Nel suo tradizionale discorso di fine anno il Presidente Mattarella ha messo bene in luce l’ impatto della crisi sanitaria sul Paese, ma anche sulle storie individuali e sui progetti di vita. Ha, infatti, ricordato che la pandemia «ha scavato solchi profondi nelle nostre vite, nella nostra società. Ha acuito fragilità del passato. Ha aggravato vecchie diseguaglianze e ne ha generate di nuove. Tutto ciò ha prodotto pesanti conseguenze sociali ed economiche». Ha, inoltre, aggiunto che la crisi sanitaria «ha seminato un senso di smarrimento: pone in discussione prospettive di vita. Basti pensare alla previsione di un calo ulteriore delle nascite, spia dell’ incertezza che il virus ha insinuato nella nostra comunità».
Quale sarà la demografia italiana nel “new normal”? Quale significato e
condizioni troverà la scelta di avere un figlio? Se ci chiediamo cosa
caratterizzerà il percorso del Paese dopo la pandemia, una prima risposta è senz’ altro quella di una popolazione italiana che andrà continuamente a ridursi. L’ Italia è entrata in una fase nuova della sua storia, quella del declino demografico. Una fase che condizionerà tutto il percorso successivo di questo secolo.
Qui l’articolo completo di Alessandro Rosina, coordinatore scientifico dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, su Il Sole 24 Ore.