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Speranza e paure dei giovani italiani: la realtà del Sud, 26 maggio Rocella Jonica

Osservatorio Giovani in Italia

VENERDÌ 26 MAGGIO 2017
Convento dei Minimi, Roccella Jonica – ore 18.00

Saluti

prof. Giuseppe Certomà –  Sindaco
Sua Ecc.za Mons. Francesco Oliva – Vescovo di Locri-Gerase
prof.ssa Maria Carmela Ferrigno – Delegata diocesana per l’Università Cattolica del Sacro Cuore

Relazioni
«Il ruolo dell’Università Cattolica nello scenario italiano»
Sua Ecc.za Mons. Claudio Giuliodori – Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

«Osservatorio Giovani in Italia. Speranza e paure dei giovani italiani: la realtà del Sud»
prof.ssa Rita Bichi – Ordinario di Sociologia, Università Cattolica del Sacro Cuore
Intervento
Dott.ssa Federica Roccisano – Assessore regionale alle Politiche sociali

Dibattito

Conclusioni
don Fabrizio Infusino – Assistente pastorale, Università Cattolica del Sacro Cuore

Modera
dott.ssa Bruna Falcone – Assessore comunale alle Politiche giovanili

Locandina Roccella Jonica

Puntata 7×1 – E’ utile la laurea per trovare lavoro?

Con Radio Marconi la nuova puntata di 7×1 sul tema “Mondo del lavoro e giovani sul nuovo rapporto Almalaurea”. Ci siamo chiesti: serve o no la laurea per trovare lavoro? Che cosa mostrano i dati di AlmaLaurea e di Rapporto Giovani 2017? Ne abbiamo discusso con Fabio Introini, docente di Sociologia all’Università Cattolica.

Ascolta la puntata integrale

 

 

 

 

 

Ascolta l’anteprima

 

Il Rapporto Giovani alla Camera dei Deputati

Il nuovo Rapporto Giovani 2017 è stato presentato in Parlamento a una platea di politici e istituzioni lo scorso mercoledì 17 maggio.

All’incontro “Risorse e opportunità per rilanciare le politiche giovanili – Studiare il mondo è già cambiarlo” hanno partecipato Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore,  Antonella Sciarrone Alibrandi, Prorettore dell’Università Cattolica, Alessandro Rosina, coordinatore scientifico Rapporto Giovani,  il ministro degli Affari esteri Angelino Alfano e l’ex premier Romano Prodi, insieme a Enrico Fusi, segretario generale del Toniolo e Paola Bignardi, coordinatrice del Progetto Giovani dell’Istituto Toniolo.

 

 

I giovani falegnami di oggi con una storia di 61 anni

Il truciolare e il legno che diventano pareti, sedie e tavoli. Un fermento continuo per arredare in Italia e all’estero stand e negozi. Per il 70% il fatturato di Tecnolegno proviene da oltre i confini nazionali.  L’azienda ha 61 anni e fin da subito la vocazione ai mercati lontani è stata chiara. Russia, America, Medio Oriente. I prossimi cantieri saranno a Boston, Chicago, Dubai, Germania. Se si chiede a Giovanni Vita, socio assieme a Claudio, che cosa cerchi in un giovane che gli chiede un lavoro risponde: «Guardo le sue mani e se ha entusiasmo». Schiettezza, semplicità e imprenditorialità sono le tre caratteristiche dell’azienda. Perché sono proprie di chi ne dirige i passi. L’azienda d’allestimento arredi è una delle realtà italiane più rilevanti. I competitor mondiali sono una sfida continua al miglioramento: velocità, competenze e competitività economica sono i binari su cui correre.


80 tute, 160 mani, facce molto giovani. Ci tiene, Giovanni, a sottolineare che l’azienda è radicata nel territorio ed è un’opportunità di lavoro per molti. Ma la ricchezza non è solo per i più prossimi, ma anche per i più lontani. Tecnolegno ha contribuito al restauro del Duomo di Milano e ha costruito strutture sanitarie in Congo. Un’industria etica che era il desiderio del fondatore, Mario Nava, un accento che la nuova amministrazione non ha perso. Giovanni ha iniziato a lavorare come operaio, emigrato dal Cilento. Sa che cosa vuole. Ha appena firmato un accordo decennale con l’Istituto Meroni i cui studenti vengono premiati con alcune borse di studio e hanno la possibilità di apprendere il lavoro sul campo. Perché? «Perché a me è stata data una opportunità e io ora voglio ridarla a mia volta ad altri. Quando i ragazzi vengono qui non se ne vogliono più andare». Matematica, disegno e almeno una lingua sono le competenza richieste.


La stessa azienda ha deciso di finanziare ai propri dipendenti dei corsi di specializzazione. Un premio e un investimento. «Questa azienda ha superato la crisi perché chi lavora qui impegna il cuore». C’è un po’ di umanità che cattura. Si sperimenta molto, a livello di materiali, attrezzature e processi. Sul mercato questo fa la differenza. I clienti non se ne vanno, aumentano. L’evento inaugurale di Expo portava la loro firma, così come alcune stanza del potere di leader mondiali sono state modellate dalle loro mani. La storia parla per loro.
“E’ bello lavorare in Tecnolegno”, dice uno dei giovani operai. Mani, cuore, braccia, forza e innovazione sono gli ingredienti della falegnameria artigianale e industriale che dal cuore di Milano arreda molta parte del mondo.

#Condivido: 6 domande e risposte sulla vita dei giovani sui social

In occasione dell’evento di Condivido, promosso da Parole Ostili e sostenuto in qualità di partner scientifici dall’Osservatorio giovani e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, qui di seguito trovate sei domande e risposte sull’uso dei social da parte dei giovani. Le analisi sono tratte dal nuovo Rapporto Giovani 2017.

Vita social e vita reale? E’ controverso il rapporto tra quello che accade online e la vita – soprattutto relazionale – offline. Se il 67,1% si dichiara molto o abbastanza d’accordo sul fatto che i social di fatto si integrino con la vita reale, offrendole ulteriori possibilità e senza comprometterla, il 73,6% si dice molto o abbastanza d’accordo sul fatto che i social rischiano di compromettere le relazioni e le interazioni della vita «reale», privandole di significato.


Trolling: Di questo fenomeno che esperienza hanno fatto i Millennials? I dati ci dicono che solo il 16,5% degli intervistati non ha mai sentito parlare di trolling e quindi non ha neppure idea di che cosa sia, così come solo il 38,6% non ha mai avuto esperienza, né come vittima, né come responsabile, né come spettatore. Questo significa che la maggioranza dei Millennials intervistati conosce e ha fatto esperienza indiretta e/o diretta del trolling. Più nel dettaglio, coloro che sembrano maggiormente estranei al fenomeno sono i 28-30enni e over 30enni, probabilmente perché, come abbiamo visto, rispetto ai giovanissimi sono meno presenti in rete, sia in termini di account che di frequentazione vera e propria.


Chi è attivo sui social? Per la quasi totalità dei social in esame la più elevata percentuale di account attivi si registra presso chi studia e lavora. Su alcuni social, come Twitter e Instagram, le percentuali di studenti lavoratori e di studenti si avvicinano notevolmente, distanziandosi allo stesso tempo da quelle relative ai Neet e a chi lavora. Rispetto a questa variabile, Linkedin risulta assai notevolmente più diffuso tra chi studia e lavora (40,8%), mentre non lo è particolarmente presso i Neet (15,7%).


Quante volte ci si collega ai social? Più volte al giorno, ma in maniera non continuativa su Instagram, Twitter e Snapchat rispetto a Facebook, disaggregando il dato per fasce d’età, si osserva che la connessione continuativa prevale in maniera significativa nelle tre fasce over 25, mentre è inferiore tra gli under 22 e i 22-24enni (rispettivamente 39,7% e 38,6% di contro al 50,9% dei 25-27, al 51,5% dei 28-30 e al 47,8% degli over 30).


Da dove ci si collega? Tre giovani su quattro dichiarano di effettuare l’accesso via smartphone (75,1%); il 20,9% ricorre invece a un pc (fisso o portatile) mentre solo il 3,9% adopera il tablet. Il computer è preferito dagli over 30.


I social sono informazione? Il 35,4% invece dichiara di aver condiviso news con i propri contatti, sia amici sia gruppi. La lettura di news, se da un lato può essere considerata come pratica tendenzialmente «passiva», alza tuttavia il quoziente di «uso pubblico» dei social, se consideriamo il tenersi informato come entry level della partecipazione e del coinvolgimento civico.

 

La condizione giovanile in Italia, Cremona

Venerdì 19 maggio 2017
PALAZZO COMUNALE – SALA DELLA CONSULTA
ingresso da Cortile Federico II – scalone monumentale o da Piazza Stradivari, 7 – Cremona

PROGRAMMA

Ore 17.45
Registrazione dei partecipanti

Ore 18.00
Apertura dei lavori
Maura Ruggeri – Vice Sindaco e Assessore allo Sviluppo e all’Istruzione del Comune di Cremona

Coordina e modera la discussione Maria Carmen Russo – Responsabile del Servizio Informagiovani del Comune di Cremona

Dal “Rapporto Giovani” all’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo
Paola Bignardi – Coordinatrice del Progetto Giovani per l’Istituto Toniolo, già Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana

La condizione giovanile in Italia:
un quadro a partire dai dati del “Rapporto Giovani 2017” dell’Istituto Toniolo
Alessandro Rosina – Professore ordinario di Demografia e Statistica sociale, Facoltà di Economia

Locandina 19maggio 2017

Anteprima 7×1 – Si può educare i giovani a un uso corretto dei media digitali?

Domani alle 18.30 su Radio Marconi parleremo con Stefano Pasta, collaboratore Cremit, se è possibile fare prevenzione nell’uso dei media digitali da parte dei giovani. I nativi digitali devono essere educati anche se non è più una questione generazionale ma di chi ha competenze digitali e chi no.

Ascolta l’anteprima

Giovani e sindacato: è ora di cambiare. Il 63% degli under 34 chiede una nuova rappresentanza

ISTITUTO TONIOLO: GIOVANI, LAVORO E SINDACATO: IL 63% DEGLI UNDER34 CHIEDE NUOVE MODALITA’ DI RAPPRESENTANZA COLLETTIVA

I risultati di una ricerca promossa dal sindacato Fim Cisl Lombardia

Il 63% dei giovani chiede nuove modalità di rappresentanza collettiva. La metà di chi esprime una domanda di struttura organizzata pensa che la forma più adatta possa arrivare da un rinnovamento degli attuali sindacati (31,7%), mentre per l’altra metà (sempre 31,7%) servirebbero nuovi sindacati, capaci di superare i limiti di quelli attuali nel rispondere alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Solo il 13% pensa che i sindacati non siano mai stati utili e non possano esserlo.  Il 18,2% li considera rispondenti senza riserve. Poco più di uno su cinque (20,9%) li considera oggi utili ma con attenzione soprattutto alle vecchie generazioni e ai pensionati. Sono solo alcuni dati del focus su “Giovani, lavoro e rappresentanza”, promosso dalla Fim Cisl Lombardia e condotta dall’Istituto Giuseppe Toniolo a febbraio 2017 su un campione nazionale di 2000 giovani dai 20 ai 34 anni, presentato oggi a Milano nel corso del X congresso del sindacato lombardo dei metalmeccanici Cisl.

“La ricerca nasce dalla nostra voglia di ascoltare le ragazze e i ragazzi per capire meglio i loro bisogni, le loro aspettative e loro paure all’interno di una società e di un mondo del lavoro in profondo mutamento, per poi tradurli in risposte e opportunità – sottolinea Enrico Civillini, segretario generale Fim Cisl Lombardia -. I giovani ci consegnano un credito di fiducia che non possiamo sprecare e ci confermano che la strada intrapresa dalla Fim Cisl di rinnovamento, costruzione di risposte ai nuovi lavori, collegamento virtuoso tra scuola e lavoro, sia quella giusta”.

I giovani intervistati temono un lavoro con basse condizioni economiche. Cercano prima di tutto un lavoro che consenta di guadagnare abbastanza per non vivere alla giornata e progettare un proprio futuro (27,9%). La realizzazione nel lavoro viene spostata dopo tale obiettivo (25,3%).
Il fattore di preoccupazione più importante è il protrarsi della permanenza al lavoro delle generazioni più anziane (73%).

Rispetto a cosa può favorire le opportunità di lavoro, la sola intraprendenza personale è considerata sufficiente solo dalla minoranza degli intervistati (44,2%). Quasi il 70% ritiene che il governo con le politiche pubbliche e le aziende con i propri investimenti possano allargare le possibilità di occupazione. I sindacati, per la maggioranza dei giovani (51,6%) possono avere un ruolo positivo sulla possibilità che tali politiche vengano realizzate.
“Oltre ai cambiamenti prodotti dall’innovazione tecnologica e dall’automazione, emerge una forte preoccupazione verso gli squilibri generazionali nel mercato del lavoro e nella spesa pubblica di un paese che invecchia. Tutto questo alimenta un’ampia domanda di rappresentanza nelle nuove generazioni – commenta Alessandro Rosina, curatore dell’indagine e docente di Demografia e Statistica Sociale all’Università Cattolica -. Il sindacato può cogliere questa sfida se mostra di essere non solo un utile sportello di servizi e uno strumento per proteggere chi ha un posto di lavoro, ma soprattutto agendo in modo credibile per migliorare le condizioni generali per una presenza solida e qualificata delle nuove generazioni nei processi produttivi e sociali del sistema Paese”.

Comunicato_giovani sindacato

Leggi cosa pensano i giovani dei sindacati e quali sono le nuove esigenze.

 

Maggio

Le pubblicazioni a seguito del Congresso Fim Cisl Lombardia a cui sono intervenuti Marco Bentivogli, Segretario Generale nazionale Fim Cisl, Alessandro Rosina, Professore Ordinario di Demografia presso Università Cattolica di Milano e coordinatore del Rapporto Giovani, don Walter Magnoni, responsabile del Servizio per la pastorale sociale e del lavoro, della Diocesi di Milano.

Il 36,8% dei giovani al Sud è insoddisfatto, sospeso tra tradizione e cambiamento

Dal Rapporto Giovani 2017 dell’Istituto Toniolo l’identikit dei millennials del Meridione

I giovani del Sud Italia sono più insoddisfatti dei coetanei al Nord, ma allo stesso tempo sono molto dinamici e orientati a mettersi in gioco e a favorire un cambiamento positivo del proprio destino. Infatti, se da un lato la soddisfazione generale nei confronti della propria vita è nettamente inferiore ai giovani del Nord (36,8% di insoddisfatti al Sud rispetto al 26% del Centro-Nord), così come nel lavoro (33,3% di risposte negative contro circa il 20% del resto della penisola), i giovani del Sud sono quelli più dinamici a cogliere le nuove opportunità lavorative. I dati li mostrano i giovani del sud più propensi ad accettare nuove proposte di lavoro (il 36,7% le accetterebbe immediatamente, contro il 26% circa del Nord), anche se tali proposte richiedessero un trasferimento dalla terra di origine: solo il 61,8% dei giovani del sud considera importante la distanza da casa nell’accettare una proposta contro l’80,5% dei coetanei del Nord e il 74,8% di quelli del Centro.

È questo il quadro che emerge dal RAPPORTO GIOVANI 2017 (RG2017) dell’Istituto Toniolo realizzato con il sostegno di Intesa Sanpaolo e della Fondazione Cariplo. L’intera indagine è raccolta nel volume “La condizione giovanile in Italia – Rapporto Giovani 2017” edito da Il Mulino. Il RG2017 si è basato su un campione di oltre 9.000 giovani tra i 18 e i 32 anni.
Il mondo giovanile del Sud appare dinamico e aperto alle nuove tecnologie della comunicazione: stupisce, ma non troppo, una maggiore fiducia nei social media (39,1% di risposte positive contro il 34,4% del Nord e il 33,4% del Centro): evidentemente in una zona d’Italia dove l’occupazione è più precaria e i giovani sono spesso posti ai margini del mondo del lavoro, internet diventa il primo strumento per non restare ai margini rimanere esclusi ed essere per rimanere connessi col mondo, preparandoli ad aprirsi al mondo.

Dal RG2017 emerge anche come i giovani del Sud mantengano più saldo il proprio orientamento religioso: il 56,5% degli intervistati riferisce di appartenere alla religione cristiana cattolica contro il 50% della media nazionale e, allo stesso tempo, si dimostrano maggiormente assidui nella frequenza ai riti religiosi: oltre il 25% frequenta i riti almeno una volta al mese contro il 15,3% del Nord e il 17,0% dei giovani del Centro.

D’altro canto il maggior tradizionalismo dei giovani meridionali non si limita alla pratica religiosa, ma riguarda più in generale valori e atteggiamenti, ad esempio rivendicando la centralità della famiglia: positivi si confermano gli atteggiamenti verso il matrimonio, con il 56,1% dei giovani del Sud che lo ritiene ancora una istituzione attuale (contro il 52% di giudizi positivi nel Centro-Nord). Seppur ormai la stragrande maggioranza dei giovani italiani ritenga accettabile la convivenza al di fuori del matrimonio (circa 8 giovani su 10), esiste una certa eterogeneità geografica nelle risposte che vede al Sud una visione un po’ più tradizionale dell’unione fra partner: mentre la percentuale di chi ritiene socialmente accettabile la convivenza al di fuori del matrimonio è pari all’83% dei giovani al Nord, tale percentuale scende al 76,6% nelle regioni meridionali, mentre al Centro si attesta su valori intermedi (81,3%). Questi dati sembrano confermare, in un quadro comunque aperto nei confronti di forme di unione alternative, una sfumata preferenza al Sud in favore del matrimonio.

“Un ritratto delle nuove generazioni del Sud – spiega EMILIANO SIRONI, ricercatore in Demografia e Statistica sociale, Facoltà di Economia, Università Cattolica del Sacro Cuore e collaboratore del gruppo scientifico del Rapporto Giovani diretto da Alessandro Rosina- sospese fra tradizione e spinta al cambiamento. Queste sembrano essere le parole chiave per tracciare un identikit dei giovani meridionali, stando a quello che emerge dalle analisi del “Rapporto Giovani”, un’indagine longitudinale che fotografa l’universo dei giovani italiani fra i 19 e i 34 anni curata dall’Istituto Toniolo di Studi Superiori”.

7×1 – Educarsi all’utilizzo consapevole della Rete

Alla vigilia di Condivido, un convegno sull’educazioe all’utilizzo consapevole della Rete, ne abbiamo parlato con Piermarco Aroldi, docente di sociologia di processi culturali e comunicativi all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Cosa significano fenomeni come hate speesch e fakenews?

La puntata integrale in onda domani alle 18.30 su Radio Marconi e in replica domenica.

Puntata integrale:

 

 

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