Papa Francesco ha indetto per il 2025 il XXXI Giubileo con la bolla Spes non confundit, la speranza non delude (Rm 5,5). La casa editrice Vita e Pensiero, per augurare un proficuo inizio, ha chiesto a dieci docenti dell’Università Cattolica di proporre ragioni di speranza per l’Anno Santo. Fra di loro anche Alessandro Rosina, coordinatore dell’Osservatorio Giovani, che è intervenuto sul tema della speranza di vita.

Speranza di vita di Alessandro Rosina
In demografia la durata media di vita viene tecnicamente chiamata “Speranza di vita alla nascita”. Difficile trovare un nome più bello per un indicatore statistico. Quello che misura è però meramente la quantità di anni di vita, che in media può aspettarsi di vivere un bambino che apre gli occhi sul mondo appena uscito dal grembo materno.
Il paradosso del tempo in cui viviamo è che stiamo allungando la quantità di vita che ciascun singolo ha davanti a sé, ma nel contempo indeboliamo la vita che lasciamo dopo di noi, generata da noi per andare oltre a noi. Ecco, forse è la speranza nel guardare oltre che stiamo perdendo, che non alimentiamo in modo generativo.
La popolazione non è un’entità astratta. È un insieme di storie di vita in relazione tra di loro e in continua tensione con le sfide del proprio tempo. La popolazione è il grande libro che contiene tali storie. Ciascuna generazione aggiunge il proprio capitolo e prima di concluderlo predispone le pagine bianche che ospiteranno le vicende di quella successiva. È solo grazie alla speranza che tale libro non contiene la parola “fine”.

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