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Dio a modo mio, i giovani e la fede – Alghero 3/10, Melzo 10/10

E vero che i giovani non credono?
O è una generazione che si trova fuori di casa, perché della casa-comunità cristiana non ha sperimentato il calore delle relazioni, la responsabilità di un coinvolgimento vero, l’attenzione di un ascolto interessato?

Per la prima volta nel nostro Paese con tale estensione e profondità di indagine centocinquanta giovani,
ragazze e ragazzi tra i diciannove e i ventinove anni, battezzati, residenti in piccole e grandi località del
Nord, Centro e Sud di Italia hanno raccontato luci e ombre.

 

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Locandina Alghero – 3 ottobre

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Locandina Melzo – 10 ottobre

La Ferialità: profezia della pastorale giovanile / 22 – 24 settembre, Roma

All’apertura del nuovo anno pastorale, il Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile offre due momenti di incontro e di formazione invitando ad uno i viceparroci o i sacerdoti che si occupano dei ragazzi e dei giovani e nell’altro gli animatori degli adolescenti.
L’attenzione alle nuove generazioni è un settore dell’azione pastorale che chiede con urgenza una cura innanzitutto delle relazioni per poter dare vita non ad una imponente azione solitaria di attrazione verso i ragazzi, ma all’umile e fraterna pazienza di venire incontro alla fatica dei nostri ragazzi a testimoniare la loro fede.

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Dio a modo mio vince nella sezione Giovani del Premio Capri S. Michele, 24 settembre

LE OPERE VINCITRICI DELLA XXXIII EDIZIONE DEL PREMIO CAPRI S. MICHELE

“Dio o niente” di Robert Sarah (cardinale della Guinea) edita da Cantagalli è l’opera vincitrice della XXXIII edizione del Premio Capri S. Michele. A “Cittadini di Galilea” di  Luigi Alici, Mansueto Bianchi e Matteo Truffelli è stato assegnato il Premio Speciale dalla Giuria presieduta da Lorenzo Ornaghi.

Le opere vincitrici di Sezione sono: per l’Attualità “La famiglia adolescente” di Massimo Ammaniti, Laterza; per l’Ambiente “L’uomo e la natura” a cura di Giovanni Ferri, Studium; per la Filosofia “L’essenza della religione” di Ugo Perone, Queriniana; per la Sezione Giovani “Dio a modo mio” a cura di Rita Bichi e Paola Bignardi, Vita e Pensiero; per la Narrativa “Con occhi di bambina” di Marina Corradi, Ares; per il Paesaggio “Chiese rupestri a Matera” di Maria Pina Rizzi, Libreria Editrice Vaticana; per la Politica “Governare bene sarà possibile”di Giovanni Palladino, Rubbettino.

Il Premio Mons. Carlo Serena è stato attribuito a “Una chiesa povera per i poveri”, di Gaetano Di Palma e Pasquale Giustiniani.

I vincitori delle Sezioni Giornalismo, Riviste, Varia Umanità, Tiberio, Anacapri, Laura Rolandi saranno comunicati a breve.

La Cerimonia di proclamazione e di assegnazione dei premi si svolgerà ad Anacapri sabato 24 settembre alle ore 18. Sarà preceduta nel pomeriggio del venerdì 23 settembre dal Convegno su “Il valore delle Costituzioni”.

 

Leggi il comunicato

Target, servizi, strumenti e nuove sfide per un Comune che dialoga con i giovani – 23 settembre, Milano

Molti sono i Comuni lombardi che nell’estate 2016 hanno rinnovato l’adesione alla Rete regionale Informagiovani, ma sono molti anche i Comuni che, pur non avendo oggi il servizio funzionante sul proprio territorio, hanno espresso l’intenzione di aderire nel prossimo triennio alla Rete regionale Informagiovani, dichiarando la propria disponibilità a riflettere e collaborare con ANCI Lombardia e con gli operatori che lavorano da anni al servizio Informagiovani, per attivare nei prossimi mesi il servizio anche nel proprio territorio e offrire ai giovani occasioni e opportunità per il loro futuro.
I giovani stanno vivendo un momento difficile, per una serie di motivi. Il “Rapporto Giovani 2016”, che verrà illustrato durante il seminario, mette a fuoco gli aspetti emersi dall’indagine effettuata su decine di migliaia di giovani dai 18 ai 30 anni, dalla formazione al lavoro, alle scelte di vita alle relazioni familiari e alla partecipazione sociale, con quattro approfondimenti tematici: la mobilità internazionale, il confronto tra culture, l’economia della condivisione, lo svago e la fruizione dell’arte tramite le nuove tecnologie. Interverrà il prof. Rosina

Leggi il programma

Cantiere delle scelte – la puntata del Toniolo a Radio Maria

Cantiere delle scelte – Orientamento scolastico, universitario e professionale”a cura dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, Ente Fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Ascolta la puntata registrata l’8 settembre a Radio Maria a cura dell’Istituto Toniolo

http://www.radiomaria.it/archivio.aspx?cat=ca3b8845-f200-4e4e-8a7a-d6e05714533f

Quale proposta formativa per i giovani dell’Università Cattolica? 12-15/9, Brescia

Dal 12 al 15 settembre , si terrà il seminario dei docenti di Teologia e degli assistenti pastorali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. A ospitare le giornate di studio, diventate un appuntamento fisso all’inizio dell’anno accademico, sarà la sede di Brescia dove si ritroveranno oltre 50 partecipanti per affrontare il tema “I vostri giovani avranno visioni (Gl 3,1). Quale proposta formativa per i giovani dell’Università Cattolica?”. Il programma prevede relazioni, tavole rotonde e dibattiti ma non mancheranno momenti di preghiera, di convivialità e di conoscenza delle bellezze storico-artistiche della città.

Storie di giovani italiani in Australia

Leggi l’indagine di Internazionale sui giovani expat italiani in Australia

http://www.internazionale.it/foto/2016/09/02/australia-immigrazione-italiani-foto

 

 

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I giovani sono senza confini

Nei giovani di ogni epoca è sempre alta la propensione a partire e ad allargare i propri orizzonti. Oggi, tuttavia, la «voglia» di espatriare si sta trasformando rapidamente in «bisogno», anche in quei paesi che siamo abituati a pensare come punto di arrivo e non di partenza.
Da un lato, infatti, è sempre più riconosciuto che studiare all’estero o farvi un’esperienza di lavoro arricchisce le conoscenze e le competenze, potenzia qualità come l’autonomia e l’intraprendenza,
e si rivela decisivo nel costruire una rete di contatti. D’altro canto, le difficoltà che i giovani incontrano
– soprattutto in Italia – hanno creato un’ampia accettazione sociale di una tendenza ormai consolidata:
le opportunità lavorative migliori vanno cercate altrove. Lavoro e mobilità tendono allora a diventare tutt’uno, e un’indagine sul primo aspetto non può prescindere dal secondo. Ecco perché si è scelto di dedicare un approfondimento alle «scelte di mobilità» dei giovani provenienti da cinque paesi europei: Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. La ricerca ha coinvolto mille giovani (provenienti dai cinque paesi citati), che sono stati intervistati nel luglio 2015.

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Il valore di un’esperienza all’estero

I dati del Rapporto Giovani 2016 rivelano che il 20,4% dei giovani italiani è stato all’estero per motivi
di studio, mentre l’11% l’ha fatto per ragioni lavorative. Resta poi un 68,6% che invece non è mai stato
oltreconfine. I giovani italiani si rivelano così molto più «mobili» dei loro coetanei europei: in Francia è
stato all’estero per studio l’8,8% del campione e per lavoro il 7%; in Germania rispettivamente il 6,1% e
il 9,8%; nel Regno Unito il 10,5% e il 9,6%. Ma quali sono le mete preferite dei giovani europei? Il Regno Unito risulta essere la destinazione prediletta da parte dei giovani italiani (29,8%), di quelli spagnoli (26,4%) e di quelli francesi (13,4%). Quelli che maggiormente guardano oltreoceano sono i tedeschi, che per il 15,8% preferiscono gli Stati Uniti. Ciò che sorprende è la differente percezione dei giovani europei
rispetto al valore di queste esperienze: l’idea che andare all’estero sia una necessità per trovare migliori
opportunità di vita e lavoro è condivisa dal 45% degli italiani, ma soltanto dal 5,6% dei tedeschi e dal
7,7% dei britannici. Addirittura, per il 30,3% dei giovani tedeschi e per il 38,6% dei loro coetanei britannici un’esperienza di questo tipo è inutile, sia a livello lavorativo sia di vita.

La fiducia nel proprio Paese

Per tre quarti dei giovani italiani (75,6%), le opportunità offerte dal proprio paese sono «peggiori» o «abbastanza peggiori» rispetto alla media degli altri paesi sviluppati: sulla stessa linea di pensiero ci
sono gli spagnoli, con il 60,9%. La percentuale cala bruscamente nel caso dei francesi (20%), dei
britannici (17%) e dei tedeschi (8,6%). Italiani e spagnoli divergono quando si tratta di considerare la
situazione del proprio paese nel lungo periodo: il 34% dei giovani spagnoli, infatti, dichiara di avere
«molta» o «abbastanza» fiducia nel fatto che fra tre anni le opportunità offerte dalla madrepatria saranno
migliori. Gli italiani invece restano pessimisti, con una percentuale che si ferma al 25,4%.

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L’estero come prospettiva immediata

La propensione a trasferirsi stabilmente. Riguardo alle intenzioni, dichiara che progetta di trasferirsi all’estero nel corso dell’anno il 6,9% degli italiani intervistati. Per gli altri paesi, le percentuali  corrispondenti sono del 4,5% in Francia, del 2,9% in Germania, del 4,5% in Spagna e del 2,2% nel Regno Unito. L’83,4% dei giovani italiani è pronto a emigrare stabilmente per lavoro, e oltre il 60% è disposto a farlo anche andando all’estero. Il trasferimento permanente all’estero attira quasi la metà dei giovani spagnoli (45,5%), il 41,9% dei francesi e il 41,1% degli inglesi. Solo i tedeschi si fermano al 32,9%: il loro è l’unico caso in cui la propensione a trasferirsi all’interno del proprio paese è maggiore, con una percentuale del 37,2%.

I giovani e la scuola – come e perchè

La valorizzazione del capitale umano costituisce un fattore determinante per lo sviluppo di ogni società. Ecco perché il tema della scuola – e della formazione in generale – viene osservato da Rapporto giovani sotto una doppia luce, sia come istituzione formativa sia come ambiente educativo, all’interno del quale si impara a convivere e a muoversi all’interno di una comunità.

Ci siamo chiesti:

Chi e cosa orienta le scelte dei ragazzi quando si tratta di individuare la tappa successiva?
Che rapporto hanno i giovani con l’ambiente scolastico e con i propri compagni?
Che valore ha la formazione agli occhi delle giovani generazioni?
LA SCELTA DELLA SCUOLA SECONDARIA

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La scelta della scuola secondaria di secondo grado rappresenta uno snodo fondamentale nella carriera
scolastica, oltre a essere uno dei pochi riti di passaggio collettivi che ancora costellano la transizione
alla vita adulta. I dati del Rapporto Giovani 2016 evidenziano come – ancora una volta – la famiglia
di origine influenzi la scelta della scuola: per fare un esempio, chi ha entrambi i genitori laureati ha una
probabilità di optare per il liceo tre volte superiore rispetto a chi è figlio di genitori senza diploma (70,3%
contro 24,6%). Non solo, più della metà degli intervistati (55,8%) ha affermato di aver fatto «molto» o «abbastanza» affidamento sul parere dei genitori nella scelta della scuola secondaria di secondo grado.
LA SCELTA DELL’UNIVERSITA’

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La motivazione personale si conferma come fattore trainante nella decisione di proseguire o no gli studi
dopo la maturità, pesando «molto» o «abbastanza» per l’80,9% degli intervistati. L’influenza della famiglia rimane su livelli significativamente alti (50,2%), certamente anche per la questione dei costi dell’istruzione (50,3%), in un contesto di welfare che offre scarsi sostegni al di fuori delle reti familiari. Un terzo circa degli intervistati (32,1%) ha tenuto conto anche della possibilità di avere una borsa di studio, così come della comodità di raggiungere la sede universitaria (30,0%). Ai laureati è stato chiesto quali fossero le motivazioni specifiche per la scelta concreta del tipo di facoltà. La maggioranza (57,6%) ha indicato la qualità dei servizi mentre una percentuale inferiore (43,4%) ha puntato sul prestigio sociale della facoltà. Un approccio pragmatico e allo stesso tempo riflessivo alla scelta – da «consumatore critico» che percepisce il richiamo del brand ma in tempi di austerità e di incertezza sulla reale spendibilità dell’istruzione – soppesa maggiormente il valore intrinseco del «prodotto».
LE RELAZIONI A SCUOLA

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Ai giovani intervistati è stato chiesto di valutare con un voto da 1 a 10 diverse componenti della vita scolastica, tra cui le relazioni con i vari soggetti dell’ «universo scuola». L’apprezzamento più alto, sia per la scuola secondaria di primo grado sia per quella di secondo, è stato dato alla relazione con i compagni
di classe, che si attesta quasi sempre intorno al 7.
Se invece consideriamo la relazione con i professori, la qualità del rapporto presenta caratteristiche
differenti a seconda del grado scolastico. Nella scuola secondaria di primo grado le valutazioni sono più
differenziate: il voto medio di coloro che hanno scelto un liceo è di 7,1 mentre si scende a 6,3 per gli studenti che hanno scelto l’istruzione professionale. Nella secondaria superiore, invece, le valutazioni sono
più omogenee (tra il 6,8 e il 6,9). Votazione da 1 a 10 delle relazioni scolastiche vissute nella scuola secondaria di secondo grado e nei centri di formazione professionale per tipo di scuola superiore.

 

PREPOTENZE E ILLEGALITA’

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Si tratta di un fenomeno che negli ultimi anni ha ricevuto più attenzione di quanto non accadesse in precedenza. Purtroppo questo non ha eliminato del tutto il problema, e anzi i dati del Rapporto Giovani 2016 dipingono un quadro che non è per nulla incoraggiante. Per quanto riguarda gli atti di prepotenza fra alunni, infatti, il 19,4% dei giovani ha dichiarato di avervi assistito frequentemente: la percentuale è maggiore fra i maschi (20,4%) che tra le femmine (18,3%). Ancora più presenti fra gli studenti
sono poi gli atti di discriminazione, ai quali ha dichiarato di aver assistito il 23,6% degli intervistati.
GLI SCOPI DELL’ISTRUZIONE

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Ma a cosa serve istruirsi? Le due risposte che vanno per la maggiore riguardano l’eredità lasciata dalla
scuola in termini di conoscenze, abilità e competenze. Per l’80,3% degli intervistati la scuola serve ad
aumentare le conoscenze e le abilità personali, mentre per il 77,2% degli intervistati serve per imparare
a ragionare. Ciò che colpisce (e preoccupa), però, è il nesso ancora molto debole che lega la formazione
al futuro accesso al mondo del lavoro: l’idea che essere istruiti serva a trovare più facilmente un
impiego convince meno della metà dei candidati (il 41%). Sale a 52,8% la percentuale di quelli che ritengono la scuola una risorsa utile per trovare un lavoro migliore.

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Tra i giovani si registra un generale abbassamento dei già scarsi livelli di fiducia nelle istituzioni, fra le quali le più apprezzate sono le forze dell’ordine, la scuola e l’università. Rispetto ai dati registrati nelle precedenti edizioni del Rapporto, appare in calo la fiducia nelle istituzioni scolastiche e nell’Unione Europea, mentre mostra deboli cenni di risveglio il credito verso il mondo della politica.

 

Convegno Nazionale sui Neet – Milano, 3 e 4 novembre 2016

Presentazione

L’Istituto Toniolo di Studi Superiori, in collaborazione con la Fondazione Cariplo e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, promuove il Convegno Nazionale sui Neet che si terrà a Milano il 3 e il 4 novembre 2016.

Il convegno è inteso come occasione per stimolare un confronto su dati, analisi e iniziative tra i soggetti a vario titolo interessati al fenomeno dei giovani Neet (Not in Education, Employment or Training).

L’incidenza crescente in Italia di giovani appartenenti a tale categoria – che ha raggiunto livelli tra i più elevati in Europa – ha alimentato un forte aumento sia di domanda conoscitiva (su caratteristiche, cause e implicazioni), sia di misure efficaci di attivazione. Desta infatti molta preoccupazione il costo sociale del lasciare un’ampia parte delle nuove generazioni a lungo in condizione di inattività, con conseguenze di ordine economico, sociale e psicologico. Il fenomeno va però letto non solo in termini di costi, ma anche di mancata opportunità del sistema paese di mettere la sua componente più preziosa e dinamica nella condizione di contribuire pienamente alla produzione di crescita presente e futura.

È evidente, inoltre, come la complessità e la varietà del “fenomeno Neet” debbano essere lette alla luce di molteplici punti vista: psicologico, educativo, sociologico, economico, demografico. Il convegno – il primo nazionale e interdisciplinare in Italia sul tema – ha come obiettivo di porre al centro di riflessione i Neet attraverso uno sguardo ampio e approfondito che consenta di arricchire la conoscenza scientifica del fenomeno, condividere riflessioni di misura e metodo, oltre che dare indicazioni utili in termini di policy.

 

Il convegno propone quindi le seguenti aree scientifiche per le sessioni tematiche e poster:

  • Caratteristiche e misura dei Neet. A partire dalla stessa definizione di Neet, la letteratura internazionale mette in luce caratteristiche socio-demografiche molto differenti che variano in base ai contesti sociali e culturali: età, titolo di studio, tempo di inattività, essere Neet come frutto di una scelta, sono solo alcune variabili sulle quali si sta orientando la riflessione sul tema. La presente sessione tematica si pone l’obiettivo di interrogarsi e confrontarsi rispetto alla complessa domanda: chi sono i Neet?
  • Antecedenti e conseguenze della condizione di Neet. Sebbene la riflessione sui Neet sia molto presente nel panorama scientifico internazionale, si assiste ad una focalizzazione delle ricerche sulle cause socio-economiche del fenomeno, mentre esigui sono i contributi che ne offrono una lettura psico-sociale. La presente sessione si propone di  riflettere sui fattori di rischio e di protezione da un punto di  vista psicologico, così come sugli esiti sul benessere personale e familiare propri della condizione dei Neet. 
  • Garanzia Giovani ed esperienze di attivazione sul territorio. Sul territorio italiano e internazionale numerosi sono gli interventi rivolti al reinserimento e all’empowerment dei Neet, primo fra tutti “Garanzia Giovani”. La presente sessione tematica si pone l’obiettivo di valutare l’esperienza di “Garanzia Giovani” e condividere “buone prassi” e sviluppo di policy adeguate per il coinvolgimento e il reinserimento dei Neet.

Nel corso del congresso sarà predisposto un apposito luogo nel quale saranno esposti i contributi che sono stati accettati come poster. Sarà assicurato uno spazio temporale nel quale i contributi potranno essere presentati.

25/10/2016: Termine per l’iscrizione al convegno

Programma provvisorio del convegno

Giovedì 3 novembre – Università Cattolica del Sacro Cuore, largo Gemelli 1, Milano – Aula Pio XI

14.00. Apertura. Saluti delle Autorità

14.30 Relazione invitata: Il quadro dei Neet in Europa (Massimiliano Mascherini, Eurofound)

15:00 Primo panel scientifico: Caratteristiche e misura dei Neet 

16.00 Pausa lavori

16:30 Secondo panel scientifico: Antecedenti e conseguenze della condizione di Neet

18.00 Sessione Poster

19.00 Visita guidata alla Cappella Portinari presso la Basilica di Sant’Eustorgio e aperitivo

 

Venerdì 4 novembre – BASE Milano, via Bergognone 34, Milano

9:30 Relazione invitata: I Neet in Italia e il ruolo delle politiche (Alessandro Rosina, Università Cattolica del Sacro Cuore)

10:00 Terzo panel scientifico: Garanzia giovani ed esperienze di attivazione sul territorio

11:30 Tavola rotonda: Discussione e confronto su risultati e politiche

12:30 Conclusioni

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