Il sistema universitario, quello delle banche, le companies del settore tecnologico e il mondo dei media: se guardiamo alla società statunitense, questi sono alcuni fra gli attori che vi operano con ruoli di primaria importanza. Si tratta di ruoli consolidati, che sono tali già da molti anni. Ciò che cambia, invece, è la percezione che i cittadini hanno del loro impatto sulla comunità. Di questo si è occupata una ricerca condotta da Pew Research Center, che si è concentrata sul rapporto fra i Millennials e le più importanti istituzioni americane.
Si scopre allora che l’opinione dei giovani ha subito – in alcuni casi – dei cambiamenti significativi. In particolare, dal 2010 a oggi è cresciuta la percentuale dei Millennials per i quali i sindacati hanno un effetto positivo sulla vita del Paese (dal 49% al 57% degli intervistati). Cresce anche la fiducia nelle aziende di piccole dimensioni (dal 71% all’86%) e quella nelle banche e nelle istituzioni finanziarie, che resta comunque sotto il 50% degli intervistati (si passa dal 35% di 5 anni fa al 45% di oggi).
Al contrario, si registra un declino significativo su due fronti molto diversi tra loro, quello religioso e quello informativo. Nel giro di cinque anni, infatti, è scesa dal 73% al 55% la quota dei giovani americani che vedono nella Chiesa e nelle istituzioni religiose dei soggetti con una buona ricaduta sociale. Stessa sorte per i media, che vedono crollare la fiducia nei loro confronti dal 40% al 27%.
In generale, i Millennials confermano un’attitudine più “positiva” rispetto ai loro predecessori su molti aspetti della società americana: ci aveva visto giusto TIME, insomma, quando li aveva definiti “overeducated, underemployed, wildly optimistic”.