Non molti lustri fa la navigazione su web era un hobby per pochi, ma nell’arco di pochi anni è divenuta una necessità irrinunciabile. Stupisce anzi il risultato del dodicesimo Rapporto Censis sulla comunicazione, secondo il quale appena il 71% della popolazione italiana risulta connesso. Una buona percentuale, certo, ma ci si poteva aspettare finanche qualcosa di più.
Rispetto al 2013, c’è stato nel 2015 un aumento del 7.4% delle connessioni a Internet (ma solo il 5.2% si connette con banda ultralarga). Tra i social, Facebook continua a farla da padrona (è iscritto il 77.4% degli Under 30), mentre Twitter, nonostante i media ne parlino diffusamente, rimane tutto sommato un prodotto di nicchia (riguarda solo il 10.1% degli italiani).
La televisione poi – data eternamente per spacciata, e sbertucciata dal popolo della rete – ha una quota di telespettatori che coincide sostanzialmente con la totalità della popolazione (il 96,7%). È cambiato però l’approccio al mezzo: i canali generalisti arretrano e si rafforzano le web tv (con un’utenza del 23,7%, +1,6% rispetto al 2013), la mobile tv (11,6%, +4,8%), le tv satellitari (utenza complessiva del 42,4%) e la smart tv connessa in rete (che coinvolge il 10% degli italiani).
Oltre la metà dei nostri connazionali utilizza regolarmente gli smartphone (52.8%) mentre più di un quarto (26.6%) possiede un tablet.
Nell’impiego delle nuove tecnologie il gap tra giovani e anziani è consistente.
Quasi tutti i giovani sono utenti della rete, mentre tra gli anziani solo il 27.8%; l’ l’85,7% dei primi usa telefoni smartphone, mentre i secondi sono fermi al 13.2%; Youtube è praticato dal 6.6% dei “matusa”, e siamo più o meno agli stessi livelli per quanto riguarda le web tv (7.1%), l’ascolto della radio via cellulare (4.1%) e l’utilizzo del tablet (6%). Gli ultrasessantacinquenni però danno una pista nella lettura dei quotidiani (54.3% contro il 27.5% dei giovani).
I telegiornali continuano ad essere la principale fonte di informazione, ma le tv all news, Facebook, le app per smartphone e Youtube raccolgono un bacino di utenza sempre maggiore.
Colpisce che per i giovani la fonte di informazione più affidabile sia Facebook (addirittura per il 71.1%) seguita da Google (68.7%) e solo al terzo posto dai telegiornali (68.5%).
Francesco Mattana