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Europa, al via la Settimana Europea della Gioventù

© Forest Service - Northern Region / CC BY 2.0
© Forest Service - Northern Region / CC BY 2.0
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© Forest Service – Northern Region / CC BY 2.0

“Essere giovani vuol dire tenere aperto l’oblò della speranza”: forse nessuno come Bob Dylan è stato in grado di riassumere, con la potenza icastica che contraddistingue solo i veri poeti, la mission della giovinezza.

Sono tanti i giovani italiani che tengono aperto quell’oblò. E si distingueranno nella Settimana Europea della Gioventù, dal 27 aprile all’11 maggio.

Il 24 e 25 marzo si sono svolti a Roma, nelle due cornici dell’Agenzia Nazionale per i Giovani e di Spazio Europa, gli Ideas Lab, ovvero i Laboratori di Idee promossi dalla Commissione Europea. Obiettivo: consentire ai ragazzi del nostro Paese di formulare proposte concrete, sperimentarle con i propri coetanei in tutto il Vecchio Continente e condividerle con i policy makers e decision makers in un evento speciale che si terrà a Bruxelles.

L’Agenzia ha inoltre aperto una call per un contest web al fine di dare spazio alla creatività dei giovani, fornendo la giusta visibilità agli eventi che verranno organizzati a maggio. Al tempo stesso ha aperto le iscrizioni ai laboratori #Ideegiovaniperilterritorio che vedranno la partecipazione a Roma, nelle giornate del 7 ed 8 maggio, di più di 200 giovani italiani e giovani amministratori locali.

La Settimana Europea della Gioventù 2015 proporrà un ricco ventaglio di iniziative:

  • Laboratori di idee, per consentire ai giovani di presentare nuove e originali idee e proposte di azioni concrete sulle tematiche dell’occupazione, partecipazione e inclusione;
  • Dibattiti politici con i giovani di tutti i Paesi;
  • Spazi espositivi e Cerimonia di premiazione dei “migliori” progetti realizzati nell’ambito dei programmi Gioventù in Azione e Erasmus+: Gioventù;
  • Conferenza sul Dialogo Strutturato;
  • Altre attività messe in campo dai Dipartimenti della Commissione europea che si occupano di politiche per i giovani.

L’Agenzia Nazionale per i Giovani coordinerà, in collaborazione con la rete italiana Eurodesk, gli eventi che si realizzeranno in Italia con l’obiettivo di:

  • Valorizzare il programma Erasmus+: Gioventù;
  • Potenziare le attività dei giovani ed il loro contributo all’occupabilità e alla partecipazione
  • Offrire opportunità per migliorare le capacità e le competenze;
  • Dare voce alle proposte dei giovani.

I siti dedicati www.agenziagiovani.it, www.youthweek.it, www.youthportal.eu, e i canali social forniranno informazioni su attività, messaggi, opportunità.

Francesco Mattana

Italiani, europei di cattivo umore

© Ron Bennetts / CC BY-ND 2.0
© Ron Bennetts / CC BY-ND 2.0
© Ron Bennetts / CC BY-ND 2.0
© Ron Bennetts / CC BY-ND 2.0

“Viva la felicità, chi la cerca non ce l’ha”: è il ritornello della canzone del Signor Rossi, personaggio animato creato da Bruno Bozzetto negli anni sessanta. Da allora sono trascorsi parecchi decenni, ma per i nostri connazionali – e il Signor Rossi era, appunto, il prototipo dell’italiano medio – la felicità continua ad essere un traguardo impegnativo da raggiungere. La conferma arriva da una ricerca di Eurostat pubblicata il 19 marzo scorso, alla vigilia della Giornata internazionale della Felicità, istituita dall’Onu il 20 marzo (i dati della ricerca sono relativi all’anno 2013).

Alla domanda specifica “Da 0 a 10 che voto daresti alla qualità della vita nel tuo Paese”, posta agli abitanti dei 28 Paesi dell’Ue, gli italiani hanno risposto che no, l’entusiasmo proprio non è di casa alle nostre latitudini.

La media nazionale di felicità supera di poco la sufficienza (6.7 decimi).

I più felici di tutti sono i danesi, gli svedesi e i finlandesi, tutti a quota 8. Seguono olandesi e austriaci (7,8 punti), belgi (7,6), lussemburghesi (7,5), irlandesi (7,4), tedeschi, britannici e polacchi (7,3), rumeni (7,2), maltesi (7,1). L’indice di soddisfazione personale di questi cittadini è superiore alla media Ue di 7.1.

I nostri “cugini” francesi sembra che godano di un umore leggermente superiore al nostro (7.0). Se i risultati della ricerca fossero del tutto veritieri, dovremmo definitivamente mettere in cantina la celebre frase di Cocteau, “I francesi sono degli italiani di cattivo umore”.

Ma c’è anche chi sta peggio di noi: portoghesi, greci, ciprioti e ungheresi raggiungono appena 6,2 punti. I bulgari poi, coi loro 4,8 punti, sono ultimi nella graduatoria.

La Giornata della Felicità è soprattutto un’occasione per riflettere sulla Felicità interna lorda, che viene misurata considerando questi parametri: qualità dell’aria, salute dei cittadini, istruzione, ricchezza dei rapporti sociali. La novità degli ultimi anni è che sempre più Paesi stanno prendendo coscienza che il Fil è più importante del Pil.

Sembra insomma che il Diritto alla felicità, di cui parlava la Dichiarazione d’Indipendenza americana nel 1776, stia diventando un tema in agenda nei summit internazionali. Non è tanto, certo, ma a pensarci non è nemmeno poco.

Francesco Mattana

Ripensare l’Italia dai territori: i materiali del convegno

Heisenberg Media_ CC BY 2.0
© Heisenberg Media / CC BY 2.0

Lunedì 20 aprile si è tenuto a Monza il Forum “Ripensare l’Italia dei territori”: una giornata di riflessione e di dibattito, con i protagonisti del mondo politico, imprenditoriale, associativo e accademico, sui nuovi assetti territoriali del nostro Paese con particolare accento sui giovani, sulle startup e sui nuovi talenti imprenditoriali italiani.

Durante il convegno, il Prof. Alessandro Rosina ha presentato i dati del Rapporto su Giovani e impresa. Tra i promotori dell’iniziativa The European House | Ambrosetti, il Comune di Monza, Expo Milano 2015 e la Reggia di Monza.

Alleghiamo alcuni dei materiali del convegno, per renderli disponibili anche a chi non era presente. In particolare, potete visualizzare o scaricare dai rispettivi link:

 

Le slide del Prof. Alessandro Rosina

Elenco e descrizione delle startup Tavoli Expo

Ripensare l’Italia dai territori: il paper

La scheda con i profili dei relatori

Milano (è) una città condivisa? L’evento tra Expo e sharing economy

milano città condivisa

Mercoledì 22 aprile alle ore 11.00 presso l’Expo Gate si svolgerà l’evento “Milano (è) una città condivisa?”, durante il quale sarà presentato il Rapporto Giovani promosso dall’Istituto Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Fondazione Cariplo e Intesa San Paolo.

L’evento vede come relatori Alessandro Rosina, docente della Cattolica e curatore del Rapporto; Cristina Tajani, Assessore delle Politiche del Lavoro del Comune di Milano; Sabrina Bianchi, Coworking Piano C; Anna Zavarit, Smartworking for Expo; Marta Mainieri, Collaboriamo.org; Alise De Santis, Expo in città; Martina Zavattin e Niccolò Biava, Startup Ciao MaMi. Modera la docente Ivana Pais.

Clicca qui per il programma.

Clicca qui per registrarti all’evento.

Crisi, la salvezza arriva da un orto?

© nociveglia / CC BY 2.0
© nociveglia / CC BY 2.0
© nociveglia / CC BY 2.0

I tempi cambiano.

Fino a non molti anni fa un’indagine come quella della Coldiretti/Censis – secondo la quale il 46.2% degli italiani si è dato al giardinaggio non solo per hobby ma anche per garantirsi generi alimentari a costo zero – sarebbe stata accolta con stupore, forse anche con una smorfia di disappunto. Ora invece, nella piena coscienza che siamo al centro di una crisi apparentemente senza sbocchi, l’augurio è che la percentuale dei coltivatori cresca, divenga ogni giorno più consistente.

L’indagine “Gli italiani nell’orto” arriva in occasione della presentazione della prima rete di “tutor dell’orto” – ovvero esperti di coltivazioni che forniscono suggerimenti, anche a domicilio, agli apprendisti zappatori – promossa dalla Fondazione Campagna Amica in molte città.

All’interno di quel 46.2% c’è il 25.6% di nostri connazionali che coltiva piante e ortaggi perché predilige il cibo sano e genuino, ma una piccola percentuale (4.8%) ammette che lo fa per risparmiare.

Ed è un interesse trasversale quello per i campi, che coinvolge uomini e donne, giovani e vecchi, paesani e cittadini.

Colpisce però, positivamente, che anche gli ipertecnologici ragazzi siano attratti dal ritorno alla terra: la percentuale, tra i giovani, sale addirittura al 50.8%. Del resto è un investimento non particolarmente esoso: per realizzare un orto in giardino sono richiesti 250 euro per 20 metri quadrati.

Come è noto, la sensibilità nei confronti dell’ambiente è cresciuta vistosamente, perciò si fa sempre più strada l’idea di un giardino ecologico realizzato riciclando materiali come plastica, vetro, alluminio o polistirolo.

Gli orti urbani in Italia sono triplicati in due anni e hanno raggiunto quota 3.3 milioni di metri quadri. Sono 57 le amministrazioni comunali capoluoghi di provincia che li hanno messo a disposizione per la cittadinanza. Oltre a costituire un aiuto per le famiglie in difficoltà, servono a preservare aree verdi che verrebbero altrimenti destinate al degrado e all’abbandono.

Il pollice è più verde al Nord che al Centro e al Sud.

Nel Mezzogiorno gli orti urbani sono presenti solo a Napoli, Andria, Barletta, Palermo e Nuoro.

È tipica dei periodi di difficoltà la diffusione di broli per approvvigionamenti alimentari. In Italia l’imperativo del Duce era “non un lembo di terra incolto”, mentre negli Stati Uniti e nel Regno Unito i “Victory Gardens” – 1.5 milioni di appezzamenti – sopperivano al 10% della richiesta di cibo.

La crisi economica, insomma, ha portato con sé un benaugurante approdo alla Madre Terra. Mutuando i versi di una nota canzone contro la guerra, potremmo concludere in questo modo: “L’Italia l’è malada, e il pomodoro fatto in casa l’è ‘l dutur”.

Ripensare l’Italia dai territori: il convegno a Monza

convegno ambrosetti

Lunedì 20 aprile si è tenuto a Monza il Forum “Ripensare l’Italia dei territori”: una giornata di riflessione e di dibattito, con i protagonisti del mondo politico, imprenditoriale, associativo e accademico, sui nuovi assetti territoriali del nostro Paese con particolare accento sui giovani, sulle startup e sui nuovi talenti imprenditoriali italiani.

Il convegno, in cui il Prof. Alessandro Rosina ha presentato i dati del Rapporto su Giovani e impresa, si è svolto lunedì presso il Salone delle Feste della Villa Reale di Monza (come arrivare?).

Tra i promotori dell’iniziativa The European House | Ambrosetti, il Comune di Monza, Expo Milano 2015 e la Reggia di Monza.

Hanno partecipato, tra gli altri: Carlo Edoardo Valli (Presidente Camera di commercio Monza e Brianza), Roberto Scanagatti (Sindaco di Monza), Andrea Boltho (University of Oxford), Aldo Bonomi (AAster), Marco Gay (Presidente Nazionale Giovani Industriali Confindustria), Alessandro Micheli (Presidente Gruppo Nazionale Giovani Imprenditori Confcommercio Imprese per l’Italia), Francesca Ungaro (Vice Presidente Vicario dei Giovani Imprenditori di Confartigianato) e alcune tra le startup innovative più rappresentative del nostro panorama nazionale.

Ha chiuso i lavori l’ On. Maurizio Martina, Ministro alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con Delega a Expo.

Italiani: popolo di santi, poeti e “navigatori”

© Ministerio TIC Colombia / CC BY 2.0
© Ministerio TIC Colombia / CC BY 2.0
© Ministerio TIC Colombia / CC BY 2.0
© Ministerio TIC Colombia / CC BY 2.0

Non molti lustri fa la navigazione su web era un hobby per pochi, ma nell’arco di pochi anni è divenuta una necessità irrinunciabile. Stupisce anzi il risultato del dodicesimo Rapporto Censis sulla comunicazione, secondo il quale appena il 71% della popolazione italiana risulta connesso. Una buona percentuale, certo, ma ci si poteva aspettare finanche qualcosa di più.

Rispetto al 2013, c’è stato nel 2015 un aumento del 7.4% delle connessioni a Internet (ma solo il 5.2% si connette con banda ultralarga). Tra i social, Facebook continua a farla da padrona (è iscritto il 77.4% degli Under 30), mentre Twitter, nonostante i media ne parlino diffusamente, rimane tutto sommato un prodotto di nicchia (riguarda solo il 10.1% degli italiani).

La televisione poi – data eternamente per spacciata, e sbertucciata dal popolo della rete – ha una quota di telespettatori che coincide sostanzialmente con la totalità della popolazione (il 96,7%). È cambiato però l’approccio al mezzo: i canali generalisti arretrano e si rafforzano le web tv (con un’utenza del 23,7%, +1,6% rispetto al 2013), la mobile tv (11,6%, +4,8%), le tv satellitari (utenza complessiva del 42,4%) e la smart tv connessa in rete (che coinvolge il 10% degli italiani).

Oltre la metà dei nostri connazionali utilizza regolarmente gli smartphone (52.8%) mentre più di un quarto (26.6%) possiede un tablet.

Nell’impiego delle nuove tecnologie il gap tra giovani e anziani è consistente.

Quasi tutti i giovani sono utenti della rete, mentre tra gli anziani solo il 27.8%; l’ l’85,7% dei primi usa telefoni smartphone, mentre i secondi sono fermi al 13.2%; Youtube è praticato dal 6.6% dei “matusa”, e siamo più o meno agli stessi livelli per quanto riguarda le web tv (7.1%), l’ascolto della radio via cellulare (4.1%) e l’utilizzo del tablet (6%). Gli ultrasessantacinquenni però danno una pista nella lettura dei quotidiani (54.3% contro il 27.5% dei giovani).

I telegiornali continuano ad essere la principale fonte di informazione, ma le tv all news, Facebook, le app per smartphone e Youtube raccolgono un bacino di utenza sempre maggiore.

Colpisce che per i giovani la fonte di informazione più affidabile sia Facebook (addirittura per il 71.1%) seguita da Google (68.7%) e solo al terzo posto dai telegiornali (68.5%).

Francesco Mattana

“Chiedimi se sono felice”: un convegno su giovani, famiglia e felicità

manifesto convegno GUGiovedì 16 aprile, a tre giorni dalla Giornata Universitaria di cui vi abbiamo parlato qui, l’Università Cattolica e l’Istituto Giuseppe Toniolo hanno organizzato un importante convegno su giovani, famiglia e felicità dal titolo “Chiedimi se sono felice”.

L’appuntamento ha approfondito i dati tratti dal Rapporto Giovani 2014 e ha visto la partecipazione di numerosi ospiti interni ed esterni all’Università. Tra loro, il comico Franz del duo Ale e Franz, che è stato intervistato da Claudio Bernardi, docente di Drammaturgia all’Università Cattolica di Brescia.


 

Il programma completo del convegno

⇒ Clicca qui per scaricare il programma in pdf

ore 9.15

Saluti istituzionali
Paola Bignardi, Istituto Toniolo

ore 9.45

Sono felice!
(siparietto teatrale con Rosa e Felice)

Benessere, qualità della vita e relazioni familiari
Elena Marta, docente di Psicologia sociale e di comunità, Università Cattolica di Milano

Neet: quando l’inattività fa rima con infelicità
Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica sociale e direttore L.S.A., Università Cattolica di Milano

ore 11.00

Mamma son tanto felice!
(siparietto teatrale con Rosa e Felice)

Chi mi rende felice? le figure di riferimento dei giovani
Rita Bichi, docente di Sociologia generale, Università Cattolica di Milano
ore 11.30

Quand’ero giovane ero felice di…?
Il comico Franz del duo Ale e Franz intervistato da Claudio Bernardi, docente di Drammaturgia, Università Cattolica di Brescia

ore 11.45

Premiazione Borsisti
a.a. 2014-15

ore 12.15

Conclusioni: L’Università Cattolica e la condizione giovanile 
Francesco Botturi, Prorettore

ore 13.00

Gran finale

 

42.7% di giovani disoccupati: una “banda” troppo larga

[© woodleywonderworks / CC BY 2.0]
[© woodleywonderworks / CC BY 2.0]

[© woodleywonderworks / CC BY 2.0]
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Il dibattito politico sembra concentrarsi prevalentemente sulla riforma costituzionale e sulla legge elettorale. Nel frattempo, l’Istat ci comunica che la disoccupazione a febbraio è tornata al 12.7%. Le categorie più deboli, come sempre, sono le donne e i giovani.

A dicembre e a gennaio sembrava che il trend avesse imboccato una direzione ottimistica. Il premier Matteo Renzi esultava: “Più di 130.000 posti di lavoro nel 2014” – non facendosi mancare, per l’occasione, il leitmotiv su “scuola e banda larga”.

Ma al di là degli annunci il dato che emerge dalla Ricerca non è rallegrante: il numero dei disoccupati è cresciuto, negli ultimi 12 mesi, di 67.000 unità.

La percentuale di uomini disoccupati rimane stabile all’11.7%, mentre tra le donne sale al 14.1% (persi 42.000 posti di lavoro). Ma il dato che allarma più di tutti è, per forza di cose, la disoccupazione crescente tra i giovani.

A febbraio 34000 ragazzi hanno perso il lavoro: il 42.6% di loro è a spasso. 

E al danno, come spesso avviene nel nostro Paese, si aggiunge la beffa: da un lato c’è chi non riesce ad andare in pensione, dall’altro chi la pensione forse non la vedrà mai perché mai riuscirà a versare i contributi.

Beppe Grillo, riponendo per un attimo l’abitudine all’invettiva, ha sottolineato con chiarezza che i dati Istat non sono confrontabili con le affermazioni del governo sulle 79mila attivazioni di nuovi contratti, che “sono dati di diversa natura e non necessariamente significano nuovi occupati. Possono anche essere transizioni dal tempo determinato e altri tipi di contratti”.

“In fin dei conti il lavoro è ancora il mezzo migliore di far passare la vita”, questo diceva Gustave Flaubert. La sua creatura più celebre, Emma Bovary, non lavorava. E il destino, come è noto, non le riservò una bella fine.

Francesco Mattana

“Giovani, periferie al centro”: si è celebrata la Giornata per l’Università Cattolica

Giornata Unicatt 2015

Giovani, periferie al centro. È questo il tema della 91a Giornata per l’Università Cattolica che si è celebrata domenica 19 aprile. È stata una giornata dedicata alle nuove generazioni e al loro desiderio di andare oltre alla crisi; ai giovani che vogliono e devono essere i protagonisti del futuro del Paese.

In un momento come l’attuale, diventa sempre più importante la presenza dell’Università come incubatrice di cultura e valori che possano essere al centro della crescita del Paese per il futuro dei giovani. Questa presenza passa dal ridare fiducia alle nuove generazioni che, come emerge dal Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo, non sono disimpegnate e passive, ma credono nelle proprie capacità di dare un futuro migliore all’Italia. A patto che siano rimesse al centro delle attenzioni delle istituzioni e della società tutta.

Da qui il messaggio sintetizzato nel manifesto della Giornata universitaria 2015: “Mi sto preparando per vivere in un Paese migliore. Iniziando da me”.

Per il suo rapporto con l’Università Cattolica, di cui è ente fondatore, l’Istituto Toniolo ha un interesse particolare per il mondo giovanile. Grazie anche ai fondi raccolti in occasione della Giornata universitaria, è costante l’impegno del Toniolo a favore delle nuove generazioni.

Da sempre s’impegna per sostenere gli studenti meritevoli, aiutare a far fiorire i talenti e portarli nel mondo. Quest’anno in modo particolare vuole far fronte a una situazione d’emergenza in Medio Oriente proponendo borse di studio per giovani cristiani che aiutino a rendere concreto un percorso di studi all’altezza delle loro potenzialità.

Ecco perché importante sostenere le attività dell’ Istituto Toniolo.

Grazie a quanto raccolto durante la Giornata per l’Università Cattolica 2014, numerosi studenti hanno potuto beneficiare di borse di studio per merito, scambi in Università straniere e progetti di solidarietà internazionali, corsi di lingua e alta formazione. Sono stati finanziati progetti di ricerca su famiglia, ambiente e lavoro.

Nel corso dell’anno sono stati promossi percorsi formativi e di aggiornamento per operatori di consultori familiari di ispirazione cristiana, attivi sul territorio nazionale, e di quanti operano a servizio della famiglia sia nelle strutture territoriali pubbliche che nell’ambito del terzo settore.


PER APPROFONDIRE:

 


GLI OBIETTIVI RAGGIUNTI NEL 2014:

In particolare, grazie ai fondi raccolti nella Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore 2014 – € 602.534,68 – si sono realizzati importanti iniziative e progetti, fra cui:

  • 3500 ragazzi di tutta Italia coinvolti in proposte didattiche e iniziative di orientamento
  • 485 borse per corsi di lingue e alta formazione per gli studenti dei collegi dell’Università Cattolica
  • 240 beneficiari di corsi per operatori di consultori familiari a livello nazionale
  • 127 borse di studio assegnate con concorso nazionale tenutosi in 8 città italiane
  • 58 incontri e seminari nelle diocesi italiane
  • 32 studenti che usufruiscono di contributi di solidarietà
  • 41 borse per scambi internazionali ed esperienze di volontariato nel Sud del mondo
  • 5073 giovani tra i 18 e i 29 anni coinvolti per l’indagine “Rapporto Giovani”

Con le offerte della Giornata Universitaria 2015, vorremmo inoltre:

  • essere presenti nelle situazioni di emergenze internazionali con borse di studio per giovani cristiani del Medio Oriente
  • sostenere l’impegno diplomatico della Santa Sede nelle organizzazioni internazionali, attraverso borse di studio per tirocini formativi a Ginevra, Parigi, Vienna e in altre sedi
  • ampliare la proposta di iniziative di orientamento universitario e professionale per gli studenti della scuola superiore in collaborazione con le Chiese locali.

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