In occasione dell’evento di Condivido, promosso da Parole Ostili e sostenuto in qualità di partner scientifici dall’Osservatorio giovani e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, qui di seguito trovate sei domande e risposte sull’uso dei social da parte dei giovani. Le analisi sono tratte dal nuovo Rapporto Giovani 2017.

Vita social e vita reale? E’ controverso il rapporto tra quello che accade online e la vita – soprattutto relazionale – offline. Se il 67,1% si dichiara molto o abbastanza d’accordo sul fatto che i social di fatto si integrino con la vita reale, offrendole ulteriori possibilità e senza comprometterla, il 73,6% si dice molto o abbastanza d’accordo sul fatto che i social rischiano di compromettere le relazioni e le interazioni della vita «reale», privandole di significato.


Trolling: Di questo fenomeno che esperienza hanno fatto i Millennials? I dati ci dicono che solo il 16,5% degli intervistati non ha mai sentito parlare di trolling e quindi non ha neppure idea di che cosa sia, così come solo il 38,6% non ha mai avuto esperienza, né come vittima, né come responsabile, né come spettatore. Questo significa che la maggioranza dei Millennials intervistati conosce e ha fatto esperienza indiretta e/o diretta del trolling. Più nel dettaglio, coloro che sembrano maggiormente estranei al fenomeno sono i 28-30enni e over 30enni, probabilmente perché, come abbiamo visto, rispetto ai giovanissimi sono meno presenti in rete, sia in termini di account che di frequentazione vera e propria.


Chi è attivo sui social? Per la quasi totalità dei social in esame la più elevata percentuale di account attivi si registra presso chi studia e lavora. Su alcuni social, come Twitter e Instagram, le percentuali di studenti lavoratori e di studenti si avvicinano notevolmente, distanziandosi allo stesso tempo da quelle relative ai Neet e a chi lavora. Rispetto a questa variabile, Linkedin risulta assai notevolmente più diffuso tra chi studia e lavora (40,8%), mentre non lo è particolarmente presso i Neet (15,7%).


Quante volte ci si collega ai social? Più volte al giorno, ma in maniera non continuativa su Instagram, Twitter e Snapchat rispetto a Facebook, disaggregando il dato per fasce d’età, si osserva che la connessione continuativa prevale in maniera significativa nelle tre fasce over 25, mentre è inferiore tra gli under 22 e i 22-24enni (rispettivamente 39,7% e 38,6% di contro al 50,9% dei 25-27, al 51,5% dei 28-30 e al 47,8% degli over 30).


Da dove ci si collega? Tre giovani su quattro dichiarano di effettuare l’accesso via smartphone (75,1%); il 20,9% ricorre invece a un pc (fisso o portatile) mentre solo il 3,9% adopera il tablet. Il computer è preferito dagli over 30.


I social sono informazione? Il 35,4% invece dichiara di aver condiviso news con i propri contatti, sia amici sia gruppi. La lettura di news, se da un lato può essere considerata come pratica tendenzialmente «passiva», alza tuttavia il quoziente di «uso pubblico» dei social, se consideriamo il tenersi informato come entry level della partecipazione e del coinvolgimento civico.