una forte propensione internazionale ed è presente tramite le attività retail  in oltre 40 paesi. Con sede a Rimini e nato negli anni ’60 dall’intuizione del fondatore Vittorio Tadei. I collaboratori del Gruppo sono quasi 3.000. Sono in atto 1.000 assunzioni dirette previste nel periodo 2015-2019 e un impegno in formazione da 150.000 ore l’anno molto particolare. Teddy dispone di un centro di formazione retail pressoché unico in Italia che permette di imparare il mestiere dello store manager, responsabile visual e responsabile di magazzino. A queste iniziative si aggiunge la corporate university TEDDY500 che ha l’obiettivo di far crescere le persone, mantenendo viva la cultura aziendale e aggiornarla al contesto attuale.

Lavoro, autonomia e politiche: 3 sfide per il futuro delle giovani generazioni, 5 giugno Torino

Università di Torino – Campus Luigi Einaudi – Lungo Dora Siena 100
9.15 Registrazione
9.30-13.15 Autonomia giovanile e lavoro [Aula E1]
Except Project-H2020, Social Exclusion of Youth in Europe Cumulative Disadvantage, Coping Strategies, Effective Policies and Transfer Sonia Bertolini, Chiara Ghislieri, Antonella Meo, Roberta Ricucci, Paola Torrioni, Magda Bolzoni, Valentina Goglio, Simone Martino, Valentina Moiso, Rosy Musumeci (Unito team).
Young Adult-H2020, Policies Supporting Young People in their Life Course Mauro Migliavacca (Unige team).
La dimensione biografica tra progettualità e incertezza Sebastiano Benasso (Unige team).
Discussants: Loredana Sciolla, Manuela Olagnero, Tiziana Nazio.

12.45 Saluti istituzionali
Prof. Gianmaria Ajani (Rettore dell’Università degli Studi di Torino)
Prof.ssa Franca Roncarolo (Direttrice Dipartimento Culture, Politica e Società)

13.15 Inaugurazione mostra fotografica You(th)Vision: Becoming adult today

13.30 Buffet (aula 33 – Terzo Piano – Campus Luigi Einaudi)

15.00-18.00 Tavola rotonda. Le ricerche in discussione [Aula E3]
Except Project, Progetto e primi risultati su lavoro e autonomia giovanile Sonia Bertolini
Except Project, Le politiche nelle parole dei giovani Roberta Ricucci
Commenteranno i risultati gli studiosi Franco Garelli e Adriana Luciano insieme ad alcuni Stakeholder piemontesi: Marco Giusta (Assessore Politiche Giovanili, Torino). Claudio Spadon (Agenzia Piemonte Lavoro – Regione Piemonte), Antonella Ricci (Area Politiche Sociali, Compagnia di San Paolo), Laura Orestano (SocialFare), Marco Manfrinato (Confcommercio Cuneo).

 

Leggi il Programma

Il “degiovanimento” italiano da Rapporto Giovani 2017

Il “degiovanimento” italiano da Rapporto Giovani 2017

Nel corso dell’ultimo decennio la popolazione europea tra i 15 e i 29 anni ha visto ridurre la sua consistenza di quasi due punti percentuali sul totale della popolazione. Il dato Eu28 sulla popolazione 15-29 anni è passato dal 19,7% del 2004 al 17,5% del 2015 [Eurostat 2015]. In questo contesto l’Italia, assieme all’Europa mediterranea in generale, si caratterizza per una decrescita ancora consistente (dal 17,6% al 15,2%). Un processo di «degiovanimento» quantitativo e qualitativo [Rosina e Balduzzi 2012; Istat 2016] che combina cause ed effetti della denatalità, della mobilità netta verso l’estero, della mobilità sociale, della presenza nel mercato del lavoro, della sostenibilità del sistema di welfare, della spinta innovativa.

L’autonomia “in ritardo” dei giovani italiani

Come è ben noto, i giovani italiani rimangono a lungo a vivere con i genitori. Mentre in molti altri paesi europei (come Francia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Paesi scandinavi) la maggioranza lascia la famiglia di origine prima dei 25 anni, nel nostro paese è diventata condizione comune rimanere in famiglia sino ai 30 anni [Eurostat 2015; Istat 2016]. Questa protratta permanenza, che ha alla base anche fattori culturali [Barbagli et al. 2003], è però accentuata da oggettive difficoltà che sono andate crescendo nel tempo [Rosina et al. 2006]. La generazione X, i nati tra fine degli anni ’60 e ’80 del ’900, è stata la maggior protagonista in Italia della postponment transition, ovvero del rinvio dell’uscita dalla casa dei genitori e dei tempi di formazione di una propria famiglia. La generazione successiva, i Millennials, si è trovata a consolidare su valori elevati la posticipazione, ma più come conseguenza di difficoltà oggettive che per propria preferenza, in particolare per quanto riguarda l’indipendenza dai genitori. I motivi prevalenti di chi rimane dopo i 25 anni non sono più «sto bene così conservo la mia libertà», ma la mancanza di mezzi per vivere autonomamente.

Foto di Vacchini – Istituto Luxemburg, Milano

I giovani e la politica. Si coinvolgono, sono interessati? Ne parliamo a 7×1, 27 maggio

Ascolta l’anteprima di 7×1 in onda domani su Radio Marconi alle 18.40 e in replica alle 13.00 domenica. Ci siamo chiesti: in quali forme si coinvolgono i Millennials in politica?

Abbiamo incontrato il professore Giancarlo Rovati, docente ordinario di Sociologia l’Unievrsità Cattolica del Sacro Cuore. Al 29 maggio all’Ispi la presentazione di un corso “Verso il mondo senza politica?” organizzato in collaborazione con la Diocesi perchè “la politica è la più alta forma di carità” come diceva Paolo VI. “C’è un bisogno di declinare la propria fede anche nella sfera politica”, dice Rovati. “Un impegno alla politica con la P maiuscola” ne ha parlato Papa Francesco incontrando l’Azione Cattolica.

 

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