In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, che si tiene ogni anno il 10 dicembre, lo European Youth Forum ha pubblicato un rapporto sulle discriminazioni di cui è vittima la fascia giovanile: Multidiscriminazione e giovani in Europa. In particolare, l’indagine si sofferma su tutti quei fattori per cui un giovane dell’area UE può sentirsi discriminato: uno di questi (in certi casi il più incisivo!) è proprio il fatto di trovarsi “nel fiore degli anni”. La ricerca ha coinvolto 495 ragazzi e ragazze tra i 18 e i 35 anni, e si è svolta tra i mesi di maggio e giugno 2014.
Ai candidati, ad esempio, è stato chiesto se negli ultimi dieci anni si sono mai sentiti discriminati, e per quale ragione. La prima causa di discriminazione (con il 34% delle preferenze) è risultata essere il genere sessuale, seguita dal fatto di avere un’età compresa fra i 18 e i 24 anni (con una preferenza del 29,1%). Uno dei settori in cui i giovani si sentono più discriminati è il sistema educativo, che fa il paio con il mondo del lavoro. Nella ricerca di un’occupazione adeguatamente remunerata, ad esempio, il 18,2% dei giovani ha dichiarato di essere stato discriminato in ragione della propria età, compresa fra 18 e 24 anni. La percentuale scende all’ 8,8% per quelli fra i 25 e i 29. Nella maggior parte dei casi, secondo quanto dichiarato dagli intervistati, la giustificazione del datore di lavoro è sempre la stessa: “Serve più esperienza”.
Essere giovani però non conviene nemmeno nella ricerca di un alloggio: sempre in base alle esperienze raccolte dall’indagine, gli affittuari prediligono inquilini più attempati. Stessa sorte anche per i servizi bancari, dove la prima ragione di discriminazione fra i giovani è il fatto di avere fra i 18 e i 24 anni. In generale, uno dei temi al centro del mirino è quello dei mutui, spesso negati ai più giovani perché questi ultimi sono vincolati da lavori precari o sottopagati.
A fronte di questi dati Stefano Felician Beccari, Board Member di EYF, ha dichiarato: «Ci appelliamo alle istituzioni e ai governi, che hanno il dovere di tutelarci da questo genere di discriminazioni, affinché facciano rispettare le leggi che sono già in vigore e siano di sostegno ai giovani, così che questi possano difendere il proprio diritto alle pari opportunità».