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Interviste ai giovani nelle Missioni della Santa Sede presso gli organismi internazionali

Ecco le storie di chi, grazie alla borsa di studio dell’Istituto Toniolo, sta svolgendo un’esperienza all’estero presso le Missioni della Santa Sede presso gli organismi internazionali.

Ginevra e Vienna sono le destinazioni di Paola, Arianna, Annalisa, Margherita, Chiara, Clara

 

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Annalisa, a Ginevra per la migrazione

Annalisa Pellegrino, ventisettenne di Pavia, ha iniziato a studiare arabo in Cattolica «per caso, perché ho sbagliato aula il primo giorno di Lingue per relazioni internazionali». Aveva scelto di studiare russo. Ma la lezione in quell’aula era di arabo. Da lì non è più riuscita a fare altro, «è diventato il centro dei miei interessi». Durante la triennale ha fatto un’esperienza di qualche mese a Stanford, per un programma di scambio, e, a seguire, in Siria. La specialistica, invece, per nove mesi le ha aperto il sipario su uno stage all’Unesco a Parigi.
Annalisa si è laureata nell’aprile 2014 ed ha preso parte alla missione permanente della Santa sede all’Onu nel 2015. «Ho trovato dei maestri, seguivo conferenze su temi diversi, dovevo arrivare al meeting preparata e scrivere i report per la segreteria di Stato o la Missione. Il 2015 in Missione è stato un turning point perché ho scoperto questo interesse per la migrazione». Pian piano è maturata la passione per il tema. Il suo percorso sta continuando, ora è alle organizzazioni internazionali per le migrazioni. «Mi piacerebbe fare un’esperienza sul campo. Vorrei vedere l’altra faccia della medaglia». Adesso lavora per organizzare i grandi meeting sull’emigrazione. Annalisa parla fluentemente inglese, francese e spagnolo ma «un po’ di arabo lo uso anche qui perché il mio capo ha origini arabe».

Chiara, da Varese passando per Halle fino a Vienna

Giovanna Chiara Italiano nasce a Varese venticinque anni fa. Già dalla scelta delle superiori, liceo classico a indirizzo linguistico, si intuisce una vita a vocazione internazionale. Chiara impara inglese, francese e tedesco. In università Cattolica prosegue gli studi lungo lo stesso tracciato, Esperto linguistico per il management e il turismo per economia. Ha concluso la triennale in Baviera, Ingolstadt, dove ha rinverdito il tedesco per un intero semestre. «È stata l’occasione per incontrare alcuni ragazzi che portavano avanti gli studi di scienze politiche ma contaminati da aspetti di letteratura e arte. Tornata in Italia mi sono laureata con il desiderio di indirizzare in maniera più politologica i miei studi. Le lingue per me non erano i fini dei miei studi, ma un mezzo per arrivare ad altro. Ho integrato degli esami e sono passata a scienze politiche. La Cattolica offriva una doppia laurea sempre in collaborazione con la Germania, in particolare con l’università di Halle».
Chiara frequenta il primo anno di specialistica a Milano per poi risalire su un aereo e atterrare su suolo tedesco.

Portata a conclusione la doppia laurea, viene accettata al master Aseri. Quando viene a conoscenza del bando dell’Istituto Toniolo, che proponeva un internship presso gli uffici della Missione Permanente della Santa Sede presso le Organizzazioni Internazionali in Vienna. «Mi è sembrata un’opportunità da cogliere al volo».

A inizio agosto Chiara è tornata in Italia, entusiasta del lavoro svolto. Ha inviato molte domande alle organizzazioni internazionali e alle agenzie specialistiche dell’Unione europea. È in attesa. Ma non certo ferma. «Non mi metto limiti né paletti. So che mi piacerebbe anche rimanere in Italia, non sono una in fuga.

 

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I giovani fanno volontariato?

Ne parliamo con padre Annoni, presidente Opera San Francesco Domenica 25/9, can195

Margherita e la Missione Permanente della Santa Sede a Ginevra

Margherita Fratantonio da gennaio lavora a Ginevra presso la Missione Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite grazie a una borsa di studio dell’Istituto Toniolo. Ha 25 anni, ma ha già fatto scelte coraggiose. Dalla terra del cioccolato, Modica, si è trasferita a Milano per studiare Scienze linguistiche per Relazioni internazionali. Sono stati anni in cui ha studiato inglese e francese. Il tedesco lo aveva già studiato al liceo linguistico.

Dopo la laurea, nel dicembre 2014, ha trovato subito lavoro iniziando a collaborare con il Centro di Ateneo per la solidarietà internazionale in Cattolica. Poi è stato pubblicato il bando della borsa per Ginevra. «Mi sono informata e ho deciso di applicare perché mi è sembrato cucito su misura. Non ho avuto dubbi nè paura anche perché è una cosa eccezionale. In questi mesi il mio lavoro è seguire comitati e gruppi di lavoro dell’Onu dai Diritti delle donne, all’immigrazione. Dobbiamo preparare dei report che vengono destinati a Roma».

Margherita da sempre è attratta dalle Relazioni internazionali, ma questi mesi sono utili per capire quali sono gli ambiti in cui preferirebbe lavorare, quali sono le proprie inclinazioni lavorative.

«La missione della santa sede è una miniera di esperienze diverse, di conoscenze e competenze ed è un tesoro anche a livello umano. Ho trovato persone che mi hanno seguito da quando sono arrivata ad adesso, che ci tengono a che impariamo, con cui paragonarsi, e che rappresentano ciò che io vorrei diventare. Io vorrei rimanere a Ginevra. Cercherò di rimanerci. Ho già cominciato a studiare lo spagnolo, una delle sei lingue dell’Onu».

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Arianna Castronovo, a Ginevra con una borsa di studio offerta dall’Istituto Toniolo

Arianna Castronovo, 26 anni, classe 1990. Dopo avere frequentato Scienze politiche all’Università Cattolica a Milano, è volata a Ginevra con una borsa di studio offerta dall’Istituto Toniolo. Da gennaio 2016 lavora presso gli uffici ginevrini della Missione Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite.
Arianna si laurea ad aprile dell’anno scorso e comincia a inviare curricula ma «sono rimasta delusa perché non trovavo molte possibilità. In più io non avevo idee chiare su quello che veramente mi piacesse». Tramite l’Ufficio Relazioni internazionali della Cattolica trascorre due mesi in Australia, come previsto da uno dei programmi estivi.
Appena tornata, sempre alla ricerca di capire quale indirizzo prendere, decide di partecipare al bando «perché mi interessava la tematica trattata. Oggi posso dire che questa esperienza mi sta aiutando a capire che, anche se un contesto internazionale è difficile, mi forma, mi chiarisce. Sto crescendo e non è solo una questione di nozioni, ma è una crescita personale».
Arianna era già stata in Erasmus a Ginevra nel 2013 per sei mesi. «Conoscevo già la città». Ma ora le responsabilità sono differenti. Arianna segue le conferenze indette dall’Onu su diversi argomenti. «E’ un lavoro molto dinamico perchè si cambia spesso argomento, dal Consiglio dei Diritti umani al Disarmo».
Prospettive? «Vedremo. Intanto fino a dicembre sono a Ginevra. E vorrei rimanerci».

 

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Paola e la borsa di studio a Vienna

Paola Suffia, 1989, laureata in Politiche europee e internazionali presso l’ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

«Ho applicato al bando per la borsa di studio dell’Istituto Toniolo perché rispondeva ai miei interessi di formazione professionale e di crescita umana. Ho scelto la Facoltà di Scienze Politiche e delle Relazioni internazionali con l’intenzione di lavorare nel campo diplomatico e delle organizzazioni internazionali, in particolare nell’ambito della promozione dei diritti umani». È stato determinante per fare questa scelta un viaggio in Bosnia-Erzegovina nell’ultimo anno del ginnasio durante il quale Paola vede di persona gli effetti della guerra. «Ho scelto l’Università Cattolica sia per la qualità della formazione sia per il suo essere “cattolica”, cioè legata a una dimensione e missione universale. Di conseguenza, non è stato per me di secondo piano, ma anzi ancor più importante che la Missione per cui applicavo fosse quella della Santa Sede».

L’aspettativa era quella di passare dalla teoria alla pratica, ovvero poter toccare con mano la formazione universitaria. Durante le lezioni di Storia delle relazioni internazionali, ad esempio, si discuteva della Ragion di Stato tipica della tradizione europea o delle caratteristiche della diplomazia americana: qui a Vienna queste teorie sono messe in pratica nelle negoziazioni o nei discorsi diplomatici. «L’aspettativa inziale è stata superata dalla realtà che vivo tutti i giorni, perché ciò che sperimento è una formazione a trecentosessanta gradi, professionale e umana. Gli stagisti sono appieno parte dello staff e i diplomatici della Missione ci danno molta fiducia. Sono certa che, a conclusione di questa esperienza, potrò portare con me un bagaglio ricchissimo di professionalità e umanità. Inoltre, questa esperienza ha confermato e rafforzato la mia scelta di lavorare nel campo internazionale e dei diritti umani».

Paola segue i comitati che le vengono assegnati. A Vienna la Missione è presente presso l’OSCE e presso l’Headquarter delle Nazioni Unite che si occupa di sicurezza, disarmo, nucleare, lotta alla droga e criminalità organizzata.

«Il lavoro per far crescere la giustizia nel mondo è tanto e inesauribile. Qui a Vienna si sperimenta che la goccia del nostro lavoro scava nelle istituzioni, ma anche nell’animo di coloro che sono chiamati alla rappresentanza degli Stati. Per questa ragione, è un’esperienza che ciascuno non vorrebbe mai finire, perché aiuta a realizzare in profondità la vocazione di chi lavora presso le istituzioni internazionali».

 

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Grandi e piccoli schermi: la fruizione di film e cinema

Qual è il capitale tecnologico dei Millennials?

La famiglia del Millennial italiano è ben lungi dall’essere tecnologicamente sprovvista.
Nella sua dotazione, lo smartphone supera la televisione (rispettivamente 94,3% e 92,1%), il pc portatile è ampiamente presente (82%) e il tablet (57,8%) ormai dimostra di aver raggiunto la diffusione del personal computer desktop (59,9%).

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Rispetto alle differenze territoriali, complessivamente l’immagine dei giovani del Sud che emerge è positiva, ad alta dotazione tecnologica: più elevato numero di possessori di tv 3d (21,5%), home
theatre (23%) – che abbiamo peraltro indicato come tecnologie di super-nicchia – decoder satellitare (35,7%), lettore dvd (58,1%) e videocamera (47,2%). Il possesso dello smartphone e delle console è più consistente al Nord, mentre il Centro presenta il numero più alto di giovani che hanno un pc portatile. Rispetto all’età, le tecnologie sono più diffuse tra gli under 25 rispetto agli over 25, in particolare
quelle ludiche, come console, tablet e smartphone. Il pc portatile, invece, è di poco più diffuso tra gli over 25. Console, smartphone e tablet sono più diffusi tra quanti risultano avere un livello di studio  medio-basso mentre il pc portatile è più presente tra i laureati.

 

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Il dispositivo tecnologico più usato dai giovani intervistati è lo smartphone (79,4%), seguito dalla
tv (77,8%). Viene poi il pc portatile (70,5%), nettamente preferito, anche nell’uso effettivo, al pc desktop (42,9%). Con riferimento al genere, i maschi utilizzano le tecnologie molto e di più rispetto alle femmine, soprattutto alcuni devices. Le differenze di genere più significative riguardano le console-videogame, utilizzate dal 40,7% dei maschi versus il 22,7% delle femmine. Queste ultime, invece, mostrano
un più elevato utilizzo degli smartphone (81% F; 77,7% M) e del pc portatile (72,5% F; 68,5% M). È interessante osservare che, rispetto al territorio, al Sud aumentano gli utenti di lettore dvd (34,6%) e di videocamera (24,9%). D’altro canto il dato non può essere affatto interpretato come indicatore di minor aggiornamento tecnologico, essendo i giovani meridionali i maggiori utenti di tablet (48,3%).

 

I Millennials quali social usano?

L’orientamento tecnofilo dei Millennials trova riscontro anche nei dati relativi all’utilizzo dei social network e di altre applicazioni fruibili via smartphone e orientate alla connessione.
Solo il 3,4% del campione dichiara di essere iscritto a nessun social network e di non utilizzare applicazioni come WhatsApp. Più di tre giovani su quattro sono invece iscritti a Facebook (per la precisione l’84,4%). Notevole tuttavia il divario tra il social di Zuckerberg e i diretti competitor: Google+, primo degli inseguitori, totalizza il 40,6%; Instagram è frequentato dal 33,9% del campione, Twitter dal
30,6%, Linkedin dal 16,4%. Quanto agli altri applicativi comunicativi, il 66,3% utilizza WhatsApp e il 40,4% Skype. Significativa la ridotta percentuale di utenti Spotify (15,2%).

 

Quanto spesso guardano i film?

Più di un giovane su due guarda abitualmente più di un film a settimana e la percentuale di chi si dichiara heavy viewer – guardando in media un film al giorno – è più del doppio di quanti si dichiarano del tutto disinteressati ai film. In particolare, gli heavy viewer sono equamente presenti in entrambi i generi,
mentre sono più diffusi al Sud (21,5% contro l’11,5% del Nord e il 14% del Centro), tra i non-diplomati (21,6% contro il 13,3% dei diplomati e il 13,4% dei laureati), tra i neet (18,2% di contro al 13,5% degli studenti, al 16,7% dei lavoratori, al 14% di chi studia e lavora).
Rispetto alle specifiche modalità fruitive, il nostro campione dimostra di prediligere la tv generalista (43,1%), la visione free su internet (36,%), la sala cinematografica (26,2%).

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Quanto vanno al cinema?

Di fronte alla richiesta di quantificare la propria frequenza alle sale, il 32,1% ha dichiarato di recarvisi
più di una volta al mese. Di questi, il 51,8% afferma di andarci due volte, il 19,8% tre volte, il 13,7% quattro volte, il 5,4% cinque volte e il 5,5% sei volte. Al cinema, inoltre, si va più spesso tra gli uomini (35,3% versus il 28,8% delle femmine), al Sud (36,7% versus il 27,2% del Nord e il 32,8% del Centro), tra gli under 25 (35,6%; versus il 29,3% degli over 25), tra i diplomati e laureati (rispettivamente 33,8% e
33,5% versus il 28,6% dei non diplomati), tra chi studia e lavora (50% versus il 18,6% dei neet, il 35% degli studenti, il 35,1% dei lavoratori).

Riguardo ai tempi prediletti per andare al cinema, i giovani preferiscono recarvisi durante il weekend, nel primo spettacolo serale (28,9%), mentre il 26,5% preferisce andare in settimana, al primo spettacolo serale. Il 14,4%, infine, gradisce andare durante il weekend, nel secondo spettacolo serale.

 

Quali film preferiscono vedere i giovani?

Millennials mostrano di preferire, nell’ordine, la commedia (25,7%), il thriller (18,7%), l’avventura (11,9%) e il fantasy (10,2%). I generi che riscuotono meno successo sono invece i documentari (0,7%) e i cartoon (1,9%). A questo riguardo, le differenze tra maschi e femmine emergono in maniera significativa rispetto ad alcuni generi specifici: thriller/suspense (21,8% M; 15,3% F), commedia (20,6% M; 30,8%
F), fantasy (12,1% M; 8,1% F), avventura (17,5% M; 6% F), sentimentale (0,4% M; 9,1% F).
Tra gli elementi legati al testo che invece, secondo i nostri spettatori, fanno la differenza in un film (fig. 8) – influenzando anche la scelta di vederlo o meno –, al primo posto troviamo per il 59,3% la trama e per il 17,1% gli attori protagonisti. Anche qui si ravvisano alcune specificità di genere: la trama fa la differenza più per le femmine (64,7%) che per i maschi (53,9%), mentre gli effetti speciali più per i maschi (11,3%) che per le femmine (3,5%).

 

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Condizioni sfaroveli per i giovani

Il costo della visione, del resto, sembra essere un fattore di notevole importanza nell’economia complessiva del consumo di cinema e delle scelte ad esso relative. Ben il 68,3% dei Millennials afferma infatti che andrebbe maggiormente al cinema se il prezzo del biglietto fosse più accessibile.
Il 44,1% è molto d’accordo infatti nel ritenere che la motivazione di una ipotetica crisi del cinema
presso i giovani possa risiedere nel suo costo troppo elevato; il 20,5% esprime, invece, massimo accordo con l’affermazione secondo cui i giovani non frequentano le sale «perché preferiscono scaricare illegalmente i film da internet».

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I giovani sono felici? Ecco l’anteprima #FattoreGiovani

Guarda l’anteprima di Fattore giovani, in onda Domenica 18/9, sul canale 195.

Interviene Cristina Pasqualini, Docente di sociologia dei Fenomeni collettivi dell’Università cattolica del Sacro cuore di Milano

La condizione giovanile in Italia – 20 ottobre, Acireale

Appuntamento al 20 ottobre ad Acireale per parlare di giovani e scuola, lavoro, famiglia, immigrazione e religione.

Ne discuteranno il dott. Andrea Patanè, delegato della Conferenza episcopale siciliana, la dott.sa Paola Bignardi, membro del comitato di indirizzo dell’Istituto di Studi Superiori G. Toniolo e coordinatrice
del Rapporto Giovani. Concluderà il Mons. Antonino Raspanti, Vescovo della Diocesi di Acireale e Presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali.

Locandina Acireale

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