Stefano Paleari, 48 anni, rettore dell’Università di Bergamo, è stato nominato presidente della Crui, l’organismo che riunisce i rettori italiani. E le sue prime parole da neo-presidente sono state rivolte al mondo della ricerca e dei ricercatori, ossia quegli studenti, dottorandi e professionisti ad alto grado di specializzazione che sempre più spesso decidono di lasciare il nostro paese per cercare opportunità migliori all’estero. E anche il mondo della politica è stata al centro dell’intervento di Paleari: servono risorse perché l’università italiana possa tornare a investire in ricerca e colmare il divario con gli altri paesi europei. Anche perché, secondo il rettore, senza ricerca l’Italia non riparte.
“L’Italia oggi si chiede perché non si riescano a risolvere problemi noti da tempo, su tutti l’enorme disoccupazione giovanile – ha sottolineato Paleari- e io credo che la risposta stia nei numeri dei nostri ricercatori: nel nostro paese ci sono 4 ricercatori ogni 1.000 abitanti occupati. Il confronto con il resto dell’Unione Europea ci vede molto lontani: la Francia ha 9 ricercatori ogni 1.000 occupati, la Germania e il Regno Unito 8, la Spagna 7. Se riuscissimo anche solo a passare da 4 su 1.000 a 5, significherebbe avere nel nostro Paese 20.000 ricercatori in più. Invece negli ultimi quattro anni ne abbiamo persi 10.000, con un taglio del 15% dei fondi. Molti ricercatori sono andati ad arricchire di conoscenze altri Paesi, che proprio noi abbiamo servito su un piatto di argento, dopo aver formato molto bene questi ragazzi. E a perderci è tutto il Paese: risollevare la Costa Concordia è costato 600 milioni di euro, in gran parte fatti di conoscenza e tecnologia ed è proprio su questo che si regge un sistema economico”.