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«La politica è azione»: lo Storify dell’incontro con Delrio in Cattolica

Delrio_CattolicaLo scorso 2 marzo 2015, nell’Aula Pio XI dell’Università Cattolica di Milano, i giovani universitari della Cattolica hanno incontrato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Delrio per discutere delle riforme che cambieranno l’Italia.

All’incontro, oltre allo stesso Delrio, hanno partecipato Paola Bignardi dell’Istituto Toniolo, promotore dell’iniziativa dedicata ai suoi borsisti, il Rettore dell’Università Franco Anelli, il Senatore e fondatore di 20Lab Francesco Russo e il direttore di Avvenire Marco Tarquinio in qualità di moderatore.

Se vi siete persi l’incontro, nessun problema: di seguito potete leggere lo Storify della nostra diretta Twitter, insieme ai contenuti più interessanti del dibattito online.

 

Il distacco tra i giovani italiani e la politica (infografica)

Gli ultimi lavori del Censis ci consegnano il quadro di un paese sconfortato, che fa molta fatica a trovare la strada giusta per affrontare la molteplicità di problemi che lo caratterizzano; che tende a chiudersi nei particolarismi, piuttosto che a reagire positivamente; che appare poco motivato verso il futuro.

Il Rapporto Giovani 2014 evidenzia una distanza sempre più grande tra i giovani e le istituzioni, con una sfiducia assai diffusa tra gli enti e le organizzazioni di matrice politica e governativa: il Senato, la Camera, il governo, i partiti.

La percentuale dei “politicamente impegnati” è in diminuzione, anche se permane la volontà di contribuire al miglioramento della società attraverso l’impegno personale, in particolare tra gli uomini tra i 18 e i 30 anni.

grafico giovane e politica_no logo

Le riforme per i giovani: Graziano Delrio in Università Cattolica

Comune di Reggio Nell'Emilia_CC BY NC ND 2.0

Il prossimo 2 marzo, all’Università Cattolica di Milano, i giovani universitari della Cattolica incontreranno il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Delrio per discutere delle riforme che cambieranno l’Italia.

L’incontro, dal titolo “Italia 2020: come le riforme cambieranno il Paese”, inaugura il corso di formazione politica “Il futuro In-formazione”, promosso dall’ Istituto Giuseppe Toniolo con l’Università Cattolica e 20Lab.

L’appuntamento è per lunedì 2 marzo 2015, alle ore 17.45 nell’Aula Pio XI dell’Università Cattolica di Milano, in Largo Gemelli 1. L’iscrizione è gratuita e obbligatoria. È possibile inoltrarla compilando il form a questo indirizzo.

Tra i giovani italiani l’affezione alla politica è da ricostruire: solo il 5% (5,3 dei maschi e 4,2 delle donne) si dice politicamente impegnato come emerge dal Rapporto Giovani (www.rapportogiovani.it), l’indagine nazionale promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo su un panel di 5000 giovani tra i 18 e i 30 anni.

Chiamati a dare un voto di tipo scolastico” (da 1 a 10) alle istituzioni politiche, i giovani italiani propendono per una secca bocciatura. A fare le spese di un voto rivelatore di una disaffezione profonda sono soprattutto i partiti, che ottengono un voto negativo dal 90,5% degli intervistati, e le istituzioni che più ne sono espressione, Camera e Senato, che ottengono un voto positivo solo da un giovane su dieci.

Ma, se opportunamente coinvolti, i giovani vogliono essere protagonisti positivi del rilancio del Paese. La maggioranza di essi ritiene che un maggior spazio alle nuove generazioni aiuterebbe la politica a funzionare meglio e a riavvicinarsi ai cittadini. In particolare, inoltre, il 46,6% dei giovani non esclude in futuro a rivestire incarichi politici e il 75% è disposto a partecipare a formazione su temi socio politici.

All’incontro, che sarà moderato dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio, prima dell’intervento del Sottosegretario Delrio, porteranno i saluti introduttivi Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica, Paola Bignardi dell’Istituto Toniolo. Il senatore Francesco Russo, infine, presenterà il corso riservato ai Borsisti dell’Istituto Toniolo, al quale parteciperanno, tra gli altri, Pierluigi Castagnetti, Alessandro Cattaneo, Paola De Micheli, Alessia Mosca, Lorenzo Ornaghi, Federico Pizzarotti, Giulio Tremonti.

[Foto: © Comune di Reggio Nell’Emilia / CC BY-NC-ND 2.0] 

Intervista di Radio 24 al prof. Rosina

I giovani italiani sono sempre più disillusi rispetto alla possibilità di trovare lavoro nella Penisola, e sempre più disponibili a guardare oltreconfine. E’ quanto emerge dal secondo Rapporto Giovani, dell’Istituto Giuseppe Toniolo.

 

Il 70% non crede nella possibilità che nel prossimo triennio l’Italia riesca a tornare a crescere al livello degli altri Paesi sviluppati: l’82% è convinto che ci siano scarse opportunità di impiego legate alle proprie competenze. Il rapporto col lavoro sta pure cambiando, sottolinea lo studio: “se nel 2012 il lavoro era considerato più un luogo di autorealizzazione che un mezzo per procurarsi il reddito, ora la situazione si è capovolta”. Anche dal punto di vista retributivo: se il 70% pensa che a 35 anni sarebbe giusto percepire tra i 1000 e i 2000 euro, oltre la metà teme non riuscirà a superare i 1500.

 

A “Giovani Talenti” Alessandro Rosina, professore di Demografia all’Università Cattolica di Milano, tra gli autori della ricerca


 

Expo: 78% dei giovani è Expo ottimista

I giovani sono in larga misura pronti a scommettere sul successo di Expo 2015. La maggioranza la considera un’opportunità da cogliere e larga è la voglia di partecipare. Miglioramento dell’immagine di Milano, potenziamento dei servizi, possibilità occupazionali.

Sono queste alcune delle ricadute positive che l’Esposizione avrà secondo le nuove generazioni. Volendo sintetizzare con un voto, EXPO 2015 è promossa dai giovani con un 7 di incoraggiamento.

E’ quanto emerge dall’ indagine “Giovani ed Expo” su un campione di 1.783 giovani tra i 19 e i 32 anni, nell’ambito del Rapporto Giovani, promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo.

La grande maggioranza degli intervistati vede e riconosce ricadute positive nel complesso su molti aspetti sia verso la promozione del tema di EXPO 2015 sia per Milano, la sua immagine nel mondo e la sua crescita economica. I risultati evidenziano un atteggiamento nel complesso positivo dei giovani italiani verso EXPO 2015. Ne riconoscono alcuni limiti, ma la grande maggioranza la ritiene una occasione importante da cogliere e una opportunità per Milano e l’Italia. L’auspicio, insomma, è che assieme alle ricadute positive per l’immagine internazionale, vi siano anche benefici per l’economia e l’occupazione.

IL RAPPORTO GIOVANI

Il Rapporto Giovani (www.rapportogiovani.it) è un progetto promosso dall’Istituto Giuseppe Toniolo nel 2012, in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, con una prima grande indagine quantitativa. L’interesse a proseguire in modo longitudinale la raccolta di informazioni sui percorsi e sulle scelte di vita di un consistente collettivo di giovani ha successivamente portato alla costituzione di un panel di 5073 aderenti. Il tema di EXPO 2015, gli obiettivi auspicati e l’eredità I giovani dichiarano una forte adesione al tema scelto: oltre il 90% lo considera in sintonia con i propri valori personali e con la propria visione del mondo (si sale oltre il 95% per le ragazze e i laureati).  L’aspetto considerato più importante da realizzare è, quasi a pari merito, la sensibilizzazione sul tema e la possibilità di generare nuovi posti di lavoro, voci ciascuna indicata da quasi un giovane su quattro. Seguono, su posizioni più basse, le ricadute positive per le aziende (14,2%), il miglioramento delle infrastrutture (13,8%) e dell’immagine di Milano e dell’Italia nel mondo (12,7%). L’importanza di generare posti di lavoro è, comprensibilmente, molto sentita tra i Neet, (i giovani che non studiano e non lavorano), che indicano tale aspetto al primo posto nel 31% dei casi mentre la sensibilizzazione sul tema scende al 20%.  Se, invece, passiamo a chiedere, più che quanto auspicato, quello che i giovani in effetti pensano sarà l’eredità lasciata dall’Expo, il quadro un po’ cambia . Il miglioramento dell’attrattività di Milano e della sua immagine nel mondo salgono nelle posizioni più alte, assieme all’opportunità per rinnovarsi e innovare. Poco sotto, ma sempre su valori molti elevati, si posiziona il contributo su consapevolezza e conoscenza in tema dell’alimentazione. Una buona maggioranza, infine, è convinta che con l’EXPO 2015 Milano si troverà con una rete potenziata di infrastrutture e servizi e godrà anche di ricadute positive sull’economia generale del territorio e sull’occupazione. Più verde e più integrazione tra culture sono tra le voci meno indicate, ma arrivano, comunque, oltre il 50%. In generale, la grande maggioranza degli intervistati vede e riconosce quindi ricadute positive nel complesso su molti aspetti sia verso la promozione del tema di EXPO 2015 sia per Milano, la sua immagine nel mondo e la sua crescita economica. Alla domanda specifica sul più impegnativo e ambizioso risultato dell’Esposizione di contribuire a risolvere la grande questione della nutrizione del pianeta, risponde che ne è convinto (“molto” o “abbastanza”) il 36%, mentre una frequenza analoga è “poco” persuaso, chi invece non ci crede per nulla è poco meno di un intervistato su cinque.
 

I giovani non sono, nella maggioranza dei casi, pessimisti su EXPO 2015. Chiedendo di dare un voto da 1 (completo fallimento) a 10 (successo pieno) sull’esito finale dell’Esposizione, a dare un voto da 6 in su è il 78,7% degli intervistati (oltre l’80% per le ragazze e gli under 25), e quasi il 40% assegna un voto almeno di 8 . Solo una ristretta minoranza preannuncia un sostanziale fallimento Riguardo all’organizzazione meno del 10% presenta un entusiasmo tale da affermare che meglio di così non si poteva fare. Il 29% riconosce che si è fatto bene nonostante qualche limite. Il 23% pensa che non si sia fatto né meglio né peggio rispetto a qualsiasi altro evento di questa portata. La bocciatura sull’organizzazione risulta confinata a meno di un giovane su tre (si scende a circa uno su quattro tra le ragazze, ma si sale al 40% circa tra i laureati)

 

Incoraggianti risultano anche i dati sull’interesse a partecipare. Il 52,6% afferma che è abbastanza o molto probabile una propria visita. Quasi il 30% non la esclude, mentre solo meno del 15% sono quelli che ritengono per nulla probabile la propria partecipazione . L’interesse a partecipare ad Expo 2014 aumenta con il titolo di studio: per i laureati è pari al 58,5% (abbastanza o molto probabile una visita) mentre scende al 50,8% per chi si è fermato alla scuole dell’obbligo. Alto è anche il potenziale interesse ad esperienze di volontariato: quasi il 25% si dichiara direttamente pronto e il 63% pronto a valutare tempi e modalità per un proprio contributo volontario. Meno del 13% è del tutto indisponibile.

Secondo Alessandro Rosina, tra i coordinatori dell’Indagine, “I giovani italiani considerano EXPO 2015 una opportunità da cogliere e alta è la voglia di partecipare. Ne riconoscono alcuni limiti nella gestione e organizzazione, ma rimane un grande evento con un tema interessante. Apprezzano gli aspetti più innovativi e il confronto tra culture. Alta è la disponibilità a partecipare e particolare attenzione viene data alle possibili ricadute in termini di sviluppo del territorio e di occasioni di lavoro. I dati dell’indagine confermano l’atteggiamento positivo delle nuove generazioni verso iniziative che aprono l’Italia al mondo e creano nuove opportunità”.
 

Come i giovani si informano su EXPO 2015

I giornali cartacei hanno per i giovani un ruolo marginale nell’informazione su EXPO 2015, meno del 5% li indicano come la propria fonte principale. La televisione, un tempo luogo quasi totalizzante di fruizione mediatica, non arriva al 50% (TAB. 7). L’aspetto più interessante è dato dall’offerta online: quasi uno su cinque (oltre uno su quattro tra i laureati) ha ricavato la maggior parte delle notizie sui giornali online o sui siti di informazione, a cui si aggiunge un quasi 10% che si è rivolto principalmente al sito ufficiale di EXPO e un 6,2% che si è basato sui social network.

 

Le parole del presidente Mattarella e il Rapporto Giovani

Il 72% dei giovani italiani, seppur in difficoltà e a volte sfiduciati, è convinto che nel cambiamento soprattutto quello lavorativo ci sia una chance di crescita professionale ed umana. Le parole del presidente Mattarella trovano riscontro nel Rapporto Giovani, l’indagine nazionale sulla condizione giovanile in Italia promossa dall’Istituto Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e con il sostegno di Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo.

Dalla ricerca, effettuata su un campione di 5000 giovani, solo il 10, 5% dà un voto sufficiente alle Istituzioni politiche, l’88% degli intervistati ritiene che non ci siano poche opportunità in Italia soprattutto per l’ambito lavorativo. Tuttavia, pur di crescere e progredire, il 60% è disposto a lavorare nei giorni festivi,  il 55% a cambiare di frequente l’orario di lavoro, il 53% al lavoro in orario notturno. Il modello h24 è ormai acquisito da parte delle nuove generazioni, che non hanno difficoltà ad adeguarsi, soprattutto in assenza di impegni familiari.

Per quanto riguarda la mobilità, una buona percentuale di intervistati è disponibile a effettuare frequenti trasferte (56%) e a trasferirsi per lavoro in Italia (53%), in termini comparativi è meno frequente la disponibilità a cambi frequenti del luogo di lavoro (48%), al pendolarismo su lunghe distanze (44%) e al trasferimento all’estero (43%), che comunque interessano una percentuale significativa di giovani. Circa l’ 81% ritiene importante, pur in un quadro non incoraggiante, fare un’ esperienza di impegno civico a favore della propria comunità anche senza un compenso in denaro.

“Negli ultimi anni, anziché protagonisti attivi di un’Italia che cresce, si sono sempre più trovati ad essere spettatori passivi di un paese in declino – ha detto Alessandro Rosina, coordinatore del Rapporto Giovani -. Un destino non inevitabile e che, più di ogni altro, i giovani stessi rifiutano rendendosi disponibili a farsi parte attiva di un progetto credibile di rilancio del Paese”.

Il Rapporto Giovani a Unomattina

Il professor Alessandro Rosina, coordinatore scientifico del Rapporto Giovani, nella mattinata di martedì 3 febbraio è stato ospite della trasmissione di approfondimento giornalistico di Rai 1 “Unomattina” (a partire dal minuto 00:52)

 

Rosina è stato inoltre intervistato da il Settimanale Lombardia, rubrica di approfondimento del Tg3 regionale. Qui il link per riascoltare l’intervista (a partire dal minuto 00:16:23).

E sul tema Garanzia Giovani Rosina è stato intervistato anche da Articolo 1, la radio della Cgil. Qui il link per riascoltare l’intervista.

Il 79,5% dei giovani vuole impegnarsi, con il “Servizio civile universale”

I giovani italiani sono sempre più disillusi rispetto alla possibilità di trovare lavoro in Italia e sempre più disponibili a guardare fuori confine. Oltre l’85% degli intervistati (19-32 anni) è convinto, infatti, che in Italia siano scarse o limitate le opportunità lavorative legate alle proprie competenze professionali. Il perdurare della crisi economica e la carenza di efficacia delle politiche passate, inoltre, ha generato una forte sfiducia nel futuro: poco meno di uno su quattro è convinto (“molto” o “abbastanza”) che l’Italia avrà un rilancio entro i prossimi tre anni, uno su cinque lo esclude categoricamente, mentre la maggioranza è appesa ad un po’ di fiducia (51,3%) ovvero tiene socchiusa la porta della speranza in attesa di segnali forti e concreti di svolta.

E’ questo il pensiero dell’universo giovanile come emerge da “La condizione giovanile in Italia – Rapporto Giovani 2014, edito da Il Mulino presentata a Roma alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, del presidente delle Acli, Gianni Bottalico, del presidente giovani Confindustria, Marco Gay.  Si tratta del secondo rapporto annuale basato sui dati di un’ampia indagine nazionale promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo. La ricerca è stata elaborata a partire da un panel di 5000 persone tra i 19 e i 32 anni rappresentativo a livello nazionale.

La principale causa della disoccupazione è attribuita dal 37,3% dei giovani ai limiti della domanda nel mercato del lavoro, considerata sia ridotta come quantità sia bassa come qualità, a cui va aggiunta una mancanza d’investimenti in ricerca e sviluppo. Il 20,9% ritiene che si debbano migliorare meccanismi di reclutamento, legati a regole troppo rigide e lontani dalla meritocrazia. Solo il 19,2% attribuisce ogni causa alla crisi economica, mentre il 17,4% è autocritico: a loro avviso i giovani non trovano lavoro per via della poca esperienza (15,3%), di una scarsa formazione e dalla difficoltà ad accettare alcuni tipi di lavori.

Nel contesto attuale il 70% dei giovani vede il domani pieno di rischi ed incognite. Disoccupazione e impieghi precari spingono sempre di più i giovani ad essere concreti e pragmatici. E’ così che il 75,7% (80% dei giovani al Sud – 71,4% al Nord) rinuncia a programmare il proprio futuro per affrontare le difficoltà del presente. Se nel 2012 il lavoro era ancora considerato più un luogo di autorealizzazione che un mezzo per procurarsi reddito, ora, la situazione è completamente capovolta. L’obiettivo primario è quello di trovare un’occupazione retribuita rinviando nel medio-lungo periodo la propria realizzazione personale.

IL 70% pensa sarebbe giusto aspettarsi di percepire a 35 anni tra i 1000 e i 2000 euro mensili, ma oltre la metà dei rispondenti teme che non riuscirà ad andar oltre i 1500.

La carenza di orientamento e di adeguate informazioni sul mercato del lavoro e sulla sua evoluzione non aiuta i giovani a fare le scelte giuste di raccordo tra percorso formativo e professionale. Esiste un ampio scostamento tra settori in cui si aspettano di trovare impiego e settori con maggior domanda di assorbimento.

Tra chi studia è alta la frequenza, nel campione intervistato, di chi dichiara che cercherà lavoro nel settore pubblico (37%), soprattutto tra le donne, al Sud e tra i non diplomati, nonostante lo scarso peso di questo settore nell’occupazione giovanile (13% tra i giovani occupati intervistati). Gli studenti manifestano invece una forte sottovalutazione delle opportunità offerte da settori come il commercio, l’artigianato e l’agricoltura.

Sempre dall’indagine emerge come, se dal lato della domanda i giovani segnalano una carenza di reali opportunità, dal lato dell’offerta indicano come uno dei limiti principali non tanto la resistenza culturale verso certi tipi di lavoro ma soprattutto la carenza di combinazione tra formazione ed esperienza per poterli davvero svolgere.

In decisa crescita è infatti la disponibilità di adattamento anche verso attività di tipo manuale, purché con una remunerazione adeguata e nelle quali esprimersi in modo creativo.

Le difficoltà a trovare un lavoro intacca nei giovani non solo la fiducia nelle istituzioni, ma rischia anche di ridurre il senso di appartenenza sociale, portando i giovani a rifugiarsi nella rete parentale più ristretta al punto che solo il 35% circa ritiene che la maggior parte delle persone sia degna di fiducia. Un alto grado di fiducia viene riposto unicamente nei famigliari e negli amici: l’80% dei giovani si ritiene infatti soddisfatto dei propri rapporti.

 “In una realtà sempre più complessa, competitiva e in rapida trasformazione è importante dotare le nuove generazioni di una solida formazione e di strumenti adeguati per fare le scelte giuste nel passaggio dalla scuola al mondo del lavoro” – afferma il prof. Alessandro Rosina, tra i curatori dell’indagine –  “Attualmente l’Italia si trova ad essere, purtroppo, uno dei paesi avanzati che meno hanno attrezzato le nuove generazioni a cogliere le opportunità del mondo che cambia. Rispetto ai coetanei degli altri paesi sviluppati i giovani del nostro paese si trovano infatti più spesso avvolti da una fitta nebbia nelle fasi iniziali del percorso occupazionale, con il rischio di perdersi e finire fuori strada. Alta nelle nuove generazioni è la voglia di essere attivi e mettersi in gioco, ma alto è anche il rischio di frustrazione e demotivazione in carenza di politiche concrete ed efficaci in grado di aiutare i giovani italiani a dare solide basi al proprio futuro attraverso una adeguata collocazione nel mondo del lavoro”.

Disoccupazione giovanile, nuovo record a novembre: 43,9%

Nuovo record storico per la disoccupazione. Il tasso dei senza lavoro nel nostro Paese sale a novembre al 13,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente. Il dato è stato reso noto dall’Istat e si tratta del valore più alto mai registrato sia dall’inizio delle serie mensili (gennaio 2004), sia delle serie trimestrali (dal 1977). In rialzo anche la disoccupazione giovanile che nello stesso mese balza al 43,9%, segnando un +6% rispetto ad ottobre. Risultano dunque a caccia di un impiego ben 729mila under 25, mentre la quota dei senza lavoro (cioè coloro che sono alla ricerca di un impiego, ma non lo trovano) è di 3 milioni 457 mila. Il tasso di inattività, pari al 35,7%, rimane invece invariato in termini congiunturali e diminuisce di 0,7 punti su base annua. Il numero di giovani disoccupati (15-24anni) è così pari a 729mila e sale di 18 mila unità nell’ultimo mese (+2,5%) e di 63mila rispetto a dodici mesi prima (+9,4%). Viceversa in Germania il dato dei senza lavoro scende al 6,5%, il minimo da sempre

E’ disponibile e scaricabile gratuitamente il Quaderno N.3 “Rapporto Giovani: in viaggio sul territorio”

Il terzo Quaderno dal titolo Rapporto Giovani: in viaggio sul territorio accoglie il resoconto giornalistico, realizzato dal giornalista Alessandro Belotti, di alcune presentazioni del Rapporto stesso svoltesi sul territorio nazionale. L’obiettivo è evidenziare una carrellata possibile di argomenti e di modalità differenti di approccio alla miniera di dati che emergono dall’indagine, in base alle esigenze e alla declinazione del tema nei diversi contesti locali. Le differenti tipologie di iniziative sono indicatrici delle molte opportunità e modalità applicative di una ricerca che, mentre favorisce la conoscenza dell’universo giovanile, costituisce uno strumento formativo per tutti coloro che hanno verso i giovani una responsabilità educativa: genitori, insegnanti, catechisti, animatori.   Puoi accedere alla versione in pdf dal sito dell’Istituto Toniolo e del Rapporto Giovani e alla versione pdf  e alla versione ebook dal sito dell’editrice Vita e Pensiero

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