Giovani e fake news: il 51% utilizza WhatsApp, Instagram e TikTok come fonti di informazione

  • Quasi un giovane su 3 mette un like alle fake news sui social, ma il 70% ritiene di saper riconoscere una fake news.
  • Le ragazze condividono il 61% in più di fake news rispetto ai ragazzi, mentre i giovani del Sud Italia hanno tassi di like e condivisione più elevati rispetto al Centro e al Nord.
  • L’80% dei giovani ritiene che la scuola dovrebbe fornire strumenti per riconoscere le fake news.
  • 1 genitore su 3 non affronta mai il tema di cosa fanno i suoi figli su internet

 

Le nuove generazioni sono sempre più esposte alle notizie false che circolano in Rete, in particolare sui canali social. Secondo i risultati dell’innovativa indagine “Alfabetizzazione digitale & Fake News”, infatti, quasi un/una giovane su 3 (il 31%) mette like su una notizia non verificata e il 51% ammette di utilizzare i social come canali di informazione per leggere notizie di interesse.

La ricerca, realizzata da Ipsos, Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e Parole O_Stili con il contributo di Fondazione Cariplo, ha coinvolto oltre 4.800 studenti di scuole secondarie di primo e di secondo grado ed  ha voluto indagare non solo il rapporto tra giovani e fake news, ma anche più in generale l’approccio degli under 20 alla comunicazione digitale, quali social frequentino maggiormente, quali siano le competenze che ritengono necessarie, fino al rapporto genitori-figli  in termini di   mediazione parentale – controllo e supporto –  nella gestione della vita online.

Si tratta  di una ricerca con  una metodologia innovativa– afferma Elena Marta, professoressa ordinaria di Psicologia sociale e di Psicologia di Comunità all’Università Cattolica e membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo – poiché non solo è stata rilevata l’auto-percezione degli/delle adolescenti in merito alle loro competenze digitali, ma è stata  proposta la visione di fake news certificate come tali ed è stato indagato in tempo reale il comportamento dei/delle giovani al riguardo”.

Lo studio, presentato in occasione del Festival della comunicazione non ostile, la manifestazione organizzata in questi giorni a Trieste da Parole O_Stili, da anni impegnata a contrastare il fenomeno della violenza delle parole off e online offre una fotografia approfondita del rapporto tra giovani e nuove tecnologie, della presenza sui social e delle competenze digitali degli studenti.

Ancora una volta emerge con forza la mancanza di consapevolezza da parte degli adulti sul fatto che virtuale è reale. I ragazzi si trovano spesso soli di fronte al problema delle fake news, così come in molti altri ambiti legati all’uso della Rete, che viene ancora percepita come un mondo a parte, meno rilevante o impattante. Ciò che manca davvero è la consapevolezza da parte degli adulti della responsabilità ad abitare la Rete, a vivere in quella cultura digitale che è propria dei nostri figli e delle nostre figlie. I dati parlano chiaro: solo un genitore su tre affronta il tema di Internet in famiglia, lasciando molti ragazzi senza punti di riferimento in un contesto che invece richiederebbe guida e responsabilità condivisa”, spiega Rosy Russo, presidente e founder di Parole O_Stili.

Neanche una maggiore competenza digitale mette al riparo dalla diffusione delle fake news – afferma Giuseppe Riva, professore ordinario di Psicologia della comunicazione, direttore di Humane Technology Lab all’Università Cattolica – dal momento che, sulla base dei risultati della ricerca, gli studenti che si dichiarano più competenti tendono a condividere e apprezzare più contenuti falsi”.

Qui le principali evidenze emerse dallo studio.

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