Con il 75,6% dei consensi, Papa Francesco è la figura pubblica che di gran lunga ispira maggiore fiducia tra i giovani. La passione per il Pontefice è così forte che è considerato quasi un membro della famiglia, infatti, prima di lui si posizionano solo la fiducia in se stessi (91,8%) e quella nei parenti più stretti (89,9%).
È quanto emerge dallo speciale focus sul mondo giovanile meridionale del Rapporto Giovani: indagine promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, realizzata in occasione della visita di Papa Francesco a Napoli ed elaborata a partire da un panel di 5000 giovani tra i 19 e i 32 anni.
Al quarto posto c’è la comunità con cui s’interagisce quotidianamente (65,7%), come conoscenti, colleghi di lavoro, compagni di scuola e professori. Minor consenso ottengono invece per altre istituzioni pubbliche: 33,2% di consensi per l’Unione Europea, 35,7% per la Chiesa Cattolica, valore relativamente basso nonostante il favore ampio verso la figura di Bergoglio. Risulta ancor più bassa, invece, la fiducia per la politica: 22,6% per le Istituzioni locali, 13,8% per Governo e Parlamento, solo 6,3% per i politici.
“Il carisma e la passione di Papa Francesco” afferma Alessandro Rosina tra i coordinatori dell’indagine, “si inseriscono in un processo di sfiducia nelle istituzioni pubbliche e di trasformazione del rapporto dei giovani con la religione. È importante quindi che le nuove generazioni riconoscano in Bergoglio una figura in grado di contrapporsi positivamente alle forze di disgregazione sociale e alla deriva nella produzione di senso e valore all’interno delle proprie vite. I giovani sentono soprattutto il bisogno di esempi positivi per ritrovare speranza e fiducia, e papa Francesco è entrato in piena sintonia con questa esigenza”.
I valori religiosi continuano ad essere più sentiti nel Sud, anche tra i giovani. Il 64,2 % degli intervistati nel Sud dichiara di riconoscersi in maniera sensibilmente maggiore nella fede cattolica, percentuale più alta rispetto a quella dell’intera Italia (seppure anche il dato nazionale superi il 50%, pari al 52,2%). E’ inoltre da evidenziare come al Sud si attesti generalmente una minore percentuale di giovani che si dichiarano atei (10,9 % contro il 17,7% di tutta Italia) o agnostici (6,0% contro l’ 8,1%).
Anche la pratica religiosa continua ad essere molto più comune tra i giovani meridionali rispetto al Nord. Circa il 40% frequenta i riti almeno una volta al mese contro il 23% del Nord. Chi non frequenta mai o solo in particolari occasioni è ancora una minoranza, seppur di poco, è pari al 48,7% contro il 58,5% del Nord.
Infine, in larga maggioranza i giovani considerano la famiglia la cellula fondamentale della società e non considerano il matrimonio una istituzione superata. A concordare (“molto” o “abbastanza”) sono due giovani italiani su tre, ma si sale a ben tre su quattro nel Mezzogiorno.
“Si conferma dunque” afferma Rita Bichi, tra i coordinatori dell’indagine, “la particolare sensibilità delle persone che nascono e vivono nel Sud d’Italia nei confronti dell’attaccamento alle tradizioni religiose e familiari, che pongono a fondamento del percorso di vita – anche nelle nuove generazioni, segnate altrove da una più elevata presenza di atteggiamenti e di comportamenti secolarizzati – i valori e le esperienze della fede cattolica. Questa prevalenza porta con sé non solo una rinnovata e attualizzata adesione alla fede e alle pratiche religiose – di cui Papa Francesco è primo testimone – ma anche una più sentita e partecipata vicinanza ai sacramenti che segnano le tappe della vita umana”.