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Giovani e fede – Intervista a Don Luigi Galli

In questa intervista Don Luigi Galli, assistente pastorale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, si occupa di come la fede influenzi la vita di un giovane studente, di quali sono i valori di riferimento nel mondo della Chiesa che possano diventare tali anche per i ragazzi, e di qual è immagine della fede e della Chiesa che la famiglia è in grado di trasmettere ai giovani. Nelle parole del sacerdote, la fede è la consegna di tutta la propria vita in un atto di fiducia a Dio, e la verifica della serietà di questo rapporto deve tradursi in valori come il rispetto per gli altri. Il “credere” delle nuove generazioni è un credere variopinto, fatto di sfumature, con una tendenza generale che confonde la fede con l’esperienza religiosa: Dio c’è ma non sono capace di dargli un nome e non so dove incontrarlo.

E intanto si fa largo la Generazione Z

Mentre sociologi e giornalisti si affannano a dipingere un ritratto a più mani dei cosiddetti Millennials, comincia già a farsi strada la prossima generazione: la Z. Sono i nati alla fine degli anni Novanta, i primi a essere cresciuti “da subito” in un mondo globalizzato e digitale.

A mettere gli occhi su questa fascia della popolazione non sono soltanto gli studiosi di demografia: la generazione Z è prima di tutto una “fetta di mercato” dalle enormi potenzialità (si pensi solo al settore hi-tech) e fa gola agli analisti di marketing.

Ketchum, un’agenzia internazionale di PR, ha avviato un’indagine specifica sulla Z Generation, e ha recentemente pubblicato un primo ritratto di chi ne fa parte. Lo trovate di seguito: ecco le 15 caratteristiche essenziali dei teenager di oggi.

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I giovani a convegno alle Gallerie d’Italia

Dio a modo mio altra fotoNella suggestiva cornice delle Gallerie d’Italia e della mostra Hayez (alla quale sarà possibile accedere con visita guidata gratuita dopo l’evento), il 15 febbraio prossimo alle ore 17.00 i giovani e tutti coloro che di loro si occupano a vario titolo sono invitati al Convegno Dio a modo mio. Il rapporto con la fede e la Chiesa sono i temi trattati dalle curatrici dell’omonimo volume edito da Vita e Pensiero (2015) Rita Bichi e Paola Bignardi e da due autori Cristina Pasqualini e Don Giordano Goccini. Aprirà il convegno Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica. Gli interventi saranno intervallati dalle animazioni drammaturgiche curate dal CIT, Centro di cultura e di iniziativa teatrale “Mario Apollonio” dell’Università Cattolica.

Scarica il programma dell’evento

Giovani e fede – Intervista a Eleonora Bonizzato e Alberto Ratti

Il rapporto di fede appartiene a una dimensione indubbiamente personale, ma anche la dimensione associativa può avere un ruolo determinante nella creazione di questo percorso. Pensiamo ad esempio agli scout, alla vita in oratorio e più in generale a quella in parrocchia. Ne parlano Eleonora Bonizzato, insegnante di scuola superiore, e Alberto Ratti, già presidente nazionale della Fuci, la Federazione Universitaria Cattolica Italiana. Eleonora ha aderito alla fede grazie all’incontro con una dimensione comunitaria, e così è stato anche per Alberto: entrambi si richiamano alla prima esperienza degli apostoli con Gesù. La fede è vissuta insieme ad altre persone, giorno per giorno, come una grande avventura.

Giovani e fede – Intervista a Paola Bignardi

Come può la fede cambiare la vita di un giovane? Risponde la professoressa Paola Bignardi, già presidente dell’Azione Cattolica italiana e curatrice del volume Dio a modo mio. I giovani sono consapevoli della forza con cui la fede può trasformare un’esistenza, e ne sono molto colpiti: ecco perché ciò di cui sono in cerca è “una fede che si vede”. Spesso però le comunità cristiane sono luoghi anonimi, in cui la dimensione del culto prevale su quella della comunicazione e su quella dello scambio tra le persone. Inoltre, i contenuti che circolano nella comunità cristiana – se non sono adeguatamente veicolati e interpretati – rischiano di apparire astratti, lontani dalla vita quotidiana e superati dal tempo. Ecco perché in un contesto del genere, non sempre i giovani riescono a sentirsi “ a casa”, e di conseguenza si allontanano dalla Chiesa.

Giovani e fede – Intervista a Cristina Pasqualini

In questa intervista il focus è sui Millennials, e sul loro rapporto con la fede e con la Chiesa cattolica. Ad approfondire questa tematica è Cristina Pasqualini, docente di Sociologia all’Università Cattolica di Milano. Oggi la maggior parte dei giovani si definisce “cattolico in ricerca”: si tratta di ragazzi spesso cresciuti all’interno di famiglie credenti, che hanno partecipato alla vita parrocchiale, ma che hanno anche vissuto momenti di distacco. Quella dei Millennials è una generazione di mezzo, a metà strada fra un modello tradizionale tipico del passato e un altro più innovativo, meno istituzionalizzato. Nella maggior parte delle situazioni (il cosiddetto “percorso standard”), l’iniziazione alla fede avviene attraverso la madre o la nonna, seguita poi dal catechismo, spesso vissuto come un’imposizione. Nell’adolescenza subentra l’allontanamento dalla fede, poi ritrovata nella prima giovinezza e resa più personale.

Giovani e fede – Intervista a Elena Marta

Quanto conta l’educazione ricevuta dai genitori nel percorso di fede che compiono i figli? A questo interrogativo cerca di rispondere Elena Marta, docente di Psicologia Sociale e di Psicologia di Comunità all’Università Cattolica di Milano. Come spiega la professoressa, spesso accade di trovare nelle famiglie il cosiddetto “genitore incongruente”, una figura che esorta i figli a intraprendere un cammino di fede, ma a sua volta non ne è testimone. Banalmente, è l’esempio di chi raccomanda di andare a Messa, ed è poi il primo a non partecipare alla funzione. Questo induce i ragazzi a vivere la propria fede in maniera ambivalente, con momenti di avvicinamento e altri di “crisi”: quello che rimane, però, è la ricerca costante di figure di riferimento, un’esigenza comune a molti giovani.

Sì ai sindacati, no ai media e alle istituzioni religiose. La società americana secondo i giovani

060417-N-8157C-162 Hawaii (April 17, 2006) Ð The American flag flies prominently during the World Patriot Tour performance at Hickam Air Force Base. This is the last show for the World Patriot Tour. The tour started in early April and included concerts for service members and their families in Turkey, Japan, Korea, three deployed locations in Southwest Asia and Hawaii. The performers traveled more than 26,000 miles on Military Airlift Command flights in just under two weeks. U.S. Navy photo by Photographer's Mate 2nd Class Dennis Cantrell (RELEASED)

060417-N-8157C-162 Hawaii (April 17, 2006) Ð The American flag flies prominently during the World Patriot Tour performance at Hickam Air Force Base. This is the last show for the World Patriot Tour. The tour started in early April and included concerts for service members and their families in Turkey, Japan, Korea, three deployed locations in Southwest Asia and Hawaii. The performers traveled more than 26,000 miles on Military Airlift Command flights in just under two weeks. U.S. Navy photo by Photographer's Mate 2nd Class Dennis Cantrell (RELEASED)

Il sistema universitario, quello delle banche, le companies del settore tecnologico e il mondo dei media: se guardiamo alla società statunitense, questi sono alcuni fra gli attori che vi operano con ruoli di primaria importanza. Si tratta di ruoli consolidati, che sono tali già da molti anni. Ciò che cambia, invece, è la percezione che i cittadini hanno del loro impatto sulla comunità. Di questo si è occupata una ricerca condotta da Pew Research Center, che si è concentrata sul rapporto fra i Millennials e le più importanti istituzioni americane.

Si scopre allora che l’opinione dei giovani ha subito – in alcuni casi – dei cambiamenti significativi. In particolare, dal 2010 a oggi è cresciuta la percentuale dei Millennials per i quali i sindacati hanno un effetto positivo sulla vita del Paese (dal 49% al 57% degli intervistati). Cresce anche la fiducia nelle aziende di piccole dimensioni (dal 71% all’86%) e quella nelle banche e nelle istituzioni finanziarie, che resta comunque sotto il 50% degli intervistati (si passa dal 35% di 5 anni fa al 45% di oggi).

Al contrario, si registra un declino significativo su due fronti molto diversi tra loro, quello religioso e quello informativo. Nel giro di cinque anni, infatti, è scesa dal 73% al 55% la quota dei giovani americani che vedono nella Chiesa e nelle istituzioni religiose dei soggetti con una buona ricaduta sociale. Stessa sorte per i media, che vedono crollare la fiducia nei loro confronti dal 40% al 27%.

In generale, i Millennials confermano un’attitudine più “positiva” rispetto ai loro predecessori su molti aspetti della società americana: ci aveva visto giusto TIME, insomma, quando li aveva definiti “overeducated, underemployed, wildly optimistic”.

7 x 1 – INTERVISTA A DON GABRIELE PAGANINI SUL RAPPORTO TRA GIOVANI E CHIESA

7 x 1 è una rubrica a cura dell’Istituto Toniolo, in onda ogni sabato su Radio Marconi.

Rapporto Giovani – la brochure

Il metodo della ricerca, i temi, i principali risultati dell’indagine 2015 sulla Brochure Rapporto Giovani 2015 del Rapporto Giovani.

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