Milano, una città da rappresentare: è stato indetto un concorso per i giovani che, attraverso i cortometraggi, raccontano come vedono la città e come la vorrbebero vedere.
7×1 ha incontrato Maurizio Del Tenno, direttore di China Investment, che ha lanciato il contest in collaborazione con la Fondazione Ente per lo spettacolo.
“Si tratta di un concorso che dà voce ai giovani: l’idea è nata durante la visita del Santo Padre a Milano”.
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Al Cinema di Venezia si è conlcuso l’iter del contest filmico “Il Futuro di Milano” realizzato da Fondazione Ente dello Spettacolo per Giardini d’Inverno, un progetto promosso da China Investment S.r.l. È stato chiesto ai giovani a raccontare i cambiamenti della metropoli milanese: immaginare come vogliono la città di Milano tra 20 anni, valorizzando i luoghi in cui la trasformazione è più evidente. Ed è stato chiesto di farlo nel modo più congeniale ai ragazzi, attraverso un video (della durata compresa tra i 30 e i 90 secondi). Milano è un luogo che ha futuro, in cui vale la pena esserci, un luogo in mano ai giovani. Nei video si sono dovute mettere in evidenza: innovazione, cambiamento architettonico, sociale e urbano; rispetto per la tradizione e per il passato; solidarietà. Il tutto rappresentato con tono realistico, emozionale e futuristico. Tra i numerosi cortometraggi, raccolti tramite la piattaforma Zooppa, ne sono stati selezionati 19 e tra questi i tre vincitori. In giuria l’attrice e regista Maria Grazia Cucinotta, presidente; Mimmo Calopresti, regista e sceneggiatore; il sociologo Aldo Bonomi; mons. Davide Milani presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo; Marina Sanna caporedattore di Cinematografo e Francesca Cassani responsabile comunicazione di Giardini d’Inverno.
I tre premiati:
1. Tutti gli altri colori diretto da Riccardo Petrillo e scritto da Susanna Rizzi Guarda
2. Jacqueline realizzato da Fulvio Testaverde, Andrea Angaroni e Francesco Gori Guarda
3. Milan. Sign of change di Richard Duckett Guarda
Motivazione per il primo classificato. Aldo Bonomi: “Da sociologo, mi ha colpito che nei video ci sia una dimensione di Milano che va verso il futuro, una smart city, con un passaggio sui nuovi grattacieli di Milano. Il primo classificato, “Tutti gli altri colori” con un messaggio semplice esprime al meglio le potenzialità dell’integrazione attraverso l’uso dei colori “altri” dal nero e dal bianco, che in questa città non sono mai stati separati ma hanno dato vita a tante tonalità di grigio. Rimanda a una città multiculturale.” Bonomi riallacciandosi al tema del futuro, visto come dimensione dell’oggi, del tempo in cui viviamo, ha parlato di dittatura del presente: “In generale è evidente come Milano sia una città che nutre un immaginario giovanile coerente con il desiderio di vivere, sperimentare, avere delle opportunità, incontrare gente di ogni provenienza e origine, che guarda al futuro con fiducia. Una città molto smart che include, sostenibile”.
Motivazione per il secondo classificato. Marina Sanna: “Jacqueline è riuscito nell’intento non facile di trovare la formula per raccontare la Milano tra presente e futuro, evitando cliché e indovinando con intelligenza e fantasia la strada giusta per interagire con lo spettatore”.
Motivazione per il terzo classificato. Mons. Davide Milani: “Il riferimento a “Milano tra vent’anni” è esplicito e la visione del futuro è tematizzata con coerenza, in modo più chiaro rispetto agli altri concorrenti. Le immagini – ben girate e montate – mostrano frammenti di vita cittadina e scorci della nuova ed antica città, mentre grafiche e testi (pur con qualche fatica espressiva) dicono il sogno di un’esperienza di vita da metropoli ma pienamente “sostenibile”, in tutti gli ambiti dell’esistenza umana. Dichiarando la disponibilità a pagare il “prezzo” per tutto ciò: con qualche supplemento di impegno per la mobilità o una poco poetica mutazione dello skyline urbano. La città del futuro – secondo questo corto – non è futuribile, ma è pienamente la Milano di oggi dove a dover cambiare è “solo” l’atteggiamento responsabile di tutti per la salvaguardia dell’ambiente, qui inteso non come realtà che avvolge la città ma come realtà originaria che ha generato, custodito e ancora oggi regge la metropoli ambrosiana”.