NON SI TRATTA SOLO DI MASCHERINE, MA ANCHE DI IDEE, COMPETENZE TECNOLOGICHE E ANALISI DEI DATI. E’ ORA DELL’OPERAZIONE “DYNAMO”.
Alessandro Rosina, coordinatore scientifico dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, riflette sulla quotidianità ai tempi dell’emergenza sanitaria nazionale e sui possibili scenari socio culturali, economici e comportamentali.
“La storia ci dice che nei momenti di maggior difficoltà è possibile una reazione che volge a proprio favore l’esito finale. Un esempio è quanto accaduto nella Seconda guerra mondiale con l’operazione Dynamo che consentì, nella fase di maggior successo dell’esercito nemico, di mettere in salvo le forze Alleate bloccate a Dunkerque. Dobbiamo oggi trovare lo stesso spirito nella guerra contro il Covid-19. Abbiamo bisogno di tutto un paese che si senta al fronte, non passivamente chiuso nelle proprie case in attesa ansiogena che arrivino buone notizie dai campi di battaglia. Consentendo, in particolare, a chi opera direttamente a contatto con il virus di avere il supporto necessario e dotarsi di un equipaggiamento adeguato”.
“Il decreto Cura Italia, ha previsto modalità e incentivi “per sostenere le aziende italiane che vogliono ampliare o riconvertire la propria attività per produrre ventilatori, mascherine, occhiali, camici e tute di sicurezza”. L’operazione “Dynamo” mostra che per avere successo e diventare una vera svolta (oggettiva e psicologica) è importante favorire una partecipazione diffusa dal basso, in modo che tutti coloro che possono concretamente dare un contributo a tale produzione possano farlo. Non solo i grandi marchi o le aziende più esperte a gestire l’iter burocratico richiesto, ma soprattutto con incentivi e supporto alle piccole imprese offrendo opportunità effettive di riconvertirsi (con indicazioni chiare sui requisiti da soddisfare e possibilità di accesso al materiale necessario) promuovendo un contributo diffuso alla produzione complessiva.
E’ su questo fronte che dobbiamo fare il vero salto di qualità”.
Qui l’articolo completo su Il Foglio (2 aprile 2020)