I giovani tornano al lavoro nei campi. Se ne parla già da qualche anno, complice la crisi economica che ha costretto molti a reinventarsi, ma un fattore importante è dato anche dalla nuova attenzione di cui gode tutta la filiera agroalimentare. In tempi di bio, slow food e chilometro zero, il cibo e il modo in cui viene prodotto suscitano un interesse che fino a dieci anni fa non era nemmeno pensabile. Lo confermano gli ultimi dati di Coldiretti: il 2015 ha registrato un aumento record del 12% dei giovani under 35 occupati in agricoltura.
Lo studio è stato presentato sabato 18 luglio in occasione dell’Assemblea nazionale Coldiretti, che si è tenuta a Expo negli spazi di Palazzo Italia. In base ai dati diffusi dall’associazione, più di due giovani italiani su tre (il 68% del totale) “sognano” di lavorare d’estate in campagna, partecipando alla raccolta della frutta o alla vendemmia. È stata fatta una stima per l’estate 2015, che potrebbe dare lavoro a circa 200mila under 35. Un trend di questo tipo ha ricadute significative per l’intero settore, dove la componente giovanile fa da traino: attualmente si registra un incremento record del 6,2% per numero di occupati.
Un’estate nei campi rappresenta per i giovani un’occasione per approcciarsi al mondo del lavoro, ma anche per trascorrere del tempo a contatto con la natura. È un modo per osservare da vicino “come nascono” quelle eccellenze che dal nostro Paese arrivano sulle tavole di tutto il mondo. Per tutte queste ragioni, si cerca di agevolare esperienze del genere anche dal punto di visto burocratico. Dal primo giugno e al 30 settembre, infatti, i giovani lavoratori dai 16 ai 25 anni regolarmente iscritti a un ciclo di studi potranno essere remunerati con i voucher, i buoni lavoro che comprendono la copertura assicurativa e previdenziale e non sono soggetti a ritenute fiscali. Non solo, per favorire l’incontro tra domanda e offerta, Coldiretti ha varato la prima banca dati autorizzata dal Ministero del Lavoro: si chiama Jobincountry e raccoglie gli annunci di aziende agricole in cerca di manodopera.
Se consideriamo la fotografia dei giovani italiani scattata dal Rapporto Giovani 2014, gli occupati nel settore agricolo sono al momento il 3,2% del totale. In compenso, il 40,3% degli intervistati ha indicato come possibile professione per il futuro quella dell’imprenditore agricolo. È stato poi chiesto agli intervistati quale impiego consiglierebbero a un amico in una lista di lavori con pari stipendio: quello in un’impresa agricola è risultato al quarto posto, con il 7,8% delle preferenze.
Durante l’Assemblea di Coldiretti, il presidente dell’associazione, Roberto Moncalvo, ha sottolineato l’importanza di promuovere l’occupazione nel settore agricolo, che ha definito “lo zoccolo duro” di tutta la filiera agroalimentare. Questa, infatti, rappresenta uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy, e nell’anno di Expo è bene ricordarlo ancora una volta.