[…] Ad occuparsi dei giovani nello stato di Neet, Alessandro Rosina, docente dell’Università Cattolica di Milano che, insieme ad un team di esperti dell’Istituto Toniolo ha elaborato il report “Intercettare i Neet. Strategie di prossimità”, commissionato dal ministero per le Politiche Giovanili.
Questi giovani possono essere definiti “hard to reach” o anche fuori dalle politiche pubbliche», spiega Rosina: «L’unico modo per rintracciarli è la prossimità, il contatto con il territorio. Tutte le attività che si occupano del sociale hanno una capacità di intercettarli che altrimenti nessun altro avrebbe». Dal report emerge che i giovani sottovalutano la loro condizione perché in Italia si può vivere in questa condizione fin oltre i trent’anni, a differenza della media degli altri Paesi europei. Spiega Rosina: «L’urgenza non è sentita nel nostro Paese, un giovane italiano non riesce a capire che bisogna rimettersi in discussione, perché c’è un tempo per acquisire determinati tipi di competenze nel corso della formazione del singolo» […]
«Se le aziende non considerano i giovani come capitale umano su cui far leva per essere competitivi e crescere, ma anzi cercano di pagare il meno possibile, è chiaro che si creano le condizioni per questa situazione», insiste Rosina. Stando alle ricerche del suo team, inoltre, i giovani che trovano più facilmente lavoro sono quelli che vengono aiutati mag- giormente dalla famiglia. In Italia, quindi, la maggioranza dei ragazzi continua a trovare lavoro attraverso le conoscenze e non trami- te canali formali. Questi ultimi, che si rivolgono a tutti, dovrebbero aiutare anche i giovani provenienti da famiglie con situazioni economiche più vulnerabili […].
Qui l’articolo completo su L’Espresso (27 febbraio 2022).
Qui l’articolo completo su Avvenire (27 febbraio 2022).